Capitolo 31: La notte di San Leorenzo

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Francesca's Pov
Quella domanda mi lasciò spiazzata. Non sapeêo da che parte cominciare, ma alla fine decisi di partire da zero. Come sempre tralasciai l'argomento "mio padhe", se così si poteva definire, raccontai solo che mia madre mi aveêa cresciuta contando solo sulle sue forze.
Sorprendentemente lei non fece domande su mio padre e non m'interruppe affatto.
Parlammo a lungo e quando quella giornata terminò mi sentii tranquilla: avevo qualcuno al mio fianco che mi avrebbe aiutata ed ero davvero contenta.
Caterina's Pov
Era il 9 agosto ed era il giorno del processo. Io ero la "spia" incaricata di consegnare quelle registrazioni. Io e i ragazzi facevamo i turni di guardia, non volevamo farci scoprire o essere derubati di quelle preziose registrazioni che avrebbero dato un po' di pace alla nostra amica Francesca. Laura, puntuale come un orologio, aveva consegnato delle foto completamente autentiche del trattamento riservato a Francesca da parte di Tommaso e di chi lo seguiva. Oltretutto avevamo conosciuto Davide e Serena, che sarebbero stati presenti al processo. Era tutto pronto. Dovevamo solo agire.
"Ragazzi, sono molto nervosa!" dissi. "Da questo processo dipende il destino di Gabriele e non solo! Non possiamo permettere che Francesca resti in quella casa, le faranno solo del male!"
"Andrà tutto bene" disse Luigi mettendomi una mano sulla spalla. "Noi stiamo soltanto dicendo la verità, Cate!"
"Sì, ma questo i giudici non lo sanno!"
Alla fine, non so come, mi calmai e andammo a quel dannato tribunale.
Lì dentro dicevano cose orribili, soprattutto quel mostro di Tommaso!
Entrammo e io mi feci avanti dicendo: "Ecco le prove che l'unico colpevole è quel ragazzo seduto lì!" Detto questo indicai la posizione di Tommaso, mostrai le foto, inserii le cassette una per una e Davide e Serena raccontarono i trattamenti riservati a Francesca da Tommaso e chi lo seguiva.
Mentre li ascoltavo mi vennero i brividi. Non avevo la più pallida idea di come Francesca avesse resistito fino a quel momento e come fosse riuscita a non farsi toccare da quei mostri. L'udienza fu chiusa e per fortuna Gabriele fu rilasciato e senza macchie di alcun genere riguardo la giustizia.
"Ora dobbiamo pensare a liberare Francesca!" disse Denise. "Vi prego, non chiamate nessuno dei familiari di Tommaso, non devono sospettare niente!"
"Dovremo andarci questa notte" disse Gabriele. "Devo dirlo a sua cugina!"
Diana's Pov
Era pomeriggio inoltrato e io avevo terminato la mia parte di lavoro. Mentre cercavo Francesca per aiutarla la madre di Tommaso mi prese da parte e disse: "Allora Linda, o forse dovrei dire... Diana..." A quelle parole mi si fermò il cuore. Mi aveva scoperta! "Da questo momento non lavorerai più qui! Sei la cuginetta di Francesca e noi non vogliamo che qualcuno la protegga, ha bisogno di essere educata!"
Ringraziai il mio autocontrollo che mi soccorreva per miracolo, altrimenti l'avrei strangolata in quel momento! Ovviamente si fa per dire, ma sentivo una rabbia attraversare il mio corpo e dovetti serrare i pugni fino a farmi male per non agire con troppa furia. Quello che dissi, però, fu un chiaro segno di rabbia.
"Di che cavolo di educazione potrebbe aver bisogno mia cugina? Lei non vi manda a quel paese solo perché è troppo educata e soprattutto troppo buona, ma se educarla significa maltrattarla vi ci mando io, in questo momento!"
Uscii da quella maledetta stanza sbattendo la porta e vidi la mia piccola in lacrime. Aveva sentito tutto! Avevo paura di averla ferita mentendole... ma quando la vidi correre ad abbracciarmi capii che non era così.
"Ti voglio tanto bene, Diana!" disse.
"Perdonami per averti mentito, ma io so che ti avrei creato solo problemi dicendoti la verità e costringendoti a mentire!"
"Non devi chiedermi scusa, so benissimo perché l'hai fatto e ti ringrazio!" mi disse abbracciandomi fortissimo. Era dimagrita moltissimo in quei giorni e la vedevo piccola e fragile come non mai.
"Ricohda che tutto andrà bene piccola mia! Questa notte guarda le stelle ed esprimi un desiderio!" le sussurrai all'orecchio perché la strega non mi sentisse.
Lasciai andare di malavoglia la mia piccola donna e uscii da quel Castello delle Streghe. Proprio in quel momento mi arrivò un messaggio da Gabriele: "Mi hanno rilasciato! L'incubo è finito, Diana!"
Ero felicissima, ma al tempo stesso ero preoccupata per mia cugina, quindi scrissi: "Gabriele, ti prego, questa notte vai a prenderla! Mi hanno cacciata e non potrò più difendrla! Ti prego!"
Lui mi rispose: "Stai tranquilla, ci penso io!"
Gabriele's Pov
Ci mancava solo questa! Adesso ero davvero preoccupato per la mia piccola!
Andai a casa a vedere cosa le avessero fatto portare dietro e la trovai proprio come l'avevo lasciata. Mentre cercavo qualcosa per arrivare da lei trovai una scala e delle corde. Mi preparai e aspettai la mezzanotte. Comunicai per messaggio ai ragazzi ciò che volevo fare e una volta giunta l'ora fatidica uscii di casa con l'occorrente.
"Sto arrivando! Resisti piccola mia!"
Francesca's Pov
Durante tutto quel periodo mi ero sempre ripetuta quelle due parole che Gabriele aveva scritto con il dito sulla mia mano: "Jesce Sole!" Quella frase mi confortava e mi dava speranza.
Finalmente arrivò la famosa notte di San Lorenzo. Il 10 agosto, che per Pascoli era tragico, per me significava speranza. Io credo nelle stelle cadenti e credo nei sogni che diventano realtà.
Salii in camera mia e aprii la finestra. Aspettai con ansia la stella che mi avrebbe dato una nuova luce di speranza e quando la vidi sentii davvero il suono delle campanelle. Portai entrambe le mani al petto ed espressi il mio desiderio: "Vorrei che il mio angelo venisse a liberarmi!" Subito dopo mi spostai dalla finestra e mi preparai per mettermi a letto. Proprio in quel momento avvertii una presenza al mio fianco. Afferrai la prima cosa che trovai, ovvero un cuscino, e stavo per reagire quando lui mi prese con delicatezza il polso e disse: "Ferma, ferma!"
Ero terrorizzata e iniziai di colpo a tremare come una foglia. Volevo gridare, ma lui mi disse: "No, non aver paura, Francesca! Tranquilla, sono Gabriele! Voglio portarti via di qui, calmati!"
Lasciai cadere il cuscino e mi gettai tra le sue braccia scoppiando in lacrime.
"È finita, tesoro! Adesso andiamo via!"
Mentre parlava mi accarezzava la testa e quel gesto mi era mancato moltissimo.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora