Francesca's Pov
Erano passate due settimane dalla notte della fuga e per fortuna né Tommaso né i suoi scagnozzi erano venuti a portarmi via.
Quel mattino di giugno sentii il cellulare squillare insistentemente.
Guardando lo schermo vidi il nome: Serena! Doveva essere accaduto qualcosa di molto grave per farle chiamare una ragazza fuggita chissà dove e quando risposi i miei sospetti furono confermati.
"Pronto?" diisi agitata.
"Oh tesoro mio! Per favore aiutami, la mia bambina è scomparsa!"
"Cosa?" Sentii il mio respiro mozzarsi e mi accorsi di vedere sfocato. Le immagini che mi passarono davanti agli occhi raffiguravano il volto spaventato di una bambina: la piccola Ginevra!
"M-ma... l-l'avete cercata b-bene?" balbettai presa dal panico. "Sei sicura di aver cercato dappertutto?"
"Sì, l'ho cercata dappertutto Francy, non c'è! Ho provato a chiamarla in ogni modo, ma non ho sentito la sua voce! E se le fosse successo qualcosa di grave?"
"No! Senti, cercala in città, io provo a cercarla qui, nei dintorni! Se dovessi avere notizie ti avviserò, stai tranquilla!"
"Grazie Francesca. Scusami, ma sono terrorizzata" disse Serena. "Se dovesse accadere qualcosa alla mia bambina io non potrei sopportarlo!"
"Non le accadrà niente!" dissi per poi salutare e chiudere la chiamata.
Raccontai tutto a Gabriele e uscimmo a cercare la bambina. Eravamo fuori di casa quando sentii un pianto disperato.
"Gabriele! Gabriele, ascolta!" dissi facendogli cenno di avvicinarsi.
Lui mi fu subito accanto e dopo un po' corse di gran carriera verso la bambina e la prese in braccio.
"È lei! È Ginevra!" disse.
Guardandola notai che era incredibilmente rossa. Aveva gli occhi lucidi e gridava, doveva stare molto male.
"Portiamola in casa, ha la febbre altissima" disse Gabriele. "Su Francesca, vieni!"
La portammo in casa e la mettemmo a letto.
"Tesoro! Tesoro, mi riconosci? Ricordi la mia voce? Sono io, Francesca!" le dissi. "Non voglio farti nulla di male!"
Ginevra afferrò la mia mano e la tenne stretta nella sua.
"Cosa posso fare?" chiese Gabriele.
"Mi servono un secchio d'acqua molto fredda e una pezza" dissi velocemente. "Nel frattempo io avverto Serena! Devo dirle tutto quello che è successo!"
Chiamai Serena e le spiegai tutto. Serena sembrava appena un po' più tranquilla, forse perché adesso la bambina era con noi.
Gabriele arrivò con il secchio e la pezza. Io l'afferrai e la immersi nell'acqua per poi adagiargliela sulla fronte. Gabriele immerse le mani nell'acqua e iniziò a bagnare i polsi della bambina che dovevano essere bollenti a giudicare dalla sua espressione preoccupata e dalla velocità con la quale continuava a bagnarsi le mani e a rinfrescare la povera Ginevra.
Intanto io frizionavo la fronte della bimba con la pezza. La poveretta era completamente distrutta, forse stava male da molto.
"Cosa ti ha detto?" chiese Gabriele.
"Ha detto che verrà qui con un medico e con Davide" risposi. "Forse rivedere la sua mamma la farà sentire meglio."
"Non lo so, può darsi" disse Gabriele.
"Non dobbiamo coprirla troppo, potrebbe sentirsi peggio" dissi cercando di comrirla il minimo indispensabile.
"Prova a parlare un po' con lei, come hai fatto quando non si sentiva bene. A casa di Tommaso, ricordi?" eisse Gabriele.
"Ma io le ho attenuato un dolore con la mano" dissi, poi la guahdai e notai che il mal di testa di quel giorno era tornato e ricordai cos'era accaduto quel giorno.
💭Notai che la bambina non stava bene e all'improvviso si prese la testa tra le mani e iniziò a piangere con disperazione.
La madre la teneva in braccio e le sussurrava parole dolci per calmarla, ma senza risultato.
"Mi scusi..." azzardai timidamente, "posso prenderla?"
"Sicuro che puoi prenderla!" rispose Serena.
Presi in braccio la bambina e dai movimenti che faceva capii che le faceva male la testa, quindi feci scorrere più volte una mano sulla sua fronte senza mai staccarla del tutto. Dopo un po' la bambina si addormentò tra le mie braccia. 💭
Ricordando quel momento ripetei quel gesto ma stavolta provai anche a parlare con Ginevra per calmarla.
"Stai tranquilla tesoro, presto arriveranno i tuoi genitori e andrà tutto benissimo, vedrai!" le sussurrai all'orecchio. "Non aver paura, va bene?"
Ginevra sembrò calmarsi e dopo un po' si addormentò completamente sfinita dalla febbre.
Era notte inoltrata e io non volevo lasciarla sola. Presi una sedia e la misi accanto al letto sul quale era sdraiata la piccola, poi le presi la mano.
Le ore passavano lente e uguali.. Erano le tre del mattino e Gabriele era accanto alla finestra. Guardava fkuori per controllare l'arrivo di Serena e Davide con il dottore. Di colpo si girò verso di me.
"Povera piccola, hai gli occhi gonfi e rossi! Se vuoi chiamo Serena e le dico di avvertirci quando arriverà qui. Tu vai a metterti a letto."
"No Gabriele, sto bene" dissi, "non ti preoccupare. Adesso l'importante è la bimba."
Un po' di ragione ce l'aveva, io mi sentivo davvero stanca, ma allo stesso tempo ero molto agitata.
All'improvviso sentii la mano della bambina tremare nella mia e mi girai verso Gabriele.
Lui mi raggiunse, si chinò ad osservare la bambina e le sfiorò la fronte. In quel momento ricordai quella volta in cui lui l'aveva fatto con me.
"Sta molto male, la febbre sta salendo troppo in fretta" disse Gabriele.
La prese in braccio e la immerse con delicatezza nell'acqua facendo attenzione a non farle finire la testa sotto il pelo dell'acqua.
"Gabriele, che stai facendo?" chiesi sorpresa.
"Devo farlo, se va aêanti di questo passo Serena e Davide non faranno in tempo ad arrivare!" rispose Gabriele. "Scusami piccola, ma lo faccio per farti passare questa cosa."
Era così dolce e mi piaceva il modo in cui si comportava con i bambini.
All'improvviso udii una voce che non mi aspettavo di sentire: "Gabriele! Francesca! Presto, aprite la porta!"
Io andai ad aprire la porta e mi trovai davanti Luigi.
Dietro di lui c'erano Serena, Davide e il mio medico curante.
"Cos'è successo alla bambina?" chiese il dottore.
"L'abbiamo trovata così, dottore" spiegai tra i singhiozzi, "non so cosa sia successo né da quanto tempo stia male, so solo che sta soffrendo troppo!"
Gabriele la tirò fuori dall'acqua e tentò di asciugarla. Il dottore la prese in braccio e iniziò ad esaminarla.
Quell'espressione che si dipinse sul suo volto non mi piaceva affatto.
Sembrava la faccia di chi ti deve dire qualcosa ma non ne ha la forza perché sa che quel qualcosa ti farà star male.
"Dottore, che succede?" chiesi preoccupata.
"Purtroppo la bambina sta molto male... dobbiamo ricoverarla il prima possibile!"
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Innamorata del mio fratello del cuore
Novela JuvenilIo e lui siamo quasi fratelli, anche se abbiamo genitori diversi. Il termine "frateellastri" mi sembra un modo conveenzionale per definire ciò che siamo. Ma io per lui provo qualcosa... "Non possiamo farlo!" dissi singhiozzando. "Siamo troppo vicini...