Capitolo 104: Incredibile!

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Francesca's Pov
Entrammo nella stanza di mia madre. Santiago stava tendendo le braccia verso i macchinari che mia madre aveva addosso.
Mi piazzai davanti a lui e lo afferrai per i polsi bloccandolo.
"Non toccarla!"
"Che ti prende Francesca?"
"Vuoi sapere cosa mi prende("
Stavo perdendo il controllo, lo tenevo fermo e piangevo.
"Tu hai cercato di portarmi via la mia mamma! Ho avuto bisogno di te e tu non c'eri! Non potrò mai chiamarti papà!"
Mi maledicevo per aver creduto in lui, ma nonostante tutto non sapevo se denunciarlo, era pur sempre mio padre, anche se non si comportava come un genitore.
"Vattene, Santiago!" Mi voltai al suono di quella voce e vidi Tommaso.
Non ci potevo credere! Era dalla mia parte!
"Tommaso, che ti prende?"
"Lasciala tranquilla!"
Io lasciai i polsi di Santiago e lui si allontanò.
Non capivo perché Tommaso facesse tutto questo.
Lui tentò di abbracciarmi, ma io ero rigida.
"Tranquilla, è normale che tu ora non riesca a fidarti di me."
"Tommaso, ora vai, per favore!" Riccardo aveva capito che ero nervosa, per questo aveva agito così.
"Sì, ora vado."
Era strano anche questo, io ricordavo che Tommaso, quando poteva farmi agitare, lo faceva volentieri, perché stavolta no? Cosa gli era preso?
Mentre mi ponevo mille domande sentii qualcuno afferrarmi per un braccio. Mi voltai e vidi che mia madre aveva aperto gli occhi.
"Mamma! Mamma, sei sveglia?"
"A-amore m-mio, s-stai attenta a... tuo padre."
"Mamma, ti prego, calmati!"
"Io vado a chiamare un medico" disse Laura.
Sperai che il medico facesse presto, la ferita di mia madre si era riaperta e stava sanguinando.
Per fortuna il dottore arrivò subito.
"Allontanati da lì Francesca."
Cercai di spostarmi, ma la mano di mia madre stringeva troppo forte la mia.
"Mama, non preoccuparti, io non me ne vado! Va tutto bene, sta tranquilla!"
Mi spostai appena per permettere al dottore di fare il suo lavoro e quel lavoro per fortuna portò buoni risultati.
"Okay, signora, ora stia ferma e cerchi di non agitarsi" disse il dottore, "un movimento eccessivo potrebbe far riaprire la ferita."
Quelle parole immobilizzarono più me che mia madre.
"Scusi dottore, potrei chiederle una cosa("
Lui annuì e ci allontanammo per qualche attimo.
"Mia madre è fuori pericolo("
"Non ancora del tutto, ma per fortuna siamo abbastanza vicini a questo risultato. Il fatto è che io non capisco come qualcuno abbia potuto farle una cosa simile!"
"La prego, lasciamo stare!"
Lui annuì semplicemente, poi disse che potevo tornare da mia madre. Giorgio, però, era di tutt'altro avviso.
"Francesca, io credo che dovresti tornare a casa, sei qui da giorni, sarai stanca!"
"Non posso lasciare mia madre, Giorgio!"
"T-tesoro, fai come ti dice. Sei c-così bianca che temo di vederti svenuta da un momento all'altro!"
"Va bene, ma non ti agitare!"
Stavolta fui io a darle un bacio prima di andare via.
Poi mi accadde di vedere Gabriele che abbracciava una donna e le diceva: "Mamma!"
Gabriele's Pov
Ero uscito nel cortile dell'ospedale, vagavo senza scegliere una meta definita, quando vidi una donna che usciva.
"S-salve" dissi in un sussurro.
Quella donna somiglianva in modo impressionante a mia madre.
"Ciao" mi salutò gentilmente. "Come mai sei qui tutto solo?"
"Sono qui per la madre della mia... di mia sorella!"
"Allora anche di tua madre!"
"No! Vede, mia madre... mia madre se n'è andata per sempre."
Dalla mia espressione la donna dovette capire cosa volevo dire. Non mi fece domande, ma io le raccontai tutto.
"Un pazzo, un maledetto assassino, me l'ha portata via! Voleva fare del male ad un'altra donna, ma mia madre si è intromessa e lui le ha sparato! E lei somiglia tanto alla mia mamma!"
"Anch'io sono qui per questo! Mi hanno sparato! È stato un uomo... e... tu sei mio figlio: il mio Gabriele!"
La donna mi abbracciò fortissimo. Era come se avesse appena recuperato la sua vita.
Mentre eravamo abbracciati, però, mia madre perse conoscenza.
"Mamma, mamma!"
La chiamavo e la scuotevo, ma lei non reagiva.
"Gabriele!" Francesca mi si avvicinò e mi aiutò a portarla dentro.
Per fortuna i medici dissero che non era nulla di grave e che mia madre si sarebbe ripresa.
"Gabriele, va tutto bene?" mi chiese Francesca.
"Sì, non preoccuparti, va tutto bene" risposi per tranquillizzarla visto che lei aveva già abbastanza problemi per conto suo per potersi occupare anche dei miei.
Incredibile: ora era lei la persona che si occupava di me.
Una volta ero io a proteggerla, ad asciugare le sue lacrime, ma ora non facevo che distruggerla, e per giunta molto lentamente! Mi detestavo da solo per questo.
Volevo tornare il suo angelo, come mi chiamava lei, il suo consolatore, ma non potevo.
"Grazie" le dissi semplicemente.
"Per cosa?" mi chiese lei.
"Perché mi stai accanto e mi offri la tua spala per poter pianhere, anche se ti ho fatto tanto male e te ne sto ancora facendo."
Lei rimase in silenzio per molto tempo a guardare le assi che componevano il pavimento di quell'edificio.
Quello che provavo per lei era un amore impossibile, io non potevo amarla, non potevo darle il mio cuore, non dovevo nemmeno azzardarmi a baciarla, perché avrei fatto del male sia a lei che ad Arianna.
"Io... io l-lo faccio perché t-ti..." disse, riportandomi alla realtà.
Si fermò a metà frase, sembrava che non sapesse se dirmi che mi voleva bene o che mi amava.
"Perché mi...("
Diciamo che la stavo mettendo un po' alle strette, ma dovevo, volevo sapere se lei mi amava ancora...
"Ti prego piccola mia, rispondimi!"
"Gabriele, non farmi più soffrire! Te lo chiedo per favore, smettila di torturarmi!"
"Perdonami, ma anch'io sto male! Ho bisogno di sapere se mi ami!"
"Gabriele, lo sai fin troppo bene, allora perché, perché?"
Lei voleva allontanarsi, ma la fermai prendendole un braccio e cercando al contempo di non farle male.
"Per favore, non andartene!"
"E cosa vuoi che faccia? Io vorrei stare accanto a te per sempre, ma non posso! Non voglio che Arianna soffra o che qualcuno ti chiami traditore o doppiogiochista, perché tu non sei come... come m-mio..."
La sua voce si smorzò fino a spegnersi, come una vecchia candela.
Lei era troppo pura, troppo buona per soffrire tanto.
Io non dovevo macchiare le sue labbra con il mio amore, non dovevo, ma mi bastò pochissimo per crollare.
Le presi il viso tra le mani. Le sue guance erano bagnate, ma allo stesso tempo accaldate, come io le ricordavo.
"Non sei poi tanto diversa da come ti ho conosciuta. Sei sempre la mia piccola timida!"
"Questo è vero, ma io non devo più essere la tua piccola Francesca! Non posso più essere quella ragazza che era spesso febbricitante, che arrossiva ad ogni complimento e che si sentiva piccola e protetta tra le braccia del suo angelo custode!"
Non ebbi il coraggio di togliere le mani dal suo volto.
Le sue piccole labbra tremavano sotto il mio tocco.
"Gabriele, lasciami, ti prego" mi disse.
Io la lasciai andare, ma non ebbi la forza di resistere. Mi avvicinai a lei, tanto da sentire il calore delle sue labbra. Stava tremando, il suo respiro stava diventando irregolare, troppo veloce, e le sue guance erano sul punto di prendere fuoco.
"Gabriele, no!"
Lei mi supplicava e io volevo fermarmi, ma era troppo per me! Anche lei crollò, eravamo troppo vicini, ma era come se i nostri corpi fossero calamitati.
Ci avvicinammo e le nostre labbra si sfiorarono appena. Lei, però, s'irrigidì e si staccò da me.
"Gabriele, ti prego, lasciami andare! Non possiamo farlo!"
Lei aveva già detto tempo prima quelle parole, ma adesso era tutto diverso.
"Aspetta Francesca, ti prego!" dissi, ma lei correva e non vorva né poteva fermarsi.
Spazio Autrice
Ahi ahi ahi, Gabriele e Francesca hanno sfiorato il "tradimento", ed il loro amore è molto forte!
Beh, a dire il vero questo capitolo doveva essere incentrato solo sulle cose belle e incredibili che stanno accadendo nella nostra storia, ma sapete, non sono io a guidare i miei personaggi, sono loro che guidano me!
Beh, dopo questa piccola parentesi è meglio che vada.
Hasta luego!

Innamorata del mio fratello del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora