Capitolo 483

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B: e quello fuori di testa sarei io?

Ovviamente la mia é una domanda retorica,ma sono sicuro che a lui manchi qualche rotella.

X: guarda che non sei tenuto a prenderti nessuna responsabilità. Come fai a sapere che sia tuo?

B: Emma non è incinta e comunque non farei mai come te: non mi sposerei mai senza amare la madre dei miei figli.

Mio padre si era sposato solo per quello: mia madre aspettava già Sara e non so perché hanno poi avuto me dopo tre anni,visto che non si amavano.

X: visto che mi citi spesso come esempio,io mi sono sposato a ventitre anni e ho divorziato da tua madre dopo quanti otto,dieci anni? Chi ha mai tenuto il conto.

B: conosco la storia. Sai com'é...io sono una delle cose avvenute durante quel periodo.

X: beh anche qualora tu rimanessi sposato per anni,arriveresti ad essere infelice e con un vincolo indissolubile: ti ritroverai ad essere un cane al guinzaglio.

B: ascolta,ti sono stato a sentire abbastanza: non mi interessano tutte queste stronzate. Tu non puoi capire cosa significhi amare una persona,ma non te ne faccio una colpa: nemmeno io lo sapevo prima di conoscere Emma.

X: ti rovinerai solo la vita e in men che non si dica ti troverai la casa piena di marmocchi ed una moglie che ti riempirà di richieste.

B: lo so.

X: lo sai? Allora se lo sai,butta tutto all'aria prima che sia troppo tardi e un "lo voglio" possa condizionarti la vita: tu devi pensare alla musica.

B: tu non hai capito nulla: io non vedo l'ora che Emma mi faccia delle richieste,perché non vedo l'ora di soddisfarle e vedere quel sorriso che amo tanto sulle sue labbra e - mi metto a ridere - non so quando,ma non vedo l'ora di avere la casa piena di marmocchi che facciano confusione.

Mi guarda come si puó guardare un matto durante una sua crisi isterica.

B: lo voglio perché io e Sara non abbiamo mai potuto essere così spensierati: dovevamo sempre ascoltarvi litigare. Quindi sì,spero di avere una grande famiglia con Emma e con loro mi comporteró esattamente come non hai fatto tu: li faró sentire accettati per come sono e faró qualsiasi cosa per renderli felici.

X: questo é solo un altro errore: la felicità non é nel menù,non per persone come noi.

B: ci credevo anche io,ma non é così da un po': sono stato senza di lei per più di due settimane.

Non so esattamente perché gli sto dicendo queste cose,tanto so che lui non capirebbe mai e nemmeno mi interessa,ma voglio dirle.

B: non c'é stato giorno in cui non abbia desiderato di sparire o di fare come in quei film,dove con una pastiglia si puó dimenticare tutto: dimenticare quello che le avevo fatto e dimenticare come mi sentissi. Una vita senza Emma.... - sorrido inconsciamente - non vale la pena di essere vissuta.

X: come ha fatto a farti un lavaggio del cervello simile? Ma ti senti?

Ignoro completamente le sue stupide domande e faccio qualche passo verso l'entrata.

B: non mi interessa più di nulla.

X: non puoi mantenere la tua vita con i miei soldi. - mi punta il dito contro - Per farlo,devi fare quello che dico io.

B: sai... - gli sorrido - sono due i motivi per cui adoro essere tuo figlio: sei ricco e sei stupido. Sono maggiorenne da un po' e il conto che mi hai aperto é mio da allora,così come la casa e tutto il resto.

X: non se dimostro che non sei in grado di prendere decisioni.

B: va da un giudice: immagino che quando saprà che mi credi incapace di intendere e di volere,solo perché voglio sposarmi,ti riderà in faccia e verrà a bersi qualcosa al mio matrimonio.

X: non puoi davvero parlare sul serio.

B: lo sto facendo: hai sempre avuto la mano facile. Ti bastava un contentino e tu mi riempivi di regali e - gli sorrido - anche abbastanza grandi.

La sua solita espressione divertita scompare,lasciando spazio ad uno sguardo oserei dire sconfitto.

B: quello debole sei stato sempre e solo tu. Non cercarmi più,fai come hai fatto con Sara: considerami morto. Tu lo sei per me.

Faccio per tornare dentro,dandogli le spalle,ma lo sento parlare un'ultima volta.

X: non ti aiuteró,quando poi avrai bisogno di me.

Mi volto verso di lui,sorridendogli.

B: non lo hai mai fatto,non capisco perché dovresti iniziare ora.

Senza nemmeno aspettare una sua possibile risposta,me ne vado,tornando su da Emma. Apro la porta e la trovo ancora seduta contro la testiera del letto,intenta a leggere una rivista. Nel sentirmi aprire la porta,si volta subito nella mia direzione,appoggiando la rivista sul comodino.

E: ehy.

La raggiungo,andandomi a sedere sul bordo del letto e prendendole la mano.

B: come stai?

E: come prima.

B: ma - le metto una mano sulla fronte - hai preso la tachipirina?

E: sì.

Il suo tono diventa molto chiaro: invece di trattarla come una bambina,vorrebbe che le dicessi altro,ma io faccio finta di nulla.

Biondo ed Emma - Ricordati di... 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora