Capitolo 46: Senza di lui

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Francesca's Pov
All'improvviso lui tese la mano, prese la mia e la strinse forte nella sua. Il mio cuore iniziò a battere fortissimo.
"Avete visto? Avete visto?" chiesi.
"Sì Francesca! Lui ti ha sentita ed è un buon segno" disse Juan sorridendo.
Era un sorriso minimo, certo... ma era sincero.
"Io vado a chiamare qualcuno." disse Laura correndo fuori da quella stanza.
Poco dopo arrivò il dottore che mi si avvicinò, mi accarezzò la testa e disse: "Stai tranquilla, Gabriele starà bene e molto presto ritornerete a casa!"
Mi allontanai per permettergli di visitare il mio angelo e poco dopo il dottore disse: "È una cosa buona che si sia mosso, ma ora non lo sta facendo!"
"Che significa dottore?" gli chiesi.
"Purtroppo vuol dire che adesso siamo al punto di prima." disse lui abbassando la testa.
All'improvviso il macchinario che controllava il cuore di Gabriele iniziò a trillare molto velocemente.
"Dobbiamo portarlo fuori per curarlo" disse il dottore prendendo Gabriele e portandolo via.
Rimasi lì, accanto a quel letto, completamente incapace di reagire alle emozioni che mi stavano travolgendo come delle altissime onde in un giorno di tempesta. Poi persi il controllo di me stessa, abbassai la testa fino a toccare il pavimento con la fronte e scoppiai in un pianto disperato. Stavo malissimo e avevo paura di non vedere mai più il mio angelo custode. Luigi mi fu subito accanto e mi aiutò a rialzarmi.
"Francesca, ti prego, ora basta piangere! Vedrai, andrà tutto bene!" mi disse stringendomi forte al suo petto.
"Non ce la faccio Luigi! Ho paura!"
"Hai ragione Francesca, ma adesso lui ha bisogno di tutti noi, soprattutto di te, e io so che tu sei forte! Ti staremo sempre accanto, tutti quanti, non preoccuparti, ma ti prego, non fare così!"
Presi un respiro profondo e cercai di calmarmi, ma era semplicemente impossibile. Doveva essere un incubo. Fui costretta a ripetere quell'operazione per non so quante volte prima di riuscire a smettere di piangere. Poi mi guardai la mano destra e ricordai quella volta in cui lui, muovendo le dita sulla mia pelle, aveva lasciato una frase scritta dentro di me.
"Mi serve un foglio! E anche una penna!" dissi agitata.
"Perché Francesca? Che ci devi fare?"
"Devo scrivere una cosa a Gabriele!" dissi.
"Cosa? Che devi scrivere piccola?"
"È... è come un canto di speranza! Me l'ha insegnato lui, cioè, non è una canzone, sono due parole, ma per me valgono molto, anzi moltissimo!"
"Tieni" disse Caterina dandomi carta e penna.
Io presi il foglietto, lo strinsi al cuore e vi scrissi: "Un canto di speranza... due parole semplici, ma uniche! Me le hai insegnate tu, ma ora devi usarle! Jesce Sole!"
"Mettilo qui, non ci sono le apparecchiature!" mi disse Denise.
Misi il foglio sul letto e aspettai che riportassero Gabriele nella stanza.
"Stai meglio, Francesca?" mi chiese Andrea.
"Sì, adesso va meglio" risposi.
Poco dopo Gabriele fu riportato nella stanza e io misi il foglietto nella sua mano sperando che potesse leggerlo in qualche modo.
"Ragazzi, purtroppo devo dirvi una cosa! Ma lui non deve sentirlo dire, non voglio che stia male" disse il dottore.
Oh com'era sensibile, meno male! Aveva un grande cuore se sentiva che lui sarebbe stato male se avesse sentito quello che il dottore stava per dirci.
Uscimmo dalla stanza e il dottore disse: "Beh, ecco, quel povero giovane è in condizioni davvero molto gravi! Vedete, c'è un rischio purtroppo! C'è il rischio che... che lui... possa restare così per sempre! Mi dispiace tanto!"
"Come?" Un altro schiaffo al cuore. Se si fosse trattato di un uomo sarebbe stato costretto a letto a vita se avesse ricevuto tutti quei colpi. "La prego, mi dica che ho sentito male, che ho bisogno di una visita dall'otorino, mi dica quello che vuole, ma non questo! Glielo chiedo in ginocchio, la prego!"
"Povera piccola! Santo cielo, mi dispiace! Ti giuro che non voglio che tu stia male, ma non posso fare molto!"
