Forse cap.121

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Luis

Non l'ho fatto per ripicca. Almeno credo...

No, non è vero, perché dovrei dire una bugia?

Sì, l'ho fatto per ripicca a quello che Cameron mi ha detto.

Certo, avrei voluto fare di peggio.

Però la sua faccia allibita, mi ha soddisfatto abbastanza.

Non sentivo Ryan dalla morte di Katrine.

Credevo anche di aver perso il suo numero, invece ce l'avevo ancora registrato.

E perché non usarlo adesso?

"Ciao, Ryan, se te lo stai chiedendo, sì, sono Luis, sì proprio quel Luis, quello che una volta ti ha fatto il culo (più di una volta) alle partite di basket. Ma sai, non ti scrivo perché mi manca romperti il culo, anche perché credo che ormai non ti reggi più in piedi, ho visto che hai dei capelli bianchi, sei vecchio amico. Comunque, credo che tuo figlio abbia avuto un incidente stradale, Cameron, giusto? Credo proprio che sia lui, è la tua copia con dei capelli bianchi in meno. In ogni caso ti allego la posizione dell'ospedale. Ah, dimenticavo, non andare nel panico. Quel cazzone di tuo figlio adesso sta bene!"

Diceva questo il messaggio.

Sono stato troppo secco?

Ho avuto poco tatto?

Potevo dirglielo usando delle parole più gentili?

Ma non me ne importa assolutamente nulla del tatto.

E non me ne importava niente che Cameron non volesse che sapessero dell'incidente.

Rispetto?

Non mi importava un cazzo nemmeno di quello.

Ho agito da padre.

Perché i suoi genitori dovevano sapere.

E Cameron non poteva impedirmelo.

Megan continua a parlare interrottamente, e Steve tiene molta attenzione.

In questo momento sta raccontando di quella volta in cui Katrine mi aveva tirato un calcio sulle palle.

Mi aveva già minacciato che se avessi continuato a infastidirla mi avrebbe tirato un calcio, ma non pensavo lo facesse sul serio.

«E perché l'ha fatto?» Chiede Steve.

E noto che la cosa lo diverte molto.

«Le avevo detto che mi arrapava da morire.»

«Papà!» E sapevo che mi avrebbe rimproverato.

«Ero molto sfacciato da ragazzo.»

«Come se la cosa sia cambiata...» E mi guarda ancora come se mi stesse sgridando.

«Be', amico, quel calcio te lo sei meritato!»

«Mai detto il contrario.»

«Ci mancherebbe.» Megan mi guarda indignata.

Io e lei siamo sempre stati cane e gatto.

All'inizio non le piacevo nemmeno.

Mi trovava inadatto per Katrine.

Come biasimarla.

Provenivo dalla strada, non me ne fotteva niente, ed ero una grandissima testa di cazzo.

Invece Katrine è sempre stata una principessina, sempre ben impostata, studiosa, ed elegante.

Ma anche lei aveva quel suo lato trasgressivo.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora