Una carezza dannata cap. 64

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Steve

Oggi è il mio compleanno, e Cameron ha detto che mi porterà a cena fuori.

In realtà aveva anticipato che mi avrebbe portato da una parte.

Ma io l'ho talmente tartassato di domande che alla fine ha ceduto, e me l'ha detto.

Non mi è mai piaciuto festeggiare il mio compleanno.

Sicuramente da bambino ne ero molto entusiasta.

Soprattutto quando arrivava il momento della torta.

Mia madre mi diceva sempre che se si perdeva troppo tempo a fare le foto, mi mettevo a piangere perché non vedevo l'ora di mangiarla.

E infatti, ho quasi tutte le foto con un piattino di torta in mano, ed ero sempre sporco di dolce.

Ci mettevo le dita dentro, pasticciavo un po' e poi la mangiavo.

Quello era l'unico modo per farmi stare buono davanti alla fotocamera.

Con gli anni invece, crescendo più che altro, non sopporto più nessuna festa in generale.

E infatti non ho più festeggiato il mio compleanno.

Però, a essere sincero, andare al ristorante con il mio ragazzo non mi dispiace per niente.

Sono completamente rilassato sul divano.

Con il mio cellulare nell'orecchio.

Con Erika che urla al telefono.

"Auguri occhi belli! Quanti sono?"

Allontano un po' il cellulare dal mio orecchio, la sua voce ha fatto tremare il mio povero timpano.

"Non urlare, ci sento, eh!"

"Ma stai zitto. Allora... quanti sono?"

"Ventitré."

"Sei piccolo, Steve. Mi sento vecchia..."

Se non sbaglio lei si avvicina ai ventinove anni, ma in realtà sembra una ragazzina.

Sia perché non li dimostra esteticamente, e anche perché con il suo carattere esuberante non lo direste che ha quasi ventinove anni.

"Comunque, grazie!"

"Di nulla. Dai ci sentiamo dopo che devo correre a lavoro."

"Va bene, ciao."

Erika chiude la chiamata, e ritorno a rilassarmi un po'

Ieri è stato il mio ultimo giorno al lido, fra non molto riprendo con le ripetizioni.

E ho ancora pochi giorni per potermi riposare di più.

Cameron invece è in doccia.

Ci sta mettendo proprio troppo.

Di tanto in tanto lo sento canticchiare le parole di una canzone che non ha completamente senso.

Ma lui le pronuncia con molto sentimento.

Dato che alcune parole le dice mettendoci molta sinfonia dentro.

Lo trovo molto buffo.

E poi improvvisamente la sua voce cessa di rimbombare per la stanza.

Deve aver finito.

Sto per andare a controllare se abbia effettivamente fatto tutto, ma all'improvviso sento suonare il campanello.

Molto insistentemente.

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