"Oh santo cielo... non può essere vero! Lui non può lasciarmi, non può restare in questo letto per sempre, non può, no! Te lo chiedo per favore, non andartene Gabriele, non mi lasciare, per favore!"
"Oh no Francesca, ti prego!" disse Juan appoggiandomi una mano su una spalla. "Ti prego, guardami: di' qualcosa! Te lo chiedo per favore! Ti prego piccola, dimmi qualcosa!"
Quella voce era lontana, sentivo che qualcosa non andava, mi sentivo svenire.
Juan's Pov
Povera bambina, questo non doveva assolutamente succedere! Quella povera creatura innocente stava tremando, almeno finché non svenne cadendo da un lato e battendo la testa.
"Oh no Francesca!" disse Luigi afferrandole un braccio prima che cadesse.
"Ragazzi, mi serve qualcosa di freddo, molto freddo!" dissi tirandola su e facendola distendere sulle mie ginocchia. "Oh mio Dio... un'altra volta! Per favore bambina mia, devi reagire!"
Luigi mi portò una pezza molto fredda e io gliela posai sulla testa. Le tempie battevano e la febbre stava salendo vertiginosamente. Per fortuna dopo un po' Francesca si riprese.
"Non può essere! Davvero, non può essere vero! Gabriele! No, Gabriele, no!"
"Adesso calmati, per favore! Se continui così ricovereranno anche te!" dissi dolcemente. "Andrà tutto bene!"
"Juan... Grazie" balbettò lei. "Grazie per avermi tenuta così, grazie! Scusa... non voglio essere un peso né per te né per nessun'altro, sul serio!"
"Ma tu non sei un peso, hai capito? Tu hai un grande fardello sulle spalle e sei piccola, per questo devi piegarti per sostenere quel peso! Ma allo stesso tempo sei anche grande perché sei stata capace di prendere tutto questo sulle spalle e stai facendo del tuo meglio perché le cose vadano bene, lo sai! Non ti alzare così in fretta, potrebbe girarti la testa! Ti aiuto io ad alzarti! Piano, piano, così, brava!"
"Perché è successo tutto questo, perché? Perché c'è stato quell'incidente, perché lui sta così? Ti scongiuro dimmi che è un incubo, un brutto incubo, te lo chiedo per favore!"
Piangeva come una disperata e non ce la faceva nemmeno a stare in piedi.
"Gabriele accidenti, svegliati! Questa povera creatura sta malissimo! Te lo chiedo per favore, trova l'uscita" pensai. "Fratello svegliati, ti prego!"
Luigi's Pov
"Come sta, si è ripresa?" chiesi.
"Per essersi ripresa si è ripresa, il problema è che sta male, povera piccola!" disse Juan stringendo al petto la povera Francesca.
Mi unii anch'io all'abbraccio e a poco a poco Francesca riuscì a calmarsi.
"Devo sapere come stanno i miei! So che stanno male, devo capire cos'hanno!"
"Quella ragazzina è delicata, ma ha una grande forza d'animo! Povera Francesca!" pensai.
"Stai tranquilla, vai a casa dei tuoi!"
"E Gabriele? Come faccio con lui?"
"Ci siamo noi con lui, stai tranquilla" la rassicurai.
Francesca's Pov
Corsi a casa e trovai mia madre distesa a letto con accanto il padre di Gabriele che le avvolgeva uno straccio attorno ai polsi.
"Mamma! Giorgio! Ma che è successo?"
"Gabriele! L'incidente di Gabriele!"
Volevo piangere, ma non potevo, non davanti a loro, di sicuro stando così non potevano consolarmi, stavano male.
"Adesso non vi preoccupate, siete convalescenti da un coma molto più lungo del mio, quindi dovete stare tranquilli e non pensare a niente!"
"Bambina mia, è un peso eccessivo per una ragazza così giovane! Per favore!"
"Mamma, guarda come stai, non posso pretendere di portarti in ospedale, al massimo lo posso fare per sapere come stai e... Mamma!"
Cacciai un urlo disperato quando la vidi svenire. "No mamma no, ti prego!"
"Aiutami piccola, ti prego! Dobbiamo portarla immediatamente all'ospedale!"
Aiutai il padre di Gabriele, che si poteva considerare anche il mio, a sollevare mia madre e la portammo in ospedale. I medici la portarono subito via e chiamarono anche lui in camera con lei, forse per chiedergli come fosse successo.
"Oh cielo Francesca, cos'è successo?"
"Si tratta di mia madre! Mi stava parlando e all'improvviso è svenuta! Ma non cambierà niente! Nessuno deve sapere niente all'infuori di noi, tantomeno Giada e il suo branco di oche!"

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora