Capitolo 58: La storia di Cassandra

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Cassandra's Pov
Io sono una persona che ha sempre avuto tutto dalla vita... o quasi.
I miei avevano pareri contrapposti e si separarono quando ero bambina. Da allora non rividi mai più mio padre. La mamma mi dava tutto, certo, ma non poteva darmi qualcuno che mi offrisse conforto. Non avevo amici, almeno finché non incontrai Giada, Carlotta, Giuditta e Jessica. Erano delle ragazze popolari e anch'io diventai una di loro, ma per farlo ero arrivata a fare quello che non volevo e diventai un cuore di pietra.
Il nostro "oggetto di tortura" era lo spirito di Valeria. Poi, dopo un anno di angherie delle quali io stessa mi pentivo tutti i giorni, arrivò quella ragazza, Francesca. Nonostante anche lei soffrisse aveva trovato la fohza di colpirci con l'arma che utilizzavamo e al tempo stesso detestavamo più di tutte: l'umiliazione! Quel giorno avevo sentito che sarei diventata lo zimbello della scuola, ma lei, che ci aveva rivelato tutto, era intervenuta.
Raccontai tutto a Francesca, Valeria e Nicolas e corsi ad abbracciarli.
"Ehi! Dai, adesso non piangere!" disse Francesca stringendomi a sé. "Ma guarda i casi della vita, adesso sono io ad asciugare le lacrime a qualcun'altro!"
"È vero! Prima io ti facevo piangere!"
"Dimentica, dimentcca" disse Valeria.
Dopo la scuola andammo tutti a casa mia.
La mamma fu felice di conoscere i ragazzi e di sapere che avevo definitivamente cambiato le mie abitudini. Sorrise ed invitò i ragazzi a restare con noi, per cui pranzammo insieme.
All'improvviso, però, mentre parlavamo del più e del meno, vidi Francesca girare il viso dall'altro lato.
"Che ti succede piccola?" le chiesi.
"Gabriele! Sono preoccupata per Gabriele e mi manca tanto" rispose lei.
Vidi che i suoi occhi erano pieni di lacrime ed erano sul punto di straripare, quindi le corsi incontro e l'abbracciai fortissimo.
"Non piangere!" dissi sentendola singhiozzare tra le mie braccia. "Lui starà bene Francesca, stai tranquilla!"
Francesca's Pov
Non me la sentivo di pensare che potesse accadere qualcosa al mio angelo.
Cassandra mi prese il polso per tranquillizzarmi, ma io mi ritrassi subito.
"Ahi!" dissi con un filo di voce.
"Che cos'hai, Francesca?" mi chiese lei.
"Il b-braccio!" balbettai contorcendomi dal dolore. "Mi fa un male terribile!"
"Oh cielo, ma tu stai sanguinando!" mi disse Cassandra. "Dai, vieni con me!"
Mi portò in bagno e mi fece mettere il braccio sotto un getto d'acqua fredda. Avvertii una sensazione di refrigerio e al tempo stesso di dolore. Strinsi un po' i denti e la guardai come per supplicarla di fermarsi per un istante.
Lei capì immediatamente e si fermò di scatto.
"Scusami" disse, "ti sto facendo male?"
"Un pochino" risposi abbassando la testa.
"Farò più piano" mi disse.
All'improvviso mi trovavo in quella situazione e mi apparve davanti la faccia di Tommaso che tentava di farmi del male.
"Mio Dio tesoro, che succede?" chiese Cassandra guardandomi preoccupata. Parlava esattamente come il mio angelo.
"E se fosse stato Tommaso a spararmi?"
"Che?" Cassandra mi guardò interdetta.
Sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia fronte e mi venne in mente quello che faceva Gabriele tutte le volte che mi ammalavo.
"Tesoro, che cos'hai?" chiese preoccupata. "Sei bollente!"
💭"Oh santo cielo piccola, sei bollente!" aveva detto Gabriele. 💭
Avvertivo dei brividi che percorrevano tutta la mia schiena.
"Almeno la ferita si è rimarginata." mi disse Cassandra. "Ora sdraiati sul mio letto che facciamo scendere questo febbrone!"
"Grazie" dissi. "Sei davvero gentile."
"Fino a qualche giorno fa avevo dimenticato cosa fosse la gentilezza." disse Cassandra con un dolce sorriso.
Mi adagiò una pezza bagnata sulla fronte e nonostante avessi freddo riuscii a resistere ricordando che era per il mio bene.
Poi arrivarono Valeria e Nicolas.
"Se vuoi possiamo chiedere a qualcuno di accompagnarti a casa" mi propose Nico.
"No, no, ce la faccio" dissi alzandomi.
Salutai e ringraziai tutti, poi mi diressi verso casa un po' barcollante. All'improvviso sentii che le forze mi venivano a mancare, ebbi un giramento e persi conoscenza.
Laura's Pov
Stavo facendo un giro per la città quando vidi un fagottino per terra. Mi avvicinai, scoprii il volto della ragazza e mi accorsi che era... la mia amica Francesca!
"Oddio Francy! Tesoro, che cos'hai?"
"Laura, che ti succede?" chiese Andrea che era venuto con me.
Gli feci segno di avvicinarsi e lui mi raggiunse e si accorse della mia amica.
"Accidenti! Francesca! Ehi Francesca! Mi senti?"
Lui la scosse più volte ma lei non reagiva.
"Acqua! Mi serve dell'acqua!" dissi.
Andrea corse verso una fontana e mi procurò un bicchiere d'acqua ghiacciata.
Le bagnai la faccia e nel farlo dovetti ritrarre subito la mano perché la mia povera amica del cuore era febbricitante e sembrava che stesse soffrendo molto.
Aprì gli occhi e ci guardò spaesata.
"L-Laura... A-Andrea" balbettò. "Mi sento male. Mi sento davvero m-male."
"Su, coraggio! Ora ti aiuto ad alzarti." dissi tendendole il braccio per aiutarla a rialzarsi. Tremava.
La portammo a casa sua e la madre e il suo compagno si girarono verso di noi.
"Oh mio Dio, ma che le è successo?" ci chiese sua madre.
"Era a casa di una compagna quando si è sentita male" rispose Andrea.
Il compagno di sua madre si avvicinò e la prese per mano.
"Su, vieni" disse gentilmente.
La portò a letto e noi lo seguimmo.
Francesca's Pov
Mi sentivo la febbre e mi girava la testa.
"Mettiti giù Francesca, stai tranquilla" mi disse dolcemente Giorgio, mettendosi seduto accanto a me sul letto.
Mi appoggiò una mano sulla fronte, ma si ritrasse un attimo dopo guardandomi preoccupato.
"Ma tu hai la febbre altissima!" disse.
"Mi scoppia la testa" sussurrai prendendomi il viso tra le mani.
"Adesso vado a prepararti una medicina" disse mia madre. "Tu cerca di riposare un po' e non preoccuparti di niente."
Detto questo mi baciò dolcemente la fronte.
Uscirono tutti dalla stanza e si allontanarono... ma quello fu il momento peggiore. Ero preoccupata della mia febbre, ma i miei timori passarono ad altro quando sentii un rumore proveniente dalla finestra.
"Ma guarda chi si vede! La povera, piccola e dolce Francesca!" disse una voce familiare ma non rassicurante. Era Tommaso!
"Che... che cosa vuoi?" balbettai.
"Beh, adesso che Gabriele non c'è tu potresti..." iniziò, ma non lo lasciai finire: "Niente disgraziato, niente! E sai cosa? Tu non mi sei mancato per niente!"
"Ma perché, Francesca? Tu mi sei mancata tanto!" disse Tommaso ridendo.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora