Capitolo 123: Un po' come i Promessi Sposi

49 2 0
                                    

Francesca's Pov
"Padre Miguel, ora Tommaso mi sta seguendo e non avrà pace finché non mi avrà trovata e distrutta per sempre!" spiegai tra le lacrime.
"Vieni dentro Francesca, so io dove portarti" mi rassicurò lui.
"Ho molta paura padre, davvero" sussurrai.
"No, non ti agitare cara, non ti servirà a nulla, credimi! Lassù c'è Qualcuno che ti protegge e che fa le leggi vere e proprie. Non smettere mai di credere nell'amore, perché presto o tardi l'amore vince sempre."
Quelle parole mi tranquillizzarono un po' e lui, accorgendosene, mi guardò con tenerezza e mi sorrise.
Mi portò in sagrestia e mi fece nascondere dietro un'enorme tenda.
"Tranquilla, ti farò uscire presto. Proprio alle tue spalle c'è una porta secondaria, potrai uscire da lì." mi spiegò.
"Grazie padre."
Furono le uniche parole che vennero fuori dalle mie labbra, secche e quasi incapaci di muoversi.
"Non ringraziarmi. È il dovere di ogni essere umano aiutare il proprio prossimo, e tu non solo sei una ragazza in difficoltà, ma sei anche una persona molto più che meritevole."
Abbassai il viso fino a urtare il mio petto con il mento e versai copiose lacrime.
Dei colpi dati alla porta mi fecero sussultare, ma padre Miguel strinse la mia mano e disse: "Sta tranquilla Francesca, ora vado a vedere."
M'immobilizzai: avevo addirittura paura di respirare!
Mi rilassai leggermente quando sentii la voce di Gabriele.
"Padre Miguél, per caso lei ha visto Francesca?" chiese agitato.
Chissà come si conoscevano?
"Padre, lei sa dov'è la mia Francesca?" ripeté Gabriele con voce agitata e affannata notando che lui non diceva nulla.
"Sì, ma non posso dirti dov'è" spiegò infine padre Miguel, "posso solo assicurarti che sta bene."
"Perché non può dirmelo, padre? Per caso quel maledetto la sta cercando?"
"Non posso dirtelo perché ne va della sua vita! Io so che tu tieni a lei, quindi cerca di capire, ti prego! E non maledire i tuoi nemici, non serve a niente!"
"E come faccio? Chi si occupa di proteggere le persone che ne hanno bisogno? Semplice: nessuno! E allora perché io dovrei risparmiare a quell'imbecille la punizione che merita? Prometto che se le ha fatto del male io..."
"Gabriele, dacci un taglio! Cosa credi di cambiare con quest'atteggiamento? A cosa credi che serva pestare qualcuno?" chiese l'altro leggendo letteralmente i miei pensieri. Gabriele ne aveva passate tante e più di una volta avevo visto le sue guance ardere e i suoi occhi brillare di una rabbia che mi sembrava una valanga pronta a schiacciare chiunque si trovasse sulla sua strada. No, non poteva né doveva succedere un'altra volta!
"Ha ragione, ma se penso che la mia povera Francesca potrebbe essere nelle sue grinfie io..."
"So che le vuoi bene e ti ho già detto che sta bene, non è con lui, ma non posso dire altro! Lei è disperata perché ha paura per te, lo sai?"
"E lei come fa a saperlo?" gli chiese Gabriele.
"Lo so e basta" fu la risposta.
"La prego, mi faccia capire dov'è" lo supplicò Gabriele, ma lui restò in silenzio.
"Ti ho già detto che non posso dirtelo. Metterei in pericolo sia te che lei. Per favore, adesso vai a chiamare la polizia e di' agli agenti di cercare Tommaso il prima possibile!"
Un attimo prima che lui facesse un passo si udì picchiare con più veemenza alla porta di quanta ne avesse usata Gabriele. No, non poteva essere chi credevo!
Altroché se poteva, era proprio lui: quel biondino che mi rendeva la vita letteralmente impossibile e che stava portando al limite Gabriele. Io l'avevo conosciuto più controllato, più tranquillo, ma dopo tutte le avventure che avevamo vissuto il suo cambiamento così drastico non mi stupiva neanche un minimo.
"Padre! Lei sa dov'è Francesca! Per favore, mi dica dove posso trovarla!"
"Tommaso, non posso dirti dov'è, anche perché lei non vuole vedere nessuno!" disse padre Miguel, e in effetti era la verità.
"Ah, sei venuto anche tu a cercarla!" disse Tommaso. Da là dietro potevo vedere la scena e l'avevo visto mentre tirava un pugno all'uomo che ormai, dopo più di un anno di lotta, sapevo di amare.
"Tommaso, smettila!" disse il sacerdote afferrandolo per un braccio. "Cos'hai intenzione di fare, eh?"
"Mi scusi, so che sono in un luogo sacro, ma non sopporto quest'uomo!"
"Tu non sai neanche cosa voglia dire la parola: "Sacro"!" inveì Gabriele. "La ragazza che tu hai picchiato per me è sacra!"
Tommaso gli sferrò un altro pugno, ma Gabriele sembrava incrollabile. Dopo averne prese tante era comprensibile.
"ADESSO SMETTETELA!" gridò il prete. "IL LUOGO NON C'ENTRA PROPRIO NIENTE, IL PROBLEMA SIETE VOI DUE CHE NON SAPETE PARLARE SENZA SUONARVELE DI SANTA RAGIONE O INSULTARVI! E TU, TOMMASO, STAI ATTENTO PERCHÉ PRIMA O POI TUTTO QUELLO CHE STAI FACENDO TI SI RITORCERÀ CONTRO!"
"Ma chi si crede di essere lei? E soprattutto perché dovrei risparmiare a quest'uomo quello che merita? Lui mi ha tolto la donna che amo!"
"Tu non sei innamorato di lei, ne sei ossessionato, il che è diverso!"
Tommaso combatteva con i pugni, Gabriele con le frecciatine. Lo notai quando il volto dell'uomo che amavo fu colpito per l'ennesima volta e a quel punto dimenticai di restare nascosta e uscii allo scoperto. Non ce la facevo più a vederli massacrarsi di insulti e botte.
Mi misi tra loro e se padre Miguel non avesse bloccato Tommaso per le spalle e Gabriele non avesse coperto il mio viso con un braccio anch'io mi sarei beccata un pugno in faccia.
"Per favore, vi prego, adesso basta!" dissi trattenendo a stento le lacrime. "Non si risolve niente scontrandosi gli uni con gli altri!"
Gabriele sembrò rinsavire vedendomi in quello stato e mi tirò in un abbraccio. Tommaso cercò di tirarmi via dalla stretta, ma mi staccai bruscamente inclinando il mio corpo verso sinistra.
"Vattene Tommaso!" dissi tra le lacrime.
"Francesca..." mi chiamò lui esitante.
"TI HO DETTO CHE DEVI SPARIRE SUBITO!" gli urlai contro. "SE HAI UN MINIMO DI CUORE VATTENE E LASCIAMI VIVERE LA MIA VITA IN PACE! NON TORTURARMI PIÙ, PER FAVORE!"

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora