Capitolo 11: Con te mi sento al sicuro

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Francesca's Pov
Il ragazzo che mi odiava mi trascinava per un braccio conducendomi chissà dove.
Quando arrivammo a destinazione lui mi disse: "Bene bene bene Francesca! Ora tu ti metterai qui tranquilla fino al mio ritorno, hai capito? Questa sar_à la tua stanza!"
"NON È UNA STANZA, È UNO SCANTINATO!" gridai.
"Hai paura del buio piccola Francy?"
"No, ho paura di te." risposi.
Ed era vero. Il buio non mi faceva paura. Era lui a spaventarmi e purtroppo non poco.
Dovevo togliermi da quella situazione.
L'unico problema era... Come fare? Chi sarebbe venuto qui per salvarmi?
Sedetti sul pavimento gelido e mi presi la testa fra le mani scoppiando in lacrime. Una lacrima bagnò il bottone del braccialetto che portavo sempre e in quel momento ripensai a Gabriele e al fatto che lui non voleva vedermi triste.
Non lo vedevo da qualche ora e già mi mancava!
Avevo bisogno di un suo bacio, di un suo abbraccio e di posare la testa sul suo petto per sentirmi al sicuro, ma non potevo avere niente di tutto questo. Che avevo fatto di male?
All'improvviso scorsi uno zaino in un angolo della cantina e mi avvicinai a quell'oggetto camminando sulle ginocchia e appoggiando le mani sul pavimento. Presi lo zaino e vi trovai le mie cose.
Ecco perché il mio rapitore trafficava in quel modo con gli oggetti che si trovavano in camera mia!
In fondo allo zaino trovai il mio cellulare e in quel momento scrissi un messaggio a Gabriele. Mi tremavano le mani e mi mancava il respiro per l'ansia e l'emozione provocata da quel gesto.
Gabriele's Pov
Avevo consegnato la foto alla polizia e dopo un interminabile interrogatorio mi diressi verso un posto a caso per chiedere se qualcuno l'avesse vista. I risultati furono semplicemente pessimi.
All'improvviso sentii il cellulare vibrare, lo presi e vidi un messaggio da qualcuno da cui desideravo riceverlo.
Francy: "Ti prego aiutami! Sono in un enorme scantinato in una casa che non conosco e c'è quel tipo che mi ha aggredita e mi ha chiamata falsa dolce!"
Lei non conosceva il suo nome quindi lo aveva ricordato come l'aggressore. In quel momento mi venne in mente la parola: "Scantinato" e pensai che l'unico posto in cui poteva essere era la casa di Tommaso. Corsi in quella direzione e mentre camminavo le scrissi: "Non ti agitare piccola, andrà tutto bene, te lo prometto! Vengo a prenderti!"
Scrissi quella frase con il cuore gonfio di tristezza al pensiero che quel mostro avesse tentato di farle del male e potesse provarci ancora visto che l'aveva portata via per fare le cose con comodo.
In quel momento se non fossi stato un tipo tranquillo non so cosa gli avrei fatto! Lui non doveva toccarla!
Francesca's Pov
Nel leggere il messaggio di Gabriele il mio cuore si riempì di gioia e giurai a me stessa che mi sarei difesa da quel tipo. Infilai il cellulare nello zaino e tesi l'orecchio. Sentii la voce di quel tipo che parlava evidentemente al telefono con il VivaVoce: era molto vicino alla porta di quello scantinato.
In quel momento sentii la voce di Gabriele: "DIMMI COS'HAI FATTO A FRANCESCA, TOMMASO!"
"Mi dispiace ma lei è mia, non posso né passartela né dirti niente Gabriele!"
"NON M'IMPORTA COSA PENSI, DOPO QUELLO CHE LE HAI FATTO NON MERITI DI ESSERE ASCOLTATO DA NESSUNO, CHIARO?"
So che di solito è l'aggressore a strappare di mano il telefono alla vittima, ma io non volevo che Tommaso continuasse a deridere me e Gabriele.
"Gabriele! Gabriele sono io!" dissi.
"Piccola come stai? Qualcuno ti ha fatto qualcosa?" mi chiese preoccupato.
"No, non preoccuparti, sto bene!" gli risposi.
"Ti assicuro che non durerà molto!" mi disse lui ritornando dolce e tranquillo.
"Grazie." dissi con un filo di voce prima che Tommaso, "evidentemente quello era il suo nome", mi strappasse il cellulare dalla mano e chiudesse la chiamata in modo brusco.
"Questa sera verrai con me in un locale e per adesso dovrai restare qui sotto!"
Lui mi prese la mano e mi portò verso una parete inchiodandomi contro di essa.
"Sei terrorizzata baby! Stai tremando!" disse in tono beffardo.
"Secondo te come potrei stare con un mostro come te che mi blocca contro il muro come se niente fosse? Togliti!" gli gridai respingendolo in modo brusco.
"Oh, povera la mia piccola Francy!" mi disse Tommaso.
"Non chiamarmi mai più così, è chiaro?"
Lo sentii allontanarsi e quando tornò un rumore di catene mi fece gelare il sangue e poco dopo mi ritrovai legata al muro.
"Ti slegherò quando dovrai prepararti!"
In qualche modo nel pomeriggio riuscii a slegarmi, ma la porta dello scantinato era chiusa a chiave!
Come potevo uscire?
Tommaso entrò poco dopo e mi portò in una stanza.
"Ora puoi rilassarti un po'" disse. "Ma dopo..." E se ne andò ridendo.
Entrai nel bagno interno alla stanza e mi gettai di filato sotto la doccia per togliermi di dosso la sensazione di dolore che mi provocavano le catene e il tocco di Tommaso che mi faceva paura.
Subito dopo essermi vestita mi gettai sul letto, stremata.
Avevo voglia di fuggire, volevo rivedere Gabriele, ma non avevo la più pallida idea di come fare. Mi sentivo davvero malissimo. Piansi a lungo finché il sonno non mi prese con sé facendomi addormentare.
Gabriele's Pov
Ero vicino allo scantinato e avevo sentito tutto: Tommaso voleva portarla in un locale e io sapevo bedissimo di che luogo si trattava. Avevo dovuto recuperarlo molte volte da quel posto e sapevo che per la mia Francy quel posto sarebbe stato tutto fuorché divertente!
Cercai di entrare dalla finestra ma questa era sbarrata e non sapevo che fare.
Volevo farla uscire da quel luogo maledetto ma l'unico modo era infiltrarmi in quello stramaledetto locale per liberarla.
Decisi almeno di avvertirla. Presi una scala e l'appoggiai al muro arrivando alla finestra di una stanza. Lei aveva il viso sul materasso, forse stava piangendo e io non petevo raggiungerla.
Decisi di lanciarle quel foglio il quale cadde accanto a lei sul letto.
"Fidati piccola" dissi sottovoce. "Ti prometto che presto sarai libera!"
Francesca's Pov
Nel sentire quella voce il mio cuore perse un battito e capii che lui non poteva aiutarmi in quel momento, ma non avrebbe mai smesso di provarci. Sentii qualcosa sotto la mano, afferrai quel qualcosa che era un foglio e lessi: "Ti prometto che tornerò a prenderti! Devi solo resistere per poco tempo piccola!"
Proprio in quel momento entrò Tommaso.
"Buongiorno principessa!" mi disse.
"Ciao" lo salutai con tono freddo.
"È ora di andare" mi ricordò lui.
"Lo so, ho capito" risposi.
Lui prese la mia mano e mi trascinò per tutto il tragitto da quella stanza alla macchina. Io portai con me il mio zaino perché in quel momento avevo molto bisogno delle mie cose.
Quando arrivammo a destinazione vidi che in quel locale c'era gente di cui si poteva solo avere paura. Con uno strattone mi liberai dalla presa di Tommaso e cercai di tenermi in disparte perché nessuno di quei tipi mi vedesse.
Poco dopo un ragazzo mi si avvicinò e mi disse: "Ehilà principessa!"
Aveva la voce impastata dall'alcool e i movimenti barcollanti del suo corpo mi mettevano addosso molta tensione.
"Chi... chi sei?" chiesi terrorizzata.
"Ehi calmati! Cosa c'è, hai paura?" mi provocò quel ragazzo afferrandomi un polso e stringendolo molto forte. Fu questione di pochi secondi e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo volto. Lui mi stringeva il polso facendomi gridare, ma alla stessa velocità sentii che la sua mano perdeva la presa sul mio polso e mi ritrovai appoggiata al petto di qualcuno. Quel qualcuno mi portò via dal locale quando le lacrime scorrevano sul mio viso a velocità impressionante.
"Non piangere ti prego!" mi disse. La sua voce mi suonava familiare e pensai a qualcuno di cui mi fidavo a occhi chiusi. "Ora è tutto finito, calmati!"
Il ragazzo mi pose a terra e io mi voltai a guardarlo: aveva il volto coperto da un cappuccio, ma si scoprì subito il volto e io lo riconobbi: era Gabriele! Era stato lui a salvarmi!

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora