Scusa il francesismo cap.108

33 7 31
                                    

Luis

Devo essermi maledetto mille volte quella notte.

Non mi è mai successo di pentirmi subito dopo avergli messo le mani addosso.

In un modo o nell'altro mi pentivo sempre.

Anche se poi lo rifacevo.

Diciamo che, pensavo fosse normale che io lo facessi.

Anche se un po' mi dispiaceva perché Steve ci stava male.

Lo ritenevo giusto.

Invece, questa è stata la prima volta che mi sono reso conto che è sempre stato così terribilmente sbagliato.

Ho sentito male.

Come se quello schiaffo me lo fossi dato da solo.

Mi sono sentito in colpa per tutte quelle volte in cui mi permettevo di toccarlo.

Ho sempre pensato che essendo un ragazzo non provasse dolore.

Perché ai miei tempi fra ragazzi ci si picchiava, si risolveva tutto con i pugni.

Sono solo cresciuto con un ideale folle.

E volevo tramandarlo anche a lui.

Io non sono stato un buon padre per Steve.

Non ho saputo prenderlo come dovevo.

Non l'ho mai ascoltato.

Lo davo per scontato sempre.

E adesso me ne accorgo.

Una volta tornati a casa, mia figlia mi ha fatto la predica.

Me ne ha dette di ogni, e io ho lasciato che lo facesse.

Perché aveva ragione a essere arrabbiata con me.

Mi ha fatto domande anche su Erika.

Se Steve si riferiva alla Erika che conosce lei o se fosse un'altra.

Ma non ho risposto nemmeno a quello.

Alla fine mi sono seduto sul divano ad ascoltare Rebeca che mi urlava addosso.

E io ero fermo ancora a quello successo al ristorante.

Alla fine la serata l'ho rovinata io...

È mattina, e ho già chiamato mio figlio tre volte.

Sono sicuro che le chiamate le abbia viste.

Ma siccome ho cresciuto un figlio stronzo, non mi risponderà mai.

Cosa potevo aspettarmi, è proprio un Williams, e con le parole di ieri sera me l'ha dimostrato.

Mi alzo dal letto lanciando il telefono chissà dove.

Non ho più voglia di parlargli...

Mi faccio una doccia e poi salto in macchina, senza neppure asciugarmi i capelli.

Ho cinquant'anni, ma non crescerò mai.

E nonostante sappia che poi mi verrà il mal di testa continuerò ancora a non usare il phon.

Alle volte mi sento un ventenne.

Perché sono rimasto sempre lo stesso.

La stessa testa di cazzo di un tempo.

Il mio intento era di andare al lido come tutte le mattine.

Ma alla fine senza che me ne accorgessi sono finito nel quartiere in cui abita Steve.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora