Capitolo 26: Tommaso alla riscossa!

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Francesca's Pov
💭"Vedi, tempo fa io e Tommaso eravamo amici..." 💭
Quella frase mi rimbombava con prepotenza nel cervello. Come si può tradire così un amico? E poi un amico affidabile e dolce come Gabriele! Lui avrebbe dato la sua stessa vita per un amico! Evidentemente questo per Tommaso era un dettaglio irrilevante, anche se io non ne capivo il motivo.
Gabriele mi guardava preoccupato e io mi limitavo ad abbracciarlo per dirgli che io per lui c'ero e ci sarei stata sempre! Questa volta ero io a dovergli offrire il mio conforto e l'avrei fatto!
"Non ti lascerò mai, te lo prometto!" dissi d'istinto. "Sarò sempre con te!"
"È una cosa molto dolce da parte tua!"
"Io lo faccio perché non voglio che tu stia male e non voglio perderti!" dissi.
Lui mi abbracciò e mi accarezzò i capelli. A quel punto pensai: "Giuro che se continua così me lo mangio di baci, come dice lui!"
"Mi perdoni per non avertelo detto prima?" mi chiese con tono dolce.
"Non hai niente da farti perdonare" dissi. "Ti capisco, non devi scusarti!"
Lui mi sfiorò con delicatezza il collo scaldandolo poiché era alquanto freddo.
"Sono io che devo chiederti scusa!" gli dissi. "Non volevo baciarlo, davvero!"
"Lo so piccola" mi disse con tenerezza.
Proprio in quel momento qualcuno suonò alla nostra porta. Io e Gabriele andammo ad aprire e vedemmo degli uomini in divisa con delle pistole in pugno.
"Non vi muovete per nessun motivo!" dissero quegli uomini.
Io iniziai a tremare in modo convulso e Gabriele, incurante dell'ordine, mi sfiorò dolcemente la testa e mi disse: "Stai tranquilla, andrà tutto bene!"
"Fossi in te non ne sarei così sicuro!" saltò su uno di loro rivolgendosi a Gabriele.
"C-che significa tutto questo?" balbettai. "Cosa volete da Gabriele?"
"Lui è stato accusato di maltrattamento di una minore: Francesca Cordova!"
"Che? Ma Francesca Cordova sono io!"
"Girati!" mi disse un poliziotto. Mi guardò e vide il rigonfiamento dietro la mia testa.
"Cosa le hai fatto? L'hai picchiata?"
"Come potete dire questo di lui che è la persona più buona del mondo?" dissi gettandomi tra le braccia di Gabriele.
"Lo so che hai paura, ma ora l'omertà non ti serve Francesca, è tutto finito!" disse un poliziotto con un tono dolce che voleva essere rassicurante, ma non faceva altro che colpirmi al cuore.
"Non è così, non è così!" singhiozzai.
"No Francesca, non fare così! Se devo andare in carcere per provare che non c'entro nulla va bene, lo farò" mi disse Gabriele. "Non soffrire così piccola! Non ne vale la pena Francy, ti prego!"
"Vedo che hai buon senso caro Gabriele e la cosa non è da tutti i criminali!"
"LUI NON È UN CRIMINALE!" gridai. "LUI È LA PERSONA PIÙ BUONA DEL MONDO, NON POTETE FARGLI QUESTO, NON POTETE FARLO!"
Lui mi accarezzò dolcemente i capelli e sfiorandomi l'orecchio con le labbra mi disse: "Non voglio vederti soffrire!"
"Ma come faccio?" singhiozzai sul suo petto.
"Troveremo una soluzione, te lo prometto" disse dolcemente Gabriele. "A presto mia piccola Francesca!" Detto questo mi baciò le guance e le accarezzò dolcemente per salutarmi. Vidi che gli venivano messe le manette.
"NO, VI PREGO, NON FATEMI QUESTO!" gridai. "NON PORTATELO VIA, LUI È IL RAGAZZO PIÙ BUONO DEL MONDO, VI PREGO!"
All'improvviso sentii che qualcuno mi abbracciava, alzai il viso e vidi Juan.
"Non piangere!" mi disse. "Lui non si arrende mai quando tiene a qualcuno e se c'è una sicurezza nella mia vita è che Gabriele non vuole sapere che stai così, Francesca! Andrà tutto bene, vedrai!"
"Non posso, non posso!" gli dissi. "Ma perché proprio lui? Perché proprio lui che è così buono con me e con chiunque? Tommaso dovrebbe essere in prigione, è stato lui ad aggredirmi, non Gabriele! E sono sicura che sia stato lui a denunciarlo, ci metto la mano sul fuoco!"
Juan's Pov
Aveva ragione, Gabriele era davvero un ottimo amico e una bella persona mentre Tommaso era un bulletto e basta. Il problema era che quel bulletto aveva denunciato Gabriele e suo padre e la madre di Francesca erano in coma e ci sarebbero rimasti per chissà quanto tempo! Lei aveva ragione ad avercela con Tommaso, come darle torto? Non sapevo come confortarla se non con un abbraccio, era l'unica cosa che potevo fare in quel momento. Lei stava male.
"Troveremo una soluzione, vedrai!" dissi nell'inutile tentativo di tranquillizzarla.
Oltre a calmare lei, però, parlavo così per tranquillizzare anche me stesso.
"Grazie" disse lei tra i singhiozzi.
Alzò la testa e si asciugò le lacrime.
Era una guerriera pacifica che non voleva uccidere nessuno ma continuava a camminare a testa alta cercando di dare coraggio alle persone che aveva intorno.
"Come possiamo trovare le prove per scagionare Gabriele?" chiese di colpo.
"Non lo so ancora, ma qualcosa ci verrà in mente, stai tranquilla. L'importante adesso è sapere se il colpevole di tutto questo è davvero quel mostro senza cuore di Tommaso, ma di questo ci occuperemo noi, tu devi riprenderti Francesca, sei molto provata da tutta questa storia!"
Lei sorrise timidamente, come sempre.
"Grazie" mi disse senza sciogliere l'abbraccio.
"Figurati, io lo faccio per te e per lui, siamo molto legati Francesca! Lui mi ha detto che in qualche modo avrebbe continuato a proteggerti e lo farà!"
"Sì, questo lo so" rispose lei, "ma sono comunque molto preoccupata per lui! Non merita di essere sbattuto dentro!"
Aveva ragione! Aveva maledettamente ragione! Che cavolo ci faceva uno come Gabriele in prigione se non perché era stato calunniato? Niente, semplicemente non poteva rimanere in quella prigiooe!
Gabriele's Pov
Erano solo pochi minuti che mi avevano separato dalla mia piccola, ma mi sentivo comunque uno straccio. Non potevo vederla piangere, soprattutto a causa mia o di quell'imbecille di Tommaso! Lei agitava le braccia, gridava la verità come un messaggio di salvezza che però i poliziotti non avevano colto. Per loro ero il solito finto bravo ragazzo o un bullo di prima categoria.
L'unica cosa che mi confortava era il fatto che Francesca si fidasse di me e avesse fatto il possibile  e l'impossibile per difendermi.
Credo che sarebbe arrivata a rincorrere la macchina della polizia e raggiungermi in prigione, ma io non volevo continuare a crearle problemi. Per fortuna c'era Juan con lei, anche se non so come avesse saputo che stavano accadendo cose terribili a casa nostra.
In ogni caso, avendo un brutto presentimento, mi ero confidato con lui e gli avevo detto che avrei continuato a proteggere Fraocesca anche standole lontano.
Mentre pensavo a questo sentii delle voci provenienti dall'esterno della cella in cui mi trovavo e, maledizione, ero lì senza aver fatto male a nessuno!
"Signor commissario, crede che il giudice affiderà la ragazza alla nostra famiglia?" chiese Tommaso.
Già me lo immaginavo con l'espressione dolce e quella finta preoccupazione per la mia Francy. E i poliziotti se la bevevano come se niente fosse!
"Non si preoccupi, con molte probabilità la signorina Cordova sarà affidata alle cure della sua famiglia fino alla guarigione di sua madre o del padre di Gabriele!"
No, questo no! Sarebbe stato troppo per lei, no! Non potevano farle questo!
Stavo per gridare ma mi tappai la bocca con entrambe le mani stringendo le labbra fino a farmi male. Lei non poteva andare in quella casa, l'avrebbero ridotta allo stremo delle forze fisiche e morali, non potevano farlo! Almeno lei non doveva pagare per quello che stavo passando, non doveva!
Presi a pugni quella maledetta porta e cercai di attirare l'attenzione di qualcuno. Alla fine entrò una ragazza, forse l'unica che mi avrebbe aiutato sul serio in quella maledetta situazione.
"È successo qualcosa?" chiese.
"Si tratta di quella ragazza di cui parlano... Francesca Cordova!" dissi.
"Dimmi" mi esortò gentilmente la ragazza.
"Non si può fare niente per evitare che la portino in quella casa?" le chiesi.
"Io non lo so, è il giudice che si occupa di questo genere di cose, oltretutto sono una tirocinante" rispose quasi dispiaciuta di non potermi aiutare.
"Capisco, grazie comunque" dissi.
Silvia's Pov
Ero entrata da poco a far parte del corpo di polizia ed ero alle prime armi.
Mi avevano affidato Gabriele perché dicevano che servisse una persona molto paziente con lui, ma a me sembrava un ragazzo tranquillo. Aveva colpito la porta con foga, è vero, ma l'aveva fatto perché difficilmente l'avrebbero sentito se non avesse agito così. Si vedeva che aveva un profondo legame con quella ragazza e io volevo aiutarlo, ma non sapevo come fare.
"Tieni molto a lei, vero?" gli chiesi.
"Sì, molto, e l'unica cosa che vorrei è sapere che sta bene! Povera piccola!"
"Ehi, se vuoi io sono qui, puoi sfogarti senza problemi" gli dissi. Ero abituata ad agire così con tutti e sembrava molto utile.
"Grazie" mi disse. "Ma... posso chiederti un favore enorme?"
"Sì, dimmi pure" risposi.
"Ho bisogno di vedere come sta, c'è un modo per farlo?" chiese. "Quando andrà in quella casa, intendo! Sai, da come parlano temo che abbiano già deciso!"
"Beh, la casa a quanto pare è vicinissima al carcere. Avvicinati alla finestra, dalle sbarre si vede comunque e si sente tutto! Comunque tranquillo, cercherò di informarmi su questa cosa."
Gabriele mi spiegò com'era la ragazza a livello caratteriale e capii che doveva aver lasciato un marchio nel suo cuore.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora