Capitolo 412

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E: non puoi esserne sicuro. Non è una cosa che dipende da te.

B: proteggere il tuo cuore é un mio compito e lo faró sempre stanne certa,quindi non devi preoccuparti.

Mi lascio avvolgere dalle sue braccia,perché mai come ora sento il bisogno di uno dei suoi abbracci,i soli che mi facciano sentire al sicuro.

B: rientriamo?

E: tu va,io ti raggiungo tra qualche minuto.

B: sicura?

E: ho bisogno di stare solo qualche minuto ancora da sola.

B: come vuoi.

Mi da una piccola carezza sulla guancia,per poi avvicinarsi e stringermi leggermente a lui per darmi un bacio sulla tempia.

B: ti amo!

E: me too.

Lo seguo con lo sguardo,mentre se ne va,ma a pochi passi dalla porta si volta,indicandomi la colazione che mi ha portato.

B: mangia qualcosa mi raccomando.

Annuisco,rispondendogli con un sorriso per poi vederlo sparire dietro quella porta. Tiro fuori il telefono,realizzando che sono quasi le dieci: non pensavo di essere rimasta qui sopra per così tanto,calcolando che mi ero alzata che erano da poco le sette. Mi volto di nuovo verso Roma,pensando ancora per un po' a quello che sto provando,per poi tornare in stanza. Simone é già pronto e solo ora,mi ricordo del pranzo con Sara,così vado in bagno e velocemente mi preparo. Prendiamo le nostre cose e scendiamo,andando verso la macchina. Saliamo e Simone mette in moto,partendo.

B: ti dispiace aprirmi il bauletto?

Tenendo gli occhi fissi sulla strada mi indica la parte bassa del suo sedile.

E: che ti serve?

B: tirami fuori la busta che c'é proprio sopra a tutto.

Infilando il braccio tra le sue gambe riesco ad aprire il bauletto,trovando immediatamente la busta.

B: tienimela in mano per favore,appena trovo la posta,mi fermo.

E: la posta? - guardo la busta - Cos'é?

B: nulla di ché! Bollette da pagare.

Apro la busta e vedo il conto della luce e del gas.

E: ti serve qualcosa?

Ovviamente mi riferisco al fatto che io potrei pagarle insieme a lui,ma a lui l'idea non sembra nemmeno sfiorarlo.

B: sì. Mi dici quanto é più o meno,perché nel bancomat ho caricato solo duecento euro e vorrei evitare di fermarmi in banca,perché é sempre pieno.

Faccio velocemente i conti,arrotondando la cifra.

E: qui fa duecento sessanta.

B: che palle! - sbuffa - Non mi va di fermarmi in banca.

E: aspetta.

Apro la mia borsa,posizionata tra i miei piedi e prendo il mio portafoglio,tirando fuori un pezzo da cinquanta e uno da venti,mettendoli nella busta.

B: grazie amore. - mi accarezza velocemente la guancia - Avrei aspettato,ma sono scadute mercoledì.

E: tranquillo! Ormai dobbiamo dividere tutto no?

Mi volto verso di lui,estremamente contenta di condividere con lui anche queste quotidiane banalità.

B: esatto!

E: pensi che dovremmo aprire un conto nostro? Sì,insomma chiudere i nostri e unirli?

B: a me va benissimo,non ci sono problemi.

E: oppure potremmo aprire un conto nuovo e metterci entrambi la stessa cifra.

Simone si volta verso di me sorridendomi,per poi tornare a guardare avanti.

E: perché ridi?

B: perché amo vederti felice.

E: lo sono davvero.

B: meglio. - appoggia la mano sulla mia gamba - Allora faremo così dai.

E: così,visto che ormai siamo a casa tua,posso iniziare a contribuire.

B: é per questo che lo fai?

E: beh,a parte tutto,dobbiamo iniziare a dividerci i doveri:il matrimonio implica anche questo.

B: hai ragione,ma non devi pensare che devi farlo per forza. Tuttavia adoro la tua voglia di indipendenza e quindi é giusto che seguiamo questa linea di pensiero.

E: sharing!

B: sharing!

Ripete quello che ho detto sorridendo,come se trovasse buffo il mio modo di parlare.

E: a proposito di sharing,divideremo anche il matrimonio.

B: ehy ehy alt!

Quasi senza farlo apposta,frena per fermarsi ad un semaforo rosso.

B: il matrimonio non te lo lascio toccare.

E: ma che dici?

Lo guardo scettica,non capendo esattamente dove voglia andare a parare.

B: voglio occuparmi io di quello che dovrà essere il giorno più bello della tua vita.

E: devo ricordarti che sarà il nostro giorno più bello?

B: guarda dividiamo tutte le spese che vuoi:bollette,spese eccetera,ma del matrimonio voglio occuparmene io.

E: non ci contare.

Simone riprende ad andare,facendo una smorfia che mi capire che gli sto dando davvero filo da torcere.

B: ti lascio carta bianca: prendi tutto quello che desideri,ma alla spesa penso io.

E: Simo no. Anche io voglio rendere il giorno del nostro matrimonio,indimenticabile per te,quindi voglio occuparmi di alcune cose.

B: non posso convincerti vero?

E: no.

Lo guardo sorridente,perché sapevo di vincere fin dall'inizio contro di lui: anche se ci prova,non riesce mai a dirmi di no.

B: d'accordo. - il suo tono é ormai rassegnato - A me importa sposarti,per il resto troviamo un compromesso.

E: hai pensato al best man?

Simone mi lancia una piccola occhiata,che colgo a mala pena dallo specchietto laterale.

B: in che senso?

E: per il matrimonio.

B: non so chi potrebbe essere il migliore...qualsiasi sacerdote andrà bene.

E: no... - scoppio a ridere - io parlo del...insomma quello che scegli di avere vicino durante la cerimonia.

B: ma dici il testimone?

Annuisco,muovendo su e giù la testa,continuando a sorridere.

B: ah ma lo chiamate così?

E: sì,solo che non mi veniva "testimone".

B: immagino che lo chiederó ad Irama. Ci conosciamo da quando siamo bambini:é praticamente mio fratello.

E: e come testimoni normali?

B: normali?

E: sì,i damigelli.

Simone scoppia a ridere,voltandosi vorso di me.

B: amore,ma non si chiamano damigelli.

E: beh se le mie sono le damigelle,come li chiami i tuoi scusa?

B: non so che nome abbiano,ma non damigelli. - mi sorride - Comunque vorrei lo facessero Einar e...tuo fratello.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora