Capitolo 441

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La sua frase mi lascia di stucco,ma inizio a pensare a come ho cantato.

E: io mi sono sentita e mi sono piaciuta.

R: ti sei sentita,ma non ti sei ascoltata secondo me.

Lo guardo confusa,perché per quanto l'italiano non sia la mia lingua madre,sono abbastanza convinta che quei due verbi siano la stessa cosa.

E: cosa vuol dire?

R: tecnicamente sei stata perfetta: nemmeno una sbavatura,ma non ti sei ascoltata davvero.

Continuo a rimanere confusa,perché non capisco cosa intenda con il sottolineare la differenza tra questi due verbi,che a me continuano a suonare identici.

R: non ho sentito Emma persona e anima,ho sentito Emma cantante e voce.

E: io penso di averlo capito bene il testo.

R: a chi o cosa pensi quando la canti? Biondo?

E: sì.

R: qui ti volevo. - mi indica sorridendo - Non credo.

E: ma é così.

R: hai cantato prima pensando a Biondo ed é arrivato un risultato che ora non mi é arrivato nemmeno un po'.

E: io non credo di aver fatto male.

R: non hai fatto male,ma prima eri coinvolta,eri convincente e sentivi ogni parola. Con quella ti sei ascoltata dentro.

E: beh qui il fatto che parli di qualcosa che é finito mi allontana un po' da Simone.

R: non mi convince la tua spiegazione. Ieri ho osservato le lezioni dove provavi i tuoi inediti.

Mi guarda molto serio,ma non con quella sua solita espressione severa che fortunatamente non ha mai usato come me.

R: tra parentesi ti faccio i miei complimenti: Alone mi é piaciuta,ma le ultime due sono bellissime. Comunque in quelle hai tirato fuori le tue sensazioni di quei momenti,anche se ora sono solo cose passate.

E: io ho provato a seguire le mie sensazioni.

R: lo so. - ritorna davanti a me - Proviamo allora ad analizzare le tue sensazioni. Proviamo a capirle.

E: cosa devo fare?

R: tranquilla. - mi sorride - Riflettiamo insieme. Allora rispetto a tre settimane fa,sei felice giusto?

Annuisco,provando a capire dove voglia andare a parare con il suo discorso.

R: so che sei abituata a parlare con Paola,ma non preoccuparti che anche con me puoi lasciarti andare. Spero tu ti possa fidare di me,visto che sono il vostro fan numero uno.

Mi viene inevitabilmente da sorridere,per il modo in cui si é definito nostro "fan".

E: mi fido.

R: bene. - mi sorride,tornando poi serio - Allora per quanto riguarda l'argomento Biondo,direi che andiamo bene giusto?

E: direi di sì.

R: lui mi ha detto che il motivo del vostro allontanamento é stata una bugia.

E: sì.

Rispondo con dei monosillabi,per non dire di più del necessario.

R: la stessa che ti ha fatto allontanare dai tuoi genitori.

Con questa frase,mi chiarisco il dubbio che avevo quando abbiamo iniziato questa conversazione: puntava come tutti al tasto dei miei genitori.

E: é vero.

R: e ora ti faró una domanda che ti avranno fatto in tanti...

E: wait! - lo interrompo,dando abbastanza per scontato la sua domanda - Perché ho perdonato Simone e non loro,ho indovinato?

Rudy annuisce,guardandomi con il viso leggermente inclinato e un piccolo sorriso sulle labbra.

E: non lo so in realtà. - faccio qualche passo indietro,sedendomi sullo sgabello davanti al microfono - Forse perché lui mi ha fatto capire che era davvero pentito e che io sono molto importante per lui.

R: e cosa mi rispondi se ti dico che secondo me quella canzone l'hai cantata pensando a Biondo,ma che il tuo cuore é andato a puntare da un'altra parte?

E: no! - mi innervosisco leggermente - Io amo solo Simone! Non potrei pensare a nessuna altro che...

Mette una mano aperta davanti a sé,invitandomi a calmarmi e interrompendomi.

R: io intendevo tuo padre Emma.

E: ah.

R: perché non provi a ricantarla,ora che abbiamo accennato alla cosa e ti ascolti davvero. La canzone dice di ascoltare il tuo cuore,quindi fallo.

Annuisco e appena parte la base,canto. Durante l'esecuzione,arrivo a dei punti in cui il testo tocca alcuni miei nervi scoperti,così mi concentro sulla voce e li supero. Sul finale,qualche lacrima si prepara ad uscire dai miei occhi,ma le trattengo.

R: allora...

Torna a mettersi davanti a me,appoggiandosi con il corpo al bordo della scrivania.

R: ...voglio raccontarti una cosa.

Incrocia le braccia davanti al petto,così torno a sedermi sullo sgabello.

R: io ho scoperto chi era mio padre mentre guardavo la televisione.

E: cosa?

Non avevo idea che anche Rudy avesse una storia simile alla mia e saperlo così,mi lascia senza parole.

R: tu non puoi saperlo,perché non sei italiana,ma mio padre lavora in televisione. L'ho scoperto circa diciotto anni fa.

Guardo Rudy e non so quanti anni possa avere ma di sicuro più di quaranta.

E: quindi eri grande.

R: avevo trent'anni. Era la vigilia di Natale e io stavo vedendo la TV con mia madre. Tutto d'un tratto,mi indica la televisione e mi dice: "Quello é tuo padre!".

E: oh my God! - mi porto le mani davanti alla bocca - É terribile!

R: mia madre aveva scoperto di avere una brutta malattia e non voleva rischiare di andarsene senza avermi rivelato una parte fondamentale della mia vita.

E: e tu cosa hai fatto?

R: io mi sono arrabbiato molto. Quando pensi che la tua vita sia in un modo e hai già trent'anni e nel mio caso ero già padre a mia volta,scoprire una cosa del genere ti sconvolge la vita.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora