Steve
Il mattino successivo mi sveglio ancora con tutti i brividi provati della notte passata.
Sento ancora tutto quel freddo sparso nel mio corpo.
Ma adesso sembra triplicato.
Alzo il lenzuolo fino alla bocca, lasciando soltanto gli occhi scoperti.
Noto Cameron seduto ai piedi del letto. Mi dà le spalle.
Mi schiarisco la voce e si volta a guardarmi.
«Ti ho lasciato dormire un po' di più, pensavo ne avessi bisogno...»
«Non vado a lavoro oggi, potresti scrivere a Erika dal mio cellulare?»
«Perché non vai?»
«Perché sto male, credo di avere la febbre.»
Mi giro di fianco, e penso... penso a questa notte.
E all'incubo che mi ha lasciato mia sorella, soltanto bussando alla mia porta.
Il pensiero di dover rivedere la mia famiglia mi terrorizza.
Pensare di dover portare Cameron a quel matrimonio... mi fa venire la nausea.
Sento una mano fredda toccarmi la fronte e il viso.
«Sì, hai la febbre. Ti è piaciuto stanotte buttarti sotto la pioggia, scalzo, senza maglietta, in mezzo alla strada?»
«Potresti non farmi la predica? Non ne ho voglia...»
«Sei insopportabile!»
«Va bene.»
Cameron sbuffa, poi sento i suoi occhi addosso.
Esasperato, è così che si sente.
«Dove le tieni le medicine?»
«In bagno.»
«Ce l'hai un'aspirina?»
«Sì, dovrebbe esserci.»
Dopo qualche minuto ritorna con un bicchiere d'acqua e una pastiglia.
«Allora? Che aspetti ad alzarti?»
«Ho freddo!»
«Non dovresti coprirti così tanto.»
Con un gesto veloce mi tira via il lenzuolo.
«Dannazione, Cam, ho freddo!»
«Smettila di fare il moccioso! Ricordati che hai ventidue anni, prendi questa pastiglia, o vuoi che te la ficchi in bocca io?»
Mi metto seduto sul letto e gli strappo dalle mani sia la pillola che il bicchiere.
Mi sento molto irritato e di mal umore...
«È inutile che fai l'offeso, è colpa tua!»
«È sempre colpa mia, vero?» Non mi rendo nemmeno conto di aver alzato la voce.
Lui non mi risponde, sta per uscire dalla camera...
«Cam!»
«Che vuoi?»
«Dove vai?»
«Detto sinceramente non voglio stare qui a farmi urlare addosso da te, non credo di meritarlo. Quindi me ne vado!»
«Non voglio che te ne vai...»
«Dici che non vuoi, però non appena ti parlo ti innervosisci...»
E mi rendo conto che me la sto prendendo con la persona sbagliata.
STAI LEGGENDO
"L'Angelo e il Diavolo"
Chick-LitE fu così che il diavolo s'innamorò dell'angelo, senza accorgersi che in realtà tutto quell'amore non l'aveva mai provato. Manipolato, avvinghiato a esso. Un po' come il diavolo prova a resistergli, abbagliato da quella luce che non ha mai visto. Un...