Francesca's Pov
Quando Valeria si fu completamente ripresa io e Gabriele tornammo a casa.
Prima di andare via, però, le dicemmo di non dare troppo peso alle parole di Giada... teoria che anch'io avrei dovuto mettere in pratica, anche se i miei risultati, come quelli di Valeria, erano alquanto scarsi.
"Gabriele..." gli dissi timidamente.
"Che cos'hai Francy? Hai la faccia preoccupata." mi chiese lui, premuroso come sempre.
Accidenti, quando faceva così mi faceva sciogliere!
"È per... per Valeria! So che vi conoscete e... e io... volevo chiederti... c'è un modo per aiutarla?"
"Beh, quello che possiamo fare è starle accanto, farle capire che le vogliamo un mondo di bene e non la lasceremo mai! Ma io non capisco come sia possibile non voler bene a te!"
"A me? Perché?" chiesi meravigliata.
"Perché tu sei la creatura più piccola, innocente e dolce della Terra!" mi sussurrò dolcemente all'orecchio.
Arrossii a quel complimento. Sentii il cuore martellare e lui se ne accorse poiché aveva un braccio sulle mie spalle e per questo mi strinse forte a sé.
"Che hai, Francesca?" mi chiese. "C'è qualcosa che non va?"
"S-scusami, non ho resistito!" risposi.
"Resistito a cosa? Santo cielo, hai il cuore che batte fortissimo! Cos'hai?"
"Sono molto emozionata, tutto qui!" risposi timidamente.
"È incredibile! Sono passati due mesi e mezzo e tu sei sempre la stessa!"
"E questo... è un... un... m-male?" balbettai.
"Ma no, piccola! Anzi, tutt'altro! È un bene, eccome se è un bene! Io spero che tu resti sempre la mia principessa!"
"Ma... ma non possiamo!" balbettai.
"Sai, tempo fa nei film non si diceva: "Ti amo", ma: "Ti voglio bene". Soprattutto nei film fatti qui da noi."
"Ah, sì! Gli innamorati dicevano sempre: "Ti voglio bene, ti voglio bene", per dirsi che si amavano!"
"Beh, lo faremo anche noi! Ti voglio bene, sorellina!" mi disse Gabriele.
"Ti voglio bene anch'io, fratellino" ricambiai.
"Allora vieni qui." disse lui.
Io mi avvicinai e lui prese le mie mani e mi baciò le guance.
Era dolcissimo.
Decidemmo di rientrare e c'incamminammo verso casa, ma la vibrazione del cellulare di Gabriele ci fece fermare: aveva appena ricevuto un messaggio e il suo volto, dopo averlo letto, esprimeva molta preoccupazione.
"Principessa, credo che mi stiano cercando! Tranquilla, torno subito!"
"D'accordo, allora ti aspetto." dissi.
Gabriele si allontanò e io rimasi su di una panchina, perché lui, prima di lasciarmi, aveva voluto che mi sedessi.
Gabriele's Pov
Il messaggio che avevo ricevuto mi era stato mandato da Nicolas, un compagno di classe di Francesca e Valeria, e diceva che quest'ultima si sentiva male.
Andai a casa sua. Ero molto preoccupato perché fino a poco prima Valeria stava malissimo.
Bussai più volte al campanello e quando Valeria mi aprì vidi che non stava tanto male.
"Vale! Ehi! Come stai?" chiesi preoccupato.
"Ehi Gabriele, ma che è successo? Sei molto agitato, che cos'hai?" chiese.
"Nicolas mi ha mandato un messaggio dicendo che stavi male!" risposi.
"Ma Nico non è mai venuto qui!" disse Valeria. "Lui neanche sa che stavo male!"
"Oh santo cielo, allora ho capito che è successo! Maledizione, non dovevo lasciare Francesca da sola, non dovevo! Devo sbrigarmi! Devo tornare al parco! Vale, tu stai attenta, ti prego!"
Detto questo scappai e lei rimase lì, sbigottita.
Francesca's Pov
Ero seduta su quella panchina quando mi accorsi di non essere sola. C'erano Giada e le sue amiche.
"Ma guarda chi c'è, la povera Francesca! Come mai tutta sola? Il tuo Gabriele ha capito quanto sei spregevole?"
"Giada, mi spieghi cosa vuoi da me?" chiesi.
"Dimmi un po', proprio non ne hai idea? Mmm, vediamo, per esempio tu vuoi fare la paladina della giustizia e a me questo non piace?"
"Di che parli?"
"Della piccola Valeria, ovviamente, la persona che hai salvato dai miei divertimenti! Ma dai, sappiamo tutti che non t'importa di lei! Oh, perché quello sguardo? Ti sei offesa?"
"E perché dovrei? Tu sei una specialista negli insulti!" dissi infuriata.
"Cosa intendi?"
"Che dato il tuo essere tanto perfida non sei degna di nessuna considerazione."
Lei diventò letteralmente verde d'ira.
Per fortuna le mie parole furono sufficienti a farla andare via. Io mi alzai e corsi dietro un albero. M'inginocchiai, chiusi gli occhi e li strinsi forte per fermare le lacrime, cosa completamente inutile.
All'improvviso sentii qualcuno tirarmi su e darmi dei baci sulla guancia destra per confortarmi.
"Che succede principessa? Che cos'hai?" mi sussurrò all'orecchio.
Aprii gli occhi e vidi i dolcissimi occhi cioccolato di Gabriele fissi sul mio viso, che si trovava a pochissimi centimetri dal suo.
"Ehi! Francesca, perché stai così?"
"Niente" mentii, "sai com'è la vita, un giorno si ride, quello dopo si piange."
"Ehi piccola Francesca, guardami! Ti conosco bene e sei troppo trasparente!"
"G-Giada! Mi ha detto cose orribili!"
"Te la senti di dirmi che ti ha detto?"
"M-mi ha detto che tu ti sei accorto di quanto sono spregevole, che non voglio davvero bene a Valeria e che le sto vicino solo per apparire ai tuoi occhi come la paladina della giustizia!"
"Non dirmi che le hai creduto!"
"A volte mi sento una persona orribile! Forse Giada ha un po' di ragione, ma io non voglio apparire proprio niente!"
"Sì, lo so! E so anche che tu vuoi bene a Valeria piccola Francesca!"
"Le voglio bene, ma... ma io non..."
Mi stavo agitando e lui se ne accorse.
"No, non ti agitare!"
"Non ce la faccio più, Gabriele! Non ce la faccio più! Mi sento molto male!"
"Basta piccola! Va tutto bene! Vuoi sapere una cosa? Io non credo per niente a quella strega! Tu sei la mia piccola, la mia Francy!"
Mi baciò la fronte e mi accarezzò la schiena con una mano e i capelli con l'altra.
"Non sei sola, Fra... non più, almeno. Ci sono io con te!"
"Lo so, ma non riesco a dimenticare le cose che mi ha detto quella stre... Giada!"
"Puoi anche chiamarla strega, dopo le cattiverie che ti ha detto lo merita! Ma non devi più stare male per questo!"
"E come faccio? C-come f-fac-cioo?"
Lui chiuse una mano a pugno e mi strofinò il pollice e l'indice sulla fronte.
"Non capisco, cosa stai facendo?" chiesi.
"Sto cercando di cancellare quelle cattiverie dalla tua testa!" rispose lui. "Ma vedo che Giada ha usato molto inchiostro per scriverle!"
In quel momento mi venne da ridere.
"Oh, finalmente! Così voglio vederti!"
"Non sarebbe male se certe cose si potessero cancellare così!" dissi ridendo.
"Io credo che sia possibile Francy!"
"Tu dici?" chiesi sconcertata.
"Ovvio!" rispose lui con un sorriso. "Ma ora vieni qui, ti aiuto a toglierti la terra di dosso!"
"Mi dispiace, ho ridotto male anche te" dissi.
"Dai Francesca, ne è valsa la pena! E poi sono cose che vanno via con acqua e sapone, non è poi così difficile, no?"
Tornammo a casa a cambiarci e uscimmo di nuovo.
"Ehm... Gabriele..." dissi un po' esitante.
"Cosa?" mi chiese lui sorridendo.
"Dove stiamo andando?" chiesi.
"È una sorpresa mia principessa! La prego di avere solo un po' di pazienza!"
Scoppiai a ridere e lui fece lo stesso.
Arrivammo davanti ad un laghetto e lui si fermò.
"Ecco la sorpresa! Che ne dici, vuoi scendere?" mi chiese Gabriele sorridendo.
"E me lo chiedi? Sicuro che scendo!" risposi preparandomi per entrare in acqua... poi notai che il percorso che separava l'esterno del laghetto dal suo interno era alquanto ripido.
"Ma come si scende da qui?" gli chiesi.
"Dammi le mani e salta!" disse Gabriele. "Tranquilla, ti tengo io!"
Presi le sue mani e tremando leggermente saltai in acqua.
Lui fu di parola e poco dopo mi trovai tra le sue braccia. Cavolo che bella sensazione! Era da un bel po' che speravo di stare così e lui lo capì all'istante.
"Dimmi che non ho fatto fiasco, ti prego!" disse in tono scherzoso.
"Fiasco? Ma scherzi? È bellissimo!"
"Infatti scherzo, ma non perché credo di essere il migliore o cavolate del genere, perché sei rilassata e stai ridendo!" disse lui con quel benedetto tono affettuoso che mi faceva fare letteralmente la fine del gelato in piena estate se non lo si mangia subito.
Ci divertimmo moltissimo in quell'oretta e Gabriele riuscì a farmi dimenticare la mia tristezza.
Mentre eravamo in acqua di punto in bianco lui mi si avvicinò ed arrivammo quasi a baciarci. Non sapevo se lasciarlo proseguire o meno, ma alla fine optai per la prima. Non so se fosse giusto o meno, ma in quel momento non m'importava.
Uscimmo dal laghetto e stavamo tornando a casa, ma durante il tragitto io iniziai a tremare. Lui se ne accorse e mi appoggiò qualcosa sulle spalle.
"Ecco, così ti sentirai meglio" disse.
Non avevo mai incontrato qualcuno come lui! O forse l'avevo incontrato, ma non avevo provato la stessa sensazione. Le persone che si comportavano come lui erano Diana e le mie amiche, ma prima quei gesti non mi facevano battere il cuore così forte pur rendendomi felice.
"Grazie" gli dissi lasciandomi condurre verso casa.
"Ma dai, figurati! Non potevo mica farti prendere freddo, soprattutto per il fatto che hai la febbre facile!" mi disse. "Resisti ancora un po', tanto siamo quasi arrivati!"
Quando arrivammo a casa andammo nelle nostre rispettive camere per cambiarci, (la mia finestra era stata sostituita da una finestra fatta interamente di legno.) Era incredibile quanto stessi bene con lui! Non so neanche io come, ma lui capiva tutto attraverso una sciocchezza.
💭"Ehi piccola Francesca, guardami! Ti conosco bene e sei troppo trasparente!" 💭
💭"Ti prego, dimmi che non ho fatto fiasco!"
"Fiasco? Ma scherzi? È bellissimo!"
"Infatti scherzo, ma non perché credo di essere il migliore o cavolate del genere, perché sei rilassata e stai ridendo!" 💭
Lui mi conosceva, è vero, ma anche prima capiva sempre qkando e perché stavo bene o male. Era davvero un angelo, il mio angelo custode, il più dolce e generoso che avessi mai visto.
Mi misi a sedere sul letto e mi presi la testa tra le mani. Tutto sommato la giornata si era conclusa abbastanza bene ed io promisi a me stessa di non credere alle "cavolate" di Giada, come diceva Gabriele. Non gliel'avrei data vinta.
All'improvviso sentii bussare alla porta e quel suono mi risvegliò dai miei pensieri.
"Ehm... chi è?" chiesi un po' esitante.
"Gabriele" rispose la voce dall'altra parte.
"Ah, entra, entra!" risposi sorridendo.
Lui entrò e mi prese la mano destra, la stessa che gli avevo dato quando ci eravamo presentati su quella spiaggia.
"Volevo sapere come stavi" mi disse.
"Ah... va molto meglio, grazie" risposi.
"Ehi! Ti posso chiedere un favore?"
"D'accordo, dimmi pure" acconsentii.
"Non credere alle sciocchezze che ti ha detto Giada" disse, "tu sei un tesoro e questo basta e avanza per farle ridere il fegato dall'invidia!"
"Dall'invidia?" ripetei un po' stupita.
"Sicuro! Altrimenti non farebbe così!"
"Grazie... per... per come mi hai chiamata e anche per avermi detto quelle cose" gli dissi con un timido sorriso.
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...