Non cercavo nessun pretesto cap. 21

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Steve

Sono sveglio dall'incirca dieci minuti, non mi sono ancora mosso dal letto, anche se ho praticamente mezza spalla addormentata, dato che Cameron questa notte ha deciso di non volersi staccare da me.

Sta ancora dormendo tranquillamente.

Guardarlo mentre dorme mi ricorda sempre di più un angelo.

Ha il viso rilassato, la bocca socchiusa. Una sua mano è sul mio petto, e io non trovo il coraggio di svegliarlo. Anche se davvero non sento più il braccio e la spalla.

Preferisco vederlo dormire, preferisco non pensare che oggi è il famoso quattro luglio, e che molto probabilmente in spiaggia ci sarà il delirio.

Fortunatamente mi hanno dato la mattinata libera, sono di turno per le tre e mezza/quattro, ma nonostante ciò, io mi sono comunque svegliato alle sette del mattino.

Non so esattamente che ero fossero quando ci siamo addormentati, ma sono sicurissimo di aver dormito poco e niente.

Cam si distacca leggermente, poi torna ad attaccarsi a me, mi viene da sorridere a quel gesto.

Muove la mano su di me, come se volesse capire se sono ancora lì o meno. Poi apre un occhio per assicurarsene visibilmente, e anche l'altro per guardare l'orario sulla sveglia che ho sul mobiletto.

«Cosa ci fai sveglio?»
La sua voce è roca, impastata, quasi non si capisce cosa stia dicendo.

«E tu?»

«Non lo so, io solitamente dormo a quest'ora. Devi andare a lavorare?»

«Ho il turno di pomeriggio.»

Chiude nuovamente gli occhi per circa qualche minuto, poi li riapre e torna a guardarmi.

Mi accarezza il viso, mi rilasso a quel tocco, credo che se continua ancora, potrei addormentarmi di nuovo molto facilmente.

«Ho sonno...»
Il suo tono di voce è estremamente dolce.

«Me lo dai un bacino?»

Sorridendo alla sua domanda, mi avvicino con il mio viso al suo, gli stampo un bacio dolce sulle labbra, poi un altro ancora, fino a quando me lo ritrovo addosso.

Le sensazioni che mi causa sono sempre le stesse di questa notte.

Solo avendolo vicino mi sale l'imbarazzo, però nonostante ciò, voglio che stia così tanto appiccicato a me.

Mi sento spaesato, pieno di calore incontrollato, come se da un momento all'altro volessi farlo mio, e l'attimo dopo torno ghiacciato, pentendomene, pensando di essere troppo precipitoso.

Che molto probabilmente, sarebbe come correre troppo, ma è esattamente così che è iniziato tutto. Correndo, scorrendo veloce, senza che me ne accorgessi, e in qualche modo realizzassi quello che stava succedendo intorno a me.

"Stupido e insensato."
Abbiamo detto.

Già, è come un qualcosa a cui non puoi credere, perché si sa, se non lo vivi non lo capisci.

È così strano che, in realtà non capisco neanche io come sia potuto succedere.

Stupido e insensato.

È questa la definizione giusta, ma anche se è così, non credo sia una stupidità, perché per le cose stupide non ci si sente mai così:

Invincibili, vulnerabili allo stesso tempo.

I rapporti umani sono così intrecciati di doppi versi, amore e odio.

Forte e vulnerabile.

Paura e desiderio.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora