Capitolo 100: Maledetto dolore!

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Jasmine's Pov
Non so come né perché, ma quella sera avevo voglia di uscire in giardino, o meglio, avevo la sensazione che ci fosse qualcosa che dovevo vedere.
Aprii il cancello e vidi qualcuno o qualcosa per terra. Mi avvicinai e vidi il volto della mia amica Francesca in mezzo ad un mucchio di stracci fradici.
"Ehi! Ehi! Mi senti, tesoro?"
Le diedi dei colpetti sulla guancia, senza farle male, e la sentii agitarsi leggermente.
"Jasmine..."
"Calma, cerca di stare calma!"
Lei smise di agitarsi e cercò di tirarsi su.
"Stai giù, non agitarti!" dissi per calmarla.
"Jasmine... io credo di essermi persa..."
"No, non ti sei persa, sei a casa mia e degli altri ragazzi!"
"Non posso restare qui, non posso restare!"
"Non ti faccio andare via in questo stato!" le dissi. "Ora ti porto a casa, ti cambi e vai a riposare un po', okay? Dai, appoggiati a me, ti aiuto io!"
L'aiutai ad alzarsi e la portai in casa.
"Ma cosa ti è successo, Francesca?" chiese Alesandra.
"No, niente. È soltanto questa pioggia!"
"Guarda che non mi riferivo solo a quello... tu sei pallida e hai gli occhi rossi e gonfi!"
"Tranquilla, sono solo un po' stanca."
Non era vero, si vedeva che stava male, ma la sua indole la portava a non parlare del suo dolore e ad ascoltare sempre e solo il dolore degli altri e ad attenuarlo.
"Vai a sdraiarti, è tardi e tu hai detto di essere stanca" proposi.
"Grazie mille ragazzi!" disse lei andando a cambiarsi.
Francesca's Pov
Entrai in un piccolo bagno e dopo essermi sciacquata il più velocemente possibile tirai fuori un pigiama dallo zaino che per mia fortuna era di un tessuto impermeabile. Ero stanca, ma i miei occhi non si sarebero chiusi tanto facilmente visto che il dolore era maggiore della stanchezza.
Mi sdraiai in un letto che mi era stato preparato da Jasmine.
"Vieni qui a sdraiarti, amore mio, vieni!"
"Grazie Jas!"
Jasmine era sempre gentile con me.
"Buonanotte, Francesca." mi disse.
"Buonanotte anche a te!"
Mi sdraiai, m'infilai sotto le coperte e chiusi gli occhi, ma non mi addormentai. La testa mi doleva da impazzire e gli occhi mi lacrimavano come non mai. Stavo molto male e la notte amplificava il mio dolore.
"E quando arriva la notte, la notte,
e resto sola con me
la testa parte e va in giro
in cerca dei suoi perché,
né vincitori né vinti,
si esce sconfitti a metà
l'amore può allontanarci, la vita poi continuerà..."
Lacrime, siano maledette le lacrime! Perché dovevo versarne di continuo? Io non ce la facevo più! Era solo un incubo!
"Non basta un raggio di Sole,
un cielo blu come il Mare,
perché mi porto un dolore che sale, che sale,
si ferma sulle ginocchia che tremano,
e so perché.
E non arresta la corsa,
lui non si vuole fermare,
perché è un dolore che sale, che sar e fa male,
ora è allo stomaco, fegato, vomito.
Fingo, ma c'è."
Maledizione, perché non avevo la forza di parlare, di raccontare cosa stava accadendo?
Forse perché non volevo essere compatita o suscitare un sentimento di tristezza in chi mi voleva bene.
Ero appena riuscita ad avvicinarmi a Morfeo quando sentii che qualcuno mi toccava la testa.
Feci un salto e spalancai gli occhi e mi trovai davanti Riccardo.
"Calmati, sono io" disse.
"Che... che cosa ci fai qui?" chiesi.
"Niente, volevo vedere come stavi!" rispose.
"Potrei stare meglio" dissi.
"Verranno tempi migliori, vedrai!" disse Riccardo.
"Grazie... a te e agli altri per avermi ospitata."
"Gli amici servono a questo, tesoro!"
Gli sorrisi e gli lasciai un bacio sulla guancia.
Il resto della notte lo trascorsi abbastanza bene, ma mi alzai molto presto e decisi che dovevo andare via. Rifeci il mio letto, scrissi un bigliettino ai ragazzi, recuperai lo zaino e i vestiti e dopo essermi lavata e cambiata uscii.
Il calore del Sole mi accarezzava dolcemente la pelle e io camminavo a testa alta ed ero abbastanza tranquilla. Di colpo, però, una mano mi afferrò per un braccio.
"Ciaaao Franceeeeesca!"
Bene, il giorno prima avevo detto che poteva andare meglio, giusto( Beh, come non detto!
Tommaso era davanta a me e dalla voce impastata che aveva capii che era ubriaco.
"T-Tommaso..."
"Cooome sta la mia beella, eh?"
"Per favore Tommaso, adesso lasciami andare, lasciami andare, ti scongiuro!"
"È un peccaaato far stare male una ragazza così bella e dolce!"
Lui alzò la mano destra e mi afferrò per il collo.
"No! No, per favore, lasciami andare!" dissi.
Ben presto, però, mi accorsi che agitarmi non faceva che peggiorare la mia situazione. La sua mano era come un nodo scorsoio intorno al mio collo, quindi mi lasciai andare come un sacco di patate e lui allentò la presa sul mio collo e mi lasciò cadere. Per qualche secondo mi alzai e gli diedi uno spintone.
"Non ti azzardare a mettermi le mani addosso!" gli dissi, ma vedendo che era ridotto molto male lo tirai su e lo trascinai sotto un albero.
In quel momento arrivarono anche Arianna e Gabriele.
Arianna's Pov
"Gabriele, quello lì per terra è mio fratello!" dissi preoccupata.
"E accanto a lui c'è Francesca!" aggiunse lui.
Ci avvicinammo a loro e vedemmo che Francesca lo stava curando, ma non si avvicinava molto a lui.
"Gabriele, penso io a Tommaso, tu occupati di Francesca!" dissi.
Volevo che loro stessero insieme, anche perché dovevo farmi spiegare da Tommaso cos'era successo con Gabriele.
"Forza, alzati da lì" dissi.
"Aaariaaaanna?"
"Sì, sono io, e ora muoviti e non fare lo stupido come tuo solito, forza!"
Lo tirai su per le braccia e lo tenni dritto, ma voltandomi vidi Francesca schiacciata contro un muretto. Le guardai la zona appena sotto il mento e notai un segno violaceo.
Trascinai via Tommaso e lo riportai a casa.
Gabriele's Pov
"Cos'è successo Francesca?"
"N-niente" rispose lei, ma non ne era tanto convinto.
Quando allungai la mano per sfiorarle una spalla mi accorsi che lei iniziava a respirare male.
"No! No, non farlo, ti prego!"
"Non voglio farti niente, ti giuro che non voglio farti niente!"
Le alzai un po' il viso per consentirle di respirare un po' meglio, ma lei respirava sempre peggio e c'era qualcos'altro che mi aveva colpito: un segno violaceo proprio alla base della gola.
"Oh mio Dio, e quello cos'è( Da dove viene?"
Lei non rispose e capii che al momento non ne aveva la forza.
Non le dissi nulla, mi limitai a prenderla in braccio e distenderla su di una panchina.
"Calma, calmati piccola mia, va tutto bene!"
"Gabriele, almeno tu non farmi del male!"
"Fare del male? Chi ti ha fatto del male?"

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora