Francesca's Pov
Agosto passò in fretta, forse troppo, e arrivò il 15 settembre.
Quella maledetta sveglia mi ricordò che sarebbe stato il mio primo giorno di scuola, per giunta in una nuova scuola.
Dopo una veloce colazione in famiglia andammo tutti a prepararci e mentre scendevo le scale sentii qualcuno toccarmi una spalla.
"Ehi Francesca, tutto bene?" mi chiese.
Riconobbi subito quella voce: apparteneva a Gabriele e per me era la musica più bella che si potesse produrre. Aveva un bellissimo effetto su di me.
"Ah... ciao... sì, tutto bene... credo" risposi agitata.
"Sei agitata per il tuo primo giorno?"
"Sì, sono molto agitata" risposi. "Sono molto timida e ho paura delle reazioni che avranno gli altri verso di me."
"Quando conosceranno la tua dolcezza ti ameranno e io dovrò diventare geloso!"
"Tu sei il mio angelo custode" dissi.
"Sei sempre dolcissima" disse dandomi un bacio sulla guancia.
"Io... io ti ringrazio" balbettai.
"Non dire così, non devi ringraziarmi!"
"Te lo giuro, io ti devo moltissimo!"
"Non mi devi niente! Anzi, se vuoi ti accompagno a scuola" mi disse Gabriele.
"No, no, ti ringrazio, io... io v-vado" balbettai timidamente.
"Ehi, cos'è quella faccia preoccupata?"
Gabriele mi accarezzò una guancia. "Su Francy, fammi un bel sorriso, voglio ricordare com'è vedere un angelo sorridere!"
La cosa mi fece sorridere per davvero.
"Oh, bravissima! Così voglio vederti!"
Mi accompagnò alla porta e mi salutò. Ricambiai il saluto e corsi a scuola.
Arrivai giusto in tempo e quando entrai la professoressa disse: "Ragazzi, lei è la vostra nuova compagna: si chiama Francesca Cordova! Vieni Francesca, presentati, raccontaci qualcosa di te."
"Beh, mi chiamo Francesca, ho quindici anni e mi sono trasferita da poco in questo quartiere. Ho una storia un po' complicata e preferirei non parlarne per il momento. Posso sedermi, professoressa?"
"Sì, puoi sederti al banco lì davanti" rispose la professoressa sorridendomi.
Andai a sedermi accanto ad una ragazza.
"Ehm... c-ciao" balbettò timidamente.
"Ciao! Come ti chiami?" le chiesi.
"Valeria! Valeria Smith" rispose lei.
"Ah, molto piacere!" dissi prendendo la sua mano. "Ma... Ehi! Perché stai tremando così? Hai paura di me forse?"
"Io... io non ho paura" rispose Valeria.
"Ehi, tranquilla! Puoi fidarti di me!"
Lei mi sorrise.
Sembrava sorpresa.
Durante la lezione Giada iniziò a dire cattiverie su Valeria e me.
"Ah, il piccolo sgorbio ha fatto amicizia con la sorellastra di Gabriele e... oh scusa! Con la sorellina del cuore di Gabriele!"
Trattenni le lacrime quando vidi Valeria alzarsi di scatto e scappare via correndo.
"Professoressa, mi scusi, potrei uscire un attimo?" chiesi.
"Sì Francesca, vai pure!" rispose lei.
"Giada se le fai fare qualche sciocchezza giuro che mi vendico per quello che mi hai fatto passare!" pensai.
"Valeria! Valeria, ti prego, rispondimi! Valeria, dove sei? Vale!"
La trovai in cortile. Piangeva, si torturava la pelle con le unghie e gridava: "Sono solo un terribile errore!"
Corsi verso di lei e la bloccai.
"Smettila di fare così, ti scongiuro!"
"E a chi importa? Io sono un errore!"
"A me importa, Valeria! Ti prego, non fare così! Non ti servirà a niente!"
L'abbracciai e scoppiai in lacrime.
Valeria's Pov
Non ci potevo credere! Era la prima volta che qualcuno piangeva per me!
Non era la prima volta che mi dicevano che crogiolarsi nella tristezza è inutile, ma nessuno l'aveva detto con voce così dolce, pacata, e soprattutto... triste.
Chi mi parlava di solito alzava la voce e questo non faceva altro che darmi fastidio.
Lei sembrava averlo capito perché mi parlava con dolcezza, era addirittura scoppiata a piangere per non farmi male.
"Santo cielo Francesca, che ti prende? Perché reagisci così?" chiesi incredula.
"Perché io ti voglio bene e non voglio che tu ti faccia del male, non voglio!"
Mi abbracciò fortissimo e mi portò ad una fontana.
"Vieni, ti disinfetto i graffi" disse.
Prese un disinfettante, me lo passò sui graffi e li bagnò con dell'acqua fresca per non farmi sentire un calore eccessivo.
"Adesso entriamo" disse, "è meglio, altrimenti la strega ci trasforma in due ranocchie! Cra-cra-cra!"
Accidenti quanto era allegra! Mi fece ridere la sua considerazione su Giada.
"Mi sei simpatica" dissi.
"Anche tu mi sei simpatica!" ricambiò.
Tornammo dentro e andammo a sederci.
"Come va? Stai meglio Valeria?" chiese la professoressa.
"Sì professoressa, mi sento meglio!" risposi.
Durante la ricreazione Giada me ne combinò un'altra delle sue comparendomi davanti e gettandomi a terra.
"Povera bambina! Mettiti a piangere se vuoi, ma non ti servirà a nulla! La tua amichetta non verrà a salvarti!"
Proprio mentre mi impastavano la faccia con della terra arrivò Francesca.
"Che cosa state facendo?" gridò indispettita. "Che diavolo state facendo a Valeria?"
"Ah, l'eroina della scuola!" disse Giada.
"Su Valeria, alzati!" disse Francesca prendendomi la mano e aiutandomi ad alzarmi.
Avevo la terra sui graffi e mi bruciavano da impazzire.
"Ahi! Ahi!" dissi piangendo.
Mi aspettavo un: "Te l'avevo detto!", ma lei non disse nulla e si limitò a strofinarmi le guance e bagnarle.
"Stai bene?" mi chiese preoccupata.
"S-sì! Sai che somigli a Gabriele?"
"Cosa? Tu lo conosci?" chiese stupita.
"Sì, è tanto caro! Una volta sono stata male e c'era lui lì a curarmi, sai? Mi ha parlato molto di te" risposi con un sorriso. "Sai, mi ha detto che una volta sei stata male perché l'ho incontrato mentre andava allo studio medico e ti ha chiamata: "La mia piccola", è stato davvero molto dolce!"
Lei arrossì e io compresi subito che il suo affetto verso Gabriele era più grande di quanto mi aspettassi. Dopo quell'avventura la giornata trascorse senza intoppi e stavo tornando a casa quando sentii la testa girare e svenni.
Francesca's Pov
Stavo tornando a casa quando sentii un piccolo colpo e corsi da quella parte. Sentii una fitta al cuore quando vidi Valeria sdraiata per terra, priva di sensi.
"Valeria! Valeria che cos'hai? Ehi!"
Trovai il suo indirizzo e la portai a casa, dopodiché la misi a letto.
"Santo cielo Valeria, dimmi qualcosa, ti prego! Te lo chiedo per favore Vale apri gli occhi!"
Lei non reagiva ed io, sempre più preoccupata, decisi di chiamare Gabriele.
Gabriele's Pov
Ero preoccupato per Francesca, era in ritardo quindi decisi di chiamarla, ma lei mi precedette. Le risposi subito.
"Pronto?"
Dall'altra parte sentii una vocina spezzata dai singhiozzi.
Era nel panico.
"Gabriele... scusami tanto... ma io... io... è successa una cosa a Valeria!"
"Francesca calmati, che le è successo?"
"Stavo tornando a casa quando ho sentito un colpo e l'ho trovata svenuta! Per favore Gabry, vieni ad aiutarmi!"
Stava male, lo si capiva da come parlava e piangeva. Corsi a casa di Valeria e trovai la mia Francesca inginocchiata sul pavimento accanto a lei.
"Tesoro, come sta Valeria?" chiesi.
"Non lo so, non si muove, non reagisce!" mi rispose singhiozzando.
Mi avvicinai e le sfiorai la fronte.
"Accidenti com'è fredda!" pensai prendendo la mano di Valeria.
"Dell'acqua! Serve dell'acqua!" dissi.
Lei prese l'acqua e io la gettai sul viso di Valaeria perché si svegliasse.
Lei aprì gli occhi e li coprì con le mani.
"Francy! Gabry! Come mai siete qui?"
La sua voce era molto bassa, doveva essere ancora terribilmente frastornata.
"Vedi, sei svenuta e Francy ti ha portata a casa, poi mi ha avvertito e io sono venuto qui e ti ho trovata così!"
"Grazie" disse Valeria con un filo di voce. "Siete davvero gentili con me!"
"Come ti senti?" le chiese Francesca.
"Mi sento confusa, mi scoppia la testa" disse Valeria prendendosi il viso tra le mani e massaggiandosi le tempie.
"Stai tranquilla" dissi mettendole una mano sulla fronte e facendola scorrere.
"Grazie Gabry" disse Valeria. "E grazie anche a te, Francy."
"Stai tranquilla, va tutto bene" disse Francesca.
All'improvviso Valeria scoppiò in lacrime.
"Valeria che succede? Perché piangi?" le chiesi.
"Sono solo un'impiastra ragazzi!" disse Valeria. "Sono solo un'impiastra!"
"Non dire queste sciocchezze! Tu non sei per niente un'impiastra!"
"Perché dici queste cose Valeria? Che cosa te lo fa pensare?"
"G-Giada!" balbettò Valeria agitata.
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Innamorata del mio fratello del cuore
Teen FictionIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...