Capitolo 28: Angeli

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Francesca's Pov
Trattenni le lacrime facendo affidamento sullle mie ultime forze e lasciai che Tommaso, sua madre e le sue due sorelle continuassero ad impartirmi ordini e insultarmi come se non ci fosse un domani. Inoltre, non so come né perché, ma percepivo le carezze di Gabriele tra i miei capelli e sentivo la sua voce che mi sussurrava dolcemente all'orecchio: "Non piangere tesoro! Non voglio vederti triste, hai capito?"
Tutto questo accadde finché non intervenne un giovane.
"Perché non vi fate un esame di coscienza?" chiese. "Non capite che così rovinate sia lei che la vostra anima sporcandola di cattiveria?"
Detto questo mi prese per mano e mi portò via.
"Tu sei Francesca, vero?" mi chiese.
"Sì, ma lei... lei come fa a saperlo?"
"Gabriele mi ha parlato tanto di te!"
"Gabriele!" A quel nome i miei occhi s'illuminarono e sentirlo pronunciare mi rese felice.
"E che cosa le ha detto?" chiesi curiosa.
"Mi dice che sei una ragazza molto matura e paziente, ma allo stesso tempo sei dolce e innocente come una bambina."
"Sa per caso come sta, se è triste, se è arrabbiato o gli è successo qualcosa?"
"Fisicamente sta benissimo, è dentro che sta molto male, è preoccupato per te e non vuole che qualcuno ti ferisca."
Era così dolce il mio angelo! Era in prigione senza essere colpevole di nulla, eppure si preoccupava moltissimo per me!
"Comunque potrai sempre contare su di me e su mia moglie" disse quell'uomo. Credo fosse il fratello più grande.
Entrò una ragazza molto bella, completamente al naturale, con un viso dolce e una bambina tra le braccia.
"Lei è Serena, mia moglie, e quella bambina è nostra figlia, Ginevra!" disse lui indicandole. "Io invece sono Davide, il primogenito di famiglia!"
"M-molto... molto piacere" balbettai timidamente.
"E tu chi sei, piccola?" chiese la signora Serena.
"M-mi chiamo F-Francesca Cordova!" babbettai.
Notai che la bambina non stava bene e all'improvviso si prese la testa tra le mani e iniziò a piangere con disperazione.
"Piccola, che cos'hai?" chiese dolcemente la signora Serena alla sua bambina.
"M-mi scusi..." azzardai timidamente, "posso prenderla?"
"Sì, sicuro che puoi!" rispose la signora Serena mettendomi la bambina tra le braccia.
Eravamo in una piccola stanza e io sedetti su di una poltrona.
Dai movimenti della bambina capii che le faceva molto male la testa e per attenuarle un po' il dolore feci scorrere più volte una mano sulla sua fronte senza mai staccarla del tutto. La bambina sembrò calmarsi e si addormentò tra le mie braccia.
"Come hai fatto?" mi chiese il signor Davide.
"Non so, le ho solo coperto la fronte."
"Allora devi avere un dono!" disse la signora Serena. "Potresti portarla in camera sua, per favore?"
"Sì, ma... non conosco la strada" dissi alzandomi un po' esitante e mettendo la piccola in una posizione più comoda. I suoi genitori mi accompagnarono nella cameretta e io la misi a letto e la coprii per bene.
Credo avesse la febbre per stare così male, poverina!
"Mi dispiace che gli altri ti trattino così" disse la signora Serena, "sei un angioletto Francy, sul serio!"
"Beh, io... io la ringrazio" balbettai.
"Ora vai piccola, devi riposarti un po'" disse dolcemente il signor Davide.
"Mi dispiace che ti abbiano dato la soffitta" disse la signora Serena. "Puoi restare tu con la bambina, Davide? Vorrei accompagnarla."
"D'accordo" rispose il signor Davide.
"Aspetti, vorrei salutare Ginevra" sussurrai. "Come fa Gabriele con me."
"Sei molto dolce." mi disse la signora Serena facendomi avvicinare alla piccola.
M'inginocchiai accanto alla culletta e istintivamente diedi un piccolo bacio sulla fronte della bambina. Ripensai a quando Gabriele faceva questo per me e mi vennero le lacrime agli occhi. La signora Serena se ne accorse e mi strinse forte a sé, come una mamma o come la mia cuginetta Diana. Mi mancava così tanto!
"Dai tesoro, non piangere!" mi disse. "Tutto si può risolvere, chiaro? Non perdere mai la speranza, prima o poi il tuo incubo finirà, non devi stare male!"
"Mi scusi" dissi con un filo di voce.
"No, che dici? Non devi scusarti, è ovvio che con tutto questo dolore tu debba trovare una via di sfogo!" disse la signora Serena. "Ma tu sai che le persone che amano non si arrendono mai e Gabriele non ti lascerà vivere così!"
Mi accompagnò su in soffitta e quando mi misi a letto lei mi rimboccò l'unica coperta che valeva quanto un foglio di carta e mi accarezzò la testa.
"Buonanotte Francy" mi disse dandomi un piccolo bacio sulla guancia, come era anche nello stile di Gabriele!
Era inevitabile: i miei pensieri tornavano sempre da lui e io avrei dato qualunque cosa per eisere davvero un angelo, volare via e raggiungerlo.
Decisi di cambiare il mio stato di WhatsApp e scrissi: "Se potessi scegliere di essere qualcos'altro vorrei essere un angelo per volare lontano dalla Casa della Disperazione!"
Gabriele's Pov
Avevo visto tutto! Vedevo quanta premura aveva verso quella piccola creatura che aveva tenuto in braccio per qualche secondo, vedevo quanto era dolce e generosa la mia piccola Francy, vedevo che aveva pianto, che stava male e che quei mostri la trattavano male! Quanto mi mancava il mio angioletto!
Visto che avevo ancora qualche oggetto utile per comunicare con lei come il cellulare, (chissà per quale miracolo), lessi il suo stato. C'era scritto: "Se potessi scegliere di essere qualcos'altro vorrei essere un angelo per volare lontano dalla Casa della Disperazione!"
Sapevo che dopo tutto quello che le era accaduto era molto stanca, ma decisi di scriverle lo stesso ciò che pensavo.
Io: "Tu sei già un angioletto, il mio dolce e tenero angioletto, e presto le tue ali ricresceranno e voleremo via insieme, mia piccola principessa!"
Inviai il messaggio e mi accasciai al suolo. Mi sentivo davvero malissimo. Non potevo lasciarla in quelle condizioni! Perché non l'avevano affidata a Diana? Lei avrebbe iaputo senza ombra di dubbio come proteggerla!
Decisi di scriverle: dovevamo provare a fare qualcosa, qualsiasi cosa!
Diana's Pov
Mi giravo e rigiravo nel letto, avevo paura per la mia piccola, sapevo che non l'avrebbero trattata per niente bene.
All'improvviso mi arrivò un messaggio da parte di Gabriele.
Gabriele: "Diana ho bisogno di aiuto!"
Io: "Aiuto per cosa?"
Gabriele: "Per liberare Francesca!"
Io: "Come sarebbe a dire? Cioè, fammi capire, che cosa posso fare Gabriele?"
Gabriele: "Devi dimostrare di essere sua cugina e fare in modo che stia con te, almeno finché non uscirò di qui!"
Io: "E con quali prove?"
Gabriele: "Non lo so! Qualsiasi prova che possa aiutarci a dimostrarlo!"
Io: "Aspetta, forse un modo c'è!"
Ricordai che una volta ci eravamo scambiate per gioco una ciocca di capelli ed entrambe le avevamo conservate.
"Fai che non facciano soffrire troppo la mia piccolina, ti prego!" pensai.
Stringendo un po' i denti mi staccai un capello e ne presi uno dalla ciocca. Dovetti aspettare la mattina per andare in laboratorio a consegnare il tutto per farlo analizzare.
Tirai fuori dalla tasca una foto in cui eravamo abbracciate e lei era così piccola e ingenua! Le volevo tanto bene e avevo capito che Gabriele teneva a lei almeno quanto me! Dovevo fare qualcosa!
Quella per me fu una notte da incubo, dovevo fare qualcosa e speravo che la notte terminasse al più presto. Riuscii ad addormentarmi per pochi minuti durante i quali ebbi degli orribili incubi.
Povera piccola!
Chissà come si sentiva in quel momento?
Serena's Pov
Povera Francesca, chissà quante cose gravavano sulle sue spalle in qâel momento e quanto dolore si portava dentro? Perché a volte la gente agisce così per fare del male ad un angioletto?
Non riuscivo a smettere di pensare al momento in cui l'avevo vista scoppiare in lacrime e a quanta dolcezza aveva mostrato nei confronti della mia piccola Ginevra. Sapevo che mia figlia non si fidava facilmente, quindi se lei era riuscita a calmarla doveva esserci una ragione.
"Che cos'hai Serena? Sei preoccupata per qualcosa?" mi chiese Davide.
Ebbene sì, Davide era fatto della stessa pasta di Gabriele: dolcezza allo stato puro! Solo che io non ero timida come Francesca!
"Mi dispiace per Francy" dissi. "È una ragazza molto dolce e non merita tutto questo, proprio non lo merita!"
"Lo so, ma non ho la più pallida idea di come aiutarla" disse Davide.
Eravamo accanto a nostra figlia e io la guardavo: era così tranquilla in quel momento!
Somigliava davvero moltissimo a quella povera ragazza!
"Guardala" dissi indicando Ginevra, "somiglia moltissimo a Francesca, no?"
"Sì" rispose Davide. "Gabriele ha ragione, lei è dolce come una bambina!"
"Sai per caso come sta?" chiesi anche se in fondo conoscevo benissimo la risposta.
"Male" rispose Davide. "Tutta questa storia lo farà soffrire molto e tutto per un capriccio di mio fratello! Vorrei che fossimo rimasti poveri per sempre, ci saremmo arricchiti dentro!"
"Tu hai già un cuore molto ricco.  Il problema ce l'hanno tutti gli altri" dissi. "Però quello che mi dispiace è sapere che ci è andata di mezzo una povera ragazza che non c'entrava nulla!"
"Hai ragione" disse Davide.
Restammo immobili a guardare la piccola Ginevra: era così carina! Pensavo al fatto che con i fratelli di Davide lei si agitava, non voleva che la toccassero e quando lo facevano lei piangeva, ma non gridando, piangeva a singhiozzi come la ragazza che avevo incotqrato quella sera! Né io né Davide avevamo capito il motivo di tanta agitazione finché non li avevamo sentiti parlare di qualcuno che sarebbe stato affidato alla famiglia. Insomma: parlavano di Francy! Dicevano che le avrebbero reso la vita impossibile e solo in quel momento capii le paure di mia figlia. Lei aveva capito fin dall'inizio che quei tre non erano affatto affidabili.
Ginevra si scosse e si portò una mano sulla testa facendoci capire che stava male.
Appoggiai una mano sulla sua piccola fronte e sentii che era bollente.
"Davide, mi serve qualcosa di freddo" sussurrai.
Lui scese a prendere quel qualcosa mentre io cercavo di tranquillizûare la mia Ginevra.
"Calmati amore mio, va tutto bene" le dicevo.
Lei si agitava, ma non gridava, quindi le massaggiai ripetutamente la fronte per alleviare le sue sofferenze.
Davide's Pov
Andai a cercare uno straccio, ma non lo trovavo da nessuna parte. Erano le 5 del mattino e mi sorpresi di incontrare Francesca.
"Cosa ci fai già in piedi?" le chiesi.
"Beh, dovrò svegliarmi molto prima del solito." rispose semplicemente. "Ma è successo qualcosa? Posso aiutarla?"
"Si tratta di mia figlia" risposi, "vedi, le è salita la febbre all'improvviso."
"Capisco" disse lei. "Venga, io ho spesso a che fare con la febbre, forse posso aiutarla."
Prese una pezza e la bagnò sotto l'acqua gelida, dopodiché mi seguì al piano superiore.
Arrivammo in camera di Ginevra e Francesca s'inginocchiò accanto a lei e le appoggiò lo straccio sulla fronte.
"Hai freddo piccola, vero?" chiese. "Non preoccuparti, ti passerà tutto!"
Era davvero una ragazza dolcissima, per quello mia figlia aveva fiducia in lei.

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora