Capitolo 59: Un giovane eroe

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Francesca's Pov
Quando qualcuno che ci ha fatto del male ci dice: "Mi sei mancata" vuol dire che c'è sotto qualcossa di losco, quindi l'ultima cosa che dobbiamo fare è fargli percepire il nostro terrore. È facile a dirsi, ma purtroppo farlo è un'altra cosa.
"Ma davvero? E così ti sono mancata, eh? E cosa ti è mancato, tormentarmi?"
Lui mi afferrò per un braccio, ma io mi ritrassi.
"Non toccarmi!" gridai, ma lui riprese il mio braccio e poco dopo sentii un rumore sordo e poi un dolore atroce alla guancia. Mi aveva appena alzato le mani addosso ed era stato il primo!
A quel punto la paura fu scacciata e la rabbia la sostituì completamente. Non doveva azzardarsi a mettermi le mani addosso, e non perché io fossi chissà chi, ma non lo sopportavo da nessuno, ancora meno da qualcuno che lo faceva di proposito!
Mi rivoltai come una vipera e gli restituii lo schiaffo aggiungendone uno extra.
"Disgraziato!" gridai. "Non devi toccarmi!"
"Ma come ti permetti?" chiese Tommaso.
Mi guardò in cagnesco, afferrò un sonnifero o qualcosa del genere e lo preparò.
"Lasciami stare! Lasciami!" gridai.
Ebbi solo il tempo di vedere un sorriso maligno dipinto su quel volto. Maledetto Casanova!
Gabriele's Pov
Ero insieme ai miei amici e avevamo appena finito di lavorare quando udii il rumore di un'automobile che correva.
Afferrai una maschera e mi coprii la faccia. Iniziai a rincorrere l'auto facendo segno ai miei amici e raggiunsi una casa. La casa estiva di Tommaso!
Lo vidi fermarsi, guardai attraverso il vetro e vidi una ragazza dai capelli e gli occhi color castano scuro distesa sui sedili posteriori. Aveva una guancia rossa. No, la mia piccola Francesca no!
Tommaso scese e io lo afferrai e lo bloccai.
"Come ti sei permesso di mettehle le mani addosso, Casanova?" gridai.
"Guarda che è stata lei a farlo!" mi disse lui.
Aveva una guancia leggermente rossa, ma niente in confronto al segno di Francesca.
"Si vede che ha reagito! E adesso vai pure in casa ma lasciala stare altrimenti ti spacco la faccia!" gridai.
"Scordatelo! E poi chi sei?" chiese Tommaso cercando di raggiungere l'auto, ma lo fermai tirandogli un pugno.
"Se non ne vuoi un altro lasciala stare e vattene" dissi.
Corsi verso l'auto e presi in braccio la mia piccola. Era febbricitante e lui si era anche permesso di malmenarla! La portai più lontano e la feci sdraiare sul terreno inginecchiandomi accanto a lei. Non dovevo togliere la maschera, non per il momento. Accarezzai la sua guancia ferita e passai più volte la mano su quel punto.
Francesca's Pov
Mi svegliai sentendo delle carezze sulla guancia che poco prima Tommaso aveva colpito. Stavo per reagire temendo che fosse lui, ma quando fui fermata delicatamente e la persona al mio fianco parlò mi tranquillizzai.
"Shhh tranquilla, non voglio farti del male!" mi rassicurò. "Non aver paura."
"Ahi!" dissi riferendomi alla guancia che mi bruciava tantissimo.
Mi sentivo umiliata dal gesto di Tommaso. Lo so, avrebbe potuto fare di peggio, ma per me era comunque umiliante essere trattata in quel modo.
"Povera piccola! Mi dispiace tanto!" mi disse il giovane al mio fianco. "Ma ora non piangere, non stare male!"
Come faceva a sapere che ci stavo male?
"Come fai a sapere come mi sento?" gli chiesi.
"Molto semplice! Ti conosco" rispose lui. "Più tardi capirai tutto, tesoro!"
Perché quella parola mi faceva uno strano effetto se la pronunciava lui?
Perché quando mi chiamava: "Tesoro" i miei battiti acceleravano in quel modo?
"Ma perché stai facendo tutto questo?"
"Perché non sopporto che un angelo come te venga trattato così da un mostro." fu la sua risposta. "Tu sei un angelo, capito? E non pensare mai il contrario te lo chiedo per favore!"
La sua dolc€zza mi ricordava qualcuno.
Quasi avesse sentito i miei pensieri si strappò via la maschera dal volto e quando lo vidi non credevo ai miei occhi e mi sembrò di avere le allucinazioni.
"Non mi riconosci, Francesca?" chiese.
"Credo... credo di sì" balbettai. "Sei Gabriele, vero? Il mio angelo custode?"
"Esatto!" rispose lui con un sorriso. "Dimmi: ti fa ancora male la guancia?"
"Un po'" risposi stringendo i denti.
Lui mi si avvicinò e mi baciò la guancia dolorante.
"Spero che questo possa aiutarti" disse dolcemente, "e ti giuro che non permetterò mai più a nessuno di metterti anche un solo dito addosso, lo giuro!"
"No, no! Non voglio che tu faccia niente Gabriele! Non voglio metterti nei guai! Ma non ho le mie cose, non ho un modo per tornare a casa, che faccio?"
"Adesso dico ai nostri genitori che sei al sicuro! Oppure posso accompagnarti! Ma ora non è il caso, stai malissimo!"
"Grazie" dissi con un filo di voce.
Ero ancora molto spaventata da quello che mi era successo e lui se ne accorse.
"Non aver paura" disse. "Non sei sola!"
Lo abbracciai per ringraziarlo. Quando mi sentii meglio chiesi a Gabriele di chiamare qualcuno che potesse venire a prendermi.
L'unica disponibile al momento era mia cugina Diana.
Diana's Pov
Ero appena tornata a casa dal lavooo quando sentii il cellulare squillare.
Vidi il numero e mi accorsi che era quello di Gabriele, quindi risposi.
"Pronto?"
"Diana sono io. Senti, Tommaso ha portato qui Francesca senza permetterle di portare via nulla e ora lei non sa come tornare."
"Dimmi dove siete Gabriele, arrivo subito!"
"Siamo a Salerno."
"D'accordo, arrivo subito! Intanto tu cerca di farla stare tranquilla, sai che mia cugina è estremamente emotiva!"
"Tranquilla, ci penserò io. A dopo."
"A dopo."
Chiusi la chiamata, afferrai le chiavi della macchina e corsi fuori. Ringraziando il Cielo non ebbi la sfortuna di trovarmi imbottigliata nel traffico e arrivai a destinazione in poco meno di due ore.
Quando arrivai, però, vidi la mia cuginetta accanto ad una fontana che cercava di stare in piedi.
"Gabriele, mi sento male" diceva.
"Cosa ti senti?" le chiese lui.
"Mi scoppia la testa... mi gira tutto."
Corsi verso di loro e sostenni la mia piccola. Gabriele appoggiò una mano sulla sua fronte ma la ritrasse subito.
"Piccola che cos'hai? Sei gelida!" disse cercando di tenerla in piedi.
Una smorfia di dolore si formò sul viso di mia cugina. Poi il suo volto si rilassò e stava per cadere quando Gabriele prese i suoi polsi con delicatezza e li mise sotto il getto d'acqua fredda. Per fortuna questo servì a farla stare meglio.
"Sei proprio sicura di voler tornare a casa in questo stato?" chiesi.
"Sì, non voglio che gli altri mi diano per dispersa" risposi.
"Tesoro non è prudente affrontare un viaggio se sei ridotta così!" cercò di convincerla Gabriele.
"Non preoccuparti, mi sento meglio" gli disse lei. "E grazie per avermi aiutata!"
"Almeno lascia che ti accompagni" disse Gabriele, "non sarò tranquillo finché non sarai arrivata a casa."
"Ha ragione" dissi, e subito dopo salimmo tutti in auto. Ogni tanto mi fermavo per guardare mia cugina e chiedevo a Gabriele come procedesse. Eravamo quasi arrivati quando notai un segno rosso sulla sua guancia e capii che qualcuno l'aveva malmenata.
"Francy, chi è stato a farti questo?" chiesi indicando la sua guancia destra.
"No, Diana. Lascia perdere" disse lei.
"Tu sei troppo buona! Ti prego non proteggerlo! Dimmi chi è stato!" ripetei.
"È stato Tommaso! Ma ti prego, non fargli niente! Io gli ho restituito il suo regalo e va bene così" mi supplicò.
"Stai tranquilla, ti giuro che non farò niente se tu non lo vorrai, promesso!"

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora