Déjà-vu cap.110

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Steve

Non ci ho capito più nulla.

Un attimo prima sembrava così tranquillo.

E l'attimo dopo nei suoi occhi ci ho visto del fuoco ardente.

L'avevo mandato a prendermi qualcosa da bere, e mai mi sarei aspettato di vedere Cameron picchiare Marco come se non fosse una persona quella che aveva davanti.

Questa volta ha oltrepassato il limite.

Sembrava accecato dall'odio.

Mangiato dal senso di nervosismo.

Ha perso del tutto il controllo di se stesso.

Non l'ho riconosciuto.

Per me quello era un estraneo, non il ragazzo con cui dormo tutte le notti.

L'ho già visto arrabbiato.

Ma mai così tanto.

Ho avuto seriamente paura.

E chissà cosa gli è scattato in testa.

Chissà a cosa stava pensando.

Non lo giustificherei, ma mai penserei che l'abbia fatto senza un reale motivo.

Quando l'ho visto ignorarmi in quel modo, ho capito che, Cameron non c'era, ed era meglio lasciare che si ritrovasse.

E infatti non gli ho corso dietro.

Perché ero troppo sconvolto anche solo per pensare di dirgli qualcosa.

Non che io adesso sia più tranquillo.

Ma ho lasciato che Erika mi abbracciasse, che si prendesse la mia preoccupazione, anche se non nutro molta simpatia per lei in questo momento.

E quindi, mi sono rifugiato fra le sue braccia.

E mi accarezza, si prende cura di me.

E c'è un silenzio assordante.

Cameron ha anche sconvolto Kloe, che non ha più parlato dopo avergli detto che stesse combinando.

E chissà cosa c'è in serbo per me non appena mi parlerà.

Se mi parlerà...

«Steve hai freddo?» Mi chiede Erika.

Non mi sono nemmeno accorto di star tremando.

Me ne rendo conto subito dopo la sua domanda.

Ma il mio tremolio non è per il freddo.

È un modo che ha il mio corpo di manifestare un emozione interiore potente.

«No...»

Ma lei mi copre lo stesso con la mia giacca.

«Però tremi.»

«Sto bene, sono solo confuso...»

«E ci credo, quel testa di cazzo ha di nuovo fatto un casino!» Sbotta improvvisamente la rossa.

Si alza nervosamente dal divano, e si cinge i fianchi da sola.

«Io non lo capisco, non capirò mai cos'ha in quella testa...»

Sbuffa e poi torna a parlare.

«Poi chi diavolo era quel tizio?»

«Il cognato di mia sorella...»

«Sì, che erano parenti l'avevo intuito, ma Cameron cos'ha a che fare con quello?»

«Me, ha a che fare me...»

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora