Non lascerò la presa cap. 17

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Cameron

Mi ha detto che non sono niente per lui, che devo stare fuori dalla sua vita, ha provato a ignorarmi, e l'ha fatto proprio bene.

Mi ha fatto star male, fatto credere che fossi io quello in difetto. Quando in realtà, c'è qualcosa in Steve che si ostina in tutti i modi possibili a tenere lontano le persone.

Mi hai detto che non sono niente...

E io per un momento ci ho creduto, che non gli suscitassi nessun emozione. Invece adesso, posso sentire la freddezza del suo corpo, che pian piano si dissolve lontano da lui, dando spazio al calore che si è formato solo per me.

Steve ha deciso di regalarmi la sua parte dolce adesso, mi ha allargato le braccia, mi ha accolto in casa sua, e ora siamo distesi sul suo letto.

Ho la testa poggiata sul suo dorso nudo. Con una mano accarezzo esso, mi tiene stretto a sé, come se avesse paura che lo lasciassi da solo.

I suoi battiti sono regolari, Steve è più tranquillo che mai, non parla, mi accarezza soltanto, questo per me vale più di mille parole.

Vorrei che il tempo si fermasse.

Gli bacio una guancia, accarezzando l'altra con le dita.

I suoi occhi visti da così vicino mozzano il fiato, ti ci puoi immergere dentro. Nuotarci più affondo, entrare in lui solo guardando le sue iridi.

Sembrano illimitati, un mare inesplorato, un cielo intoccabile, perché Steve, anche attraverso gli occhi decide cosa farti vedere.

Improvvisamente ho paura, paura di poter fare qualcosa che Steve non voglia, paura di rovinare questo momento che vorrei non terminasse mai.

E lui lo legge, lo vede, Steve è un osservatore molto attento, nota tutto. È molto empatico, anche se non sembrerebbe.

Lui sente il dolore, la paura delle altre persone, però alle volte non traspare le sue di emozioni.

Apatico allo stesso momento, Steve è tutto un mondo strano, lui non è per tutti.

Mi afferra la mano che avevo sulla sua guancia, la incrocia insieme alla mia, la stringe forte e non mi toglie gli occhi di dosso.

In questo momento mi sento un semaforo rosso, un fiammifero acceso, caldo, molto caldo.

Sto morendo dalla voglia di baciarti.

«Mi fai vedere i tatuaggi?»

Di quante cose avrebbe potuto dirmi, Steve mi chiede l'ultima cosa che non mi sarei mai aspettato mi chiedesse.

I miei tatuaggi a quanto pare hanno attirato la sua attenzione.

Mi metto seduto sul letto con le gambe incrociate, però lo porto con me, tirandolo su dalla mano che fino a poco fa era intrecciata alla mia.

Sorride, e a quel gesto io di conseguenza non posso fare altro che fare la stessa cosa, perché la sua risata mi contagia.

Mi tolgo la sua maglietta, e lui per un momento distoglie lo sguardo, molto probabilmente per l'imbarazzo.

Non pensavo che fosse il tipo che si imbarazza per così poco, potevo immaginarlo, perché Steve sembra così sensibile, per quanto non lo voglia dare a vedere.

«Ecco a te!»

Sono tutto per te.

Avrei voluto dire.

Sono qui, ti regalerei tutto me stesso se me lo concedessi, imparerei a conoscerti, imparerei come comportarmi con te.

Sarei qui per qualunque cosa, ti ascolterei, ti stringerei forte la mano, e cosa più importante, ti amerei.

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