Capitolo 120: Aggressioni e nemici

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Arianna's Pov
Avevo appena saputo che Francesca era stata arrestata.
Il motivo, poi, era... assurdo!
"Una ragazza adolescente rispondente al nome di Francesca Cordova è stata arrestata ieri, motivo: aggressione!"
Vidi la foto dell'aggredito e mi si bloccò il respiro: quello era... Luigi!
In quel momento ebbi un flash. Tommaso era uscito di casa subito dopo aver parlato con lei e forse questo stava a significare che... No! No!
"No, no, mio fratello non può aver fatto una cosa del genere, non può essere" dissi sottovoce chinando la testa e facendola scontrare con il mio petto. Ero molto scossa, Tommaso una volta non era così. Quando eravamo bambini la nostra si poteva definire davvero una famiglia felice.
E ora? Che cosa eravamo ora? Dei mostri! Ecco cosa eravamo!
Basta, dovevo assolutamemte distrarmi!
Uscii di casa, avevo bisogno di schiarirmi un po' le idee e il cambiamento d'aria mi avrebbe fatto senz'altro bene.
All'improvviso, ironia della sorte oserei dire, sentii Tommaso parlare con due loschi individui.
"Direi che il nostro piano ha avuto un risultato strepitoso!" disse uno di quei due, mentre mio fratello sghignazzava.
"Il ragazzo non potrà difendere la signorina..." interloquì il secondo. "La signorina Francesca. Però è un vero peccato che una ragazza così bella debba passare gli anni migliori della sua vita in una prigione! Io l'ho vista e sembra quasi un uccellino caduto dal nido, così spaesata... così spaventata..."
Tommaso aggrottò la fronte guardandolo. Lui poteva infangare la mia amica, ma se qualcuno le avesse fatto un complimento... sarebbe scoppiato il finimondo! Cose del tipo: "Guai a chi tocca la mia Francesca!" Sì, proprio così, come se lei fosse una sua proprietà! Mi faceva venire la nausea quando si comportava in quel modo!
"Ah, e così sei stato tu" dissi saltandogli quasi addosso e dandogli uno spintone.
"Arianna, questo non ti riguarda!" disse con tono secco.
"Non ci credi neanche tu!" ribattei dando alla mia voce la maggior forza di cui ero capace. "Sei stato tu, insieme a quei due distinti signori ad aggredire Luigi e far ricadere la colpa su Francesca!"
"Senti capo, io credo che dovresti calmare questa ragazza. Le sue accuse sono un pericolo per tutti noi!"
"Ci penso io" disse Tommaso afferrandomi per un braccio.
"LASCIAMI IL BRACCIO!" gli gridai contro.
Per tutta risposta lui mi tirò uno schiaffo che mi fece quasi spaccare il labbro superiore, ma mi ferì soprattutto al cuore.
"STAI ZITTA! TU NON SEI NESSUNO PER GIUDICARE LE MIE SCELTE! FRANCESCA MERITAVA DI ESSERE ARRESTATA E DOVRAI FARTI BASTARE QUESTO, TI È CHIARO?"
"Perché le stai facendo questo, perché?" chiesi in un sussurro.
Un altro ceffone poco sotto l'occhio mi fece sanguinare e scottare il viso. A quel punto il controllo lo persi io e gli restituii tutto.
"Azzardati a toccarmi ancora e in carcere ci finisci tu! Anzi no, prima ti prendo a schiaffi e poi ti denuncio! E non ci metto il: "Se mi tocchi ancora", vado subito a denunciarti e... e non..."
Tommaso alzò un braccio per colpirmi di nuovo, ma qualcuno lo afferrò per il colletto sbattendolo contro il muro. Quando mi resi conto di chi mi stava aiutando ebbi paura per lui: quell'uomo senza scrupoli che avevo scoperto essere mio fratello Tommaso sarebbe stato capace di qualunque cosa.
"Toccala ancora e passerai dei guai molto seri, intesi? Quello che non ha alcun diritto qui sei tu!" soffiò Marcello sfiorando quasi il viso di mio fratello.
MIO FRATELLO! Quelle parole mi facevano orrore dopo quello che mi aveva fatto. Lui era lo stesso fratello che quando ero bambina mi raccontava le fiabe? Era lo stesso fratello?
Sentii qualcuno avvicinarsi e una mano mi sollevò delicatamente il viso. La mia pelle e il mio cuore bruciavano tantissimo.
"Piccola! Ehi! Ti prego, guardami!" disse dolcemente. "Tu non hai alcun motivo di vergognarti. La sola persona che deve vergognarsi è lui! Oh santo cielo, che brutto livido ti ha fatto quella bestia! Vieni, devo disinfettarti le ferite!"
Mi prese per mano, mi portò in un bagno interno ad un bar lì vicino coprendomi in modo che i clienti non mi vedessero. Sapeva che mi vergognavo.
"Le donne non si sfiorano neanche con un fiore" mi disse.
Mi disinfettò le ferite e cercò di non farmi male. Ad un tratto sussultai per il dolore.
"Scusa, scusami principessa!" disse baciandomi le ferite. "Ti prometto che farò più piano!"
"Ti rendi conto di che razza di fratello mi ritrovo? Quella specie di mostro è la stessa persona a cui io voglio bene, la stessa persona che mi raccontava le favole quando ero bambina!"
Scoppiai in lacrime, ero disperata, avevo paura del mio stesso fratello!
"Ehi! Basta! Ti prego, adesso basta!" cercò di calmarmi, ma io sussultavo, singhiozzavo, avevo paura.
"Ari..." sentii la voce di mio fratel... di Tommaso alle mie spalle.
"Che cosa vuoi, disgraziato?" chiesi furente. "Quello che volevi dirmi me l'hai già detto. Ora sparisci!"
"Arianna, ti prego, ascoltami un momento!" mi scongiurò lui.
"NON VOGLIO! TI È CHIARO? NON HO NESSUNA INTENZIONE DI STARE A SENTIRE UN DISGRAZIATO, VIOLENTO E IRRECUPERABILE COME TE! E SAI COSA? MARCELLO, FERMALO, TI PREGO! IO PARLERÒ CON LA POLIZIA!"
"Sono tuo fratello, Ari!"
"NON ME NE IMPORTA UN ACCIDENTE DI QUESTO! TU NON TI SEI FATTO ALCUN TIPO DI SCRUPOLO A PRENDERMI A SCHIAFFI, NONOSTANTE IL NOSTRO LEGAME! E SE NON FOSSE PER DAVIDE CHE È L'UNICO A MERITARE UN PO' DI RISPETTO IO TI RIEMPIREI DI LIVIDI!"
Tommaso si agitava, ma  Marcello non lo lasciava andare per evitare che lui mi toccasse un'altra volta.
"Tu che cosa avresti fatto se qualcuno ti avesse ingannata? Anzi, mi correggo, lei ti ha ingannata!"
"Beh, mai quanto te!" risposi. "Tu mi hai ingannata!"
"E come?"
"Semplice! Da bambina ti vedevo sempre accanto a me, a raccontarmi fiabe, a coccolarmi, a rassicurarmi..."
"E poi l'hai trattata come se fosse un..." disse Marcello, per poi mordersi le labbra. "Un animale..."
Ci allontanammo in fretta dal bar.
"Marcello..." dissi, "io voglio andare al carcere! Devo parlare con Francesca!"
"Va bene... ora ti porto al carcere, ma tu devi stare calma tesoro. Okay?"
Francesca's Pov
Eravamo al refettorio del carcere. Io ero seduta con Rossella ed Emma, con le quali avevo stretto subito amicizia.
"Ma guarda chi si vede! La piccola Emma! Vuoi dell'altra zuppa, tesoro?"
Emma sbiancò quando quella biondina le rivolse la parola.
"Ah, e la novellina? Com'è che ti chiami, carina?"
"Francesca" risposi.
"Ah, bene! Allora ecco a voi!" disse la biondina rovesciando della zuppa addosso a me e ad Emma.
"Ehi! Che modi sono questi?" chiesi. "E poi chi sei tu?"
"Mi chiamo Vanessa e sono la ragazza più rispettata del carcere" rispose lei sorridendo.
"Oh, molto bene! Allora dovresti anche iniziare a rispettare noialtre, o no?"
"Ehm... vediamo... No!"
"Perfetto!" dissi quasi sarcastica. "Allora stai attenta perché uno di questi giorni tutte le ragazze che sono in questa prigione potrebbero rivoltartisi contro!"
"Ah... vedo che sei coraggiosa, signorina!" mi derise Vanessa.
"Forse" risposi per poi avvicinarmi ad Emma che era scoppiata in lacrime. "Emma, vieni con me... Sei... davvero agitatissima e così non va bene!"
La presi per mano e l'accompagnai in cella.
"Siediti, dai!"
Lei mi diede ascolto.
"Dimmi: cosa ti è preso?" le chiesi cercando di essere il più dolce possibile visto che Emma era davvero molto sensibile.
"Quella ragazza mi mette paura" rispose Emma.
"Perché ti spaventa? È una spavalda, tutto qua! Perché stai piangendo?"
"Perché lei è una ragazza molto aggressiva e dopo quello che le hai detto tu sei... sei nel suo mirino!"
"Non devi preoccuparti per me" le dissi, "ho imparato a difendermi da carogne ben peggiori di lei, tranquilla! Soprattutto quella per cui sono chiusa qua dentro. Okay, ora cambiamo discorso che è meglio..."
Sentivo che se fossi andata avanti avrei iniziato a provare molto più che semplice astio verso Tommaso.
"No, aspetta un momento! Quindi non sei stata tu a massacrare di botte quel povero ragazzo!"
"No, Emma! Lui è mio amico, perché avrei dovuto colpirlo?" dissi tranquilla. "Ma in ogni caso la colpevole sono io, e sai perché? Perché quella persona che l'ha quasi... che gli ha fatto questo, insomma, voleva che ci andassi di mezzo io, lo capisci? Lui voleva che la colpa delle sue azioni ricadesse su di me!"
"Oh povero tesoro, che brutto!" disse Rossella entrando. "Ma perché non lo dici alle secondine o ad un commissario?"
"Perché non c'è alcun testimone e se lo dicessi otterrei solo un risultato: quello che loro credano che io parli così solo per essere scagionata e combinarne qualcun'altra!"
"Senti Francesca, io non sono d'accordo! Se non sei stata tu è giusto che tu sia fuori da qui, anche perché non mi sembri il tipo da rissa!" disse Rossella. "E sei già nella cerchia delle nemiche di quell'arpia di Vanessa! A lei non importa che tu sia nuova, ora che l'hai sfidata ti renderà la vita impossibile!"
"Cordova, hai delle visite!" mi disse la voce grossa della guardia.
"Arrivo subito" dissi alzandomi e salutando le ragazze con un bacio sulla guancia. "A dopo, ragazze!"
Mi diressi verso la saletta del parlatorio.
Vidi Marcello ed Arianna seduti lì ad aspettarmi. Appena li vidi, però, notai che qualcosa non andava. Arianna aveva dei segni sul volto e un brivido percorse il mio corpo.
"Arianna! Oh santo cielo! Ma che cosa ti è successo alla faccia?" chiesi.
Lei si alzò dalla sedia e corse verso di me per abbracciarmi.
"È stato quel troglodita di suo fratello!" disse Marcello.
"Che? Come? Ma... ma come ha potuto fare una cosa del genere?" chiesi.
"Io l'ho sentito mentre parlava con due tizi di quello che è successo a Luigi, gli ho gridato contro e lui mi ha... mi ha praticamente aggredita!" mi spiegò Arianna.
"Che cosa? Oh santo cielo, ma è orribile! Marcello, ti prego, stai attento a lei! Se le accadesse qualcos'altro io non so come potrebbe finire con quel ragazzo!" dissi.
"No! Prima di tutto dobbiamo denunciarlo" disse Arianna, "per questo e per quello che è successo a Luigi! È in una cella che deve stare, possibilmente la cella di isolamento!"
Nella sua voce non percepivo altro che risentimento.
"Ari, ascoltami: allontanati da lui, è troppo pericoloso che restiate in contatto!" dissi seria. "Non preoccupatevi per me. Se davvero l'amore, presto o tardi, vince sempre, qualcuno mi aiuterà a venir fuori da questa situazione!"
"Il tempo è scaduto" annunciò la guardia. "Dovete andare via!"
Salutai entrambi con un abbraccio e mi allontanai dal parlatorio.
Stavo ritornando nella mia cella quando mi sentii afferrare per le spalle.
"Ah, molto bene noveblina! Ti stavo cercando!"
"Bene! Adesso mi hai trovata!"
"Senti, carina, non ti conviene scherzare con me!" disse Vanessa. "E sai che c'è? Oggi ho voglia di prendermela con qualcuno!"
"Oh, ma davvero? E allora perché non dai un pugno al muro, eh?" le chiesi.
"Perché con te sarà più divertente!" mi rispose lei. "Mi dà fastidio il tuo atteggiamento da Robin Hood al femminile!"
"Beh, sarà meglio che ti ci abitui visto che non mi lasceranno uscire molto presto! E sai cosa? Se tu hai voglia di picchiare qualcuno io non ne ho, quindi cercati un'altra vitttima Vanessa, siamo intese?"
"Non provare a fare la bulletta con me! Per quanto tu possa aver ridotto in fin di vita un ragazzo non mi fai paura!"
Iniziai ad avere un tremendo prurito alle mani. Ero tentata di tirarle uno schiaffo, ma il viso di Arianna pieno di ferite mi portò a cambiare immediatamente idea e di conseguenza strategia.
"Senti Vanessa, non so cosa tu abbia in quella testolina bionda, ma sappi che io non sono una delle tue stupide pedine e per tua informazione non sono stata io a fare del male a quel poveretto! Quello che gli ha fatto questo probabilmente aveva la melma nel cervello e nel cuore, esattamente come te!"
"PICCOLA DISGRAZIATA, QUESTA ME LA PAGHI!" Lei mi afferrò per i capelli e iniziò a tirare.
"LASCIAMI! LASCIAMI STREGA, LASCIAMI!" le gridai.
Visto che allontanarmi dal suo corpo per liberarmi era controproducente mi avvicinai di più a lei, fino a farla cadere a terra.
"Lasciami stare ho detto!" ripetei liberando i miei capelli dalla sua presa. "Sei insopportabile, lo sai? E se con Emma hai avuto la strada spianata è solo perché lei è troppo buona per dirti quello che ti meriti, arpia con la faccia d'angelo!"
"No Francesca, questa signorina non cerca nemmeno di somigliare ad un angelo" disse la guardia. "E tu alzati, svelta!"
Questa poi! Io credevo che la guardia avrebbe creduto a lei e rinchiuso me, con la fortuna che avevo in quel periodo avrei potuto aspettarmi di tutto, e invece... Mah!

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora