Garcia cap.119

28 7 30
                                    

Cameron

Mi risveglio il giorno dopo ancora in quel letto.

Senza potermi muovere più di tanto.

Questa notte ho sognato l'incidente che ho avuto con Steve.

Nella mia mente sembra non esserci altro.

Potevamo morire quel giorno.

O potevo morire io, oppure lui.

Qualcuno di noi due poteva salvarsi.

E ci saremmo svegliati senza poter più parlare, senza più sentire la voce dell'altro.

Potevo mettere fine alla nostra relazione in un modo molto tragico.

Dentro quella macchina mi sono sentito come se non potessi più comandare le mie azioni.

Sono stato stupido, che cosa avevo in testa?

Potevo risvegliarmi senza più poter rivedere Steve.

E non ci ho pensato abbastanza in quel momento.

Ero cieco.

E quando ho aperto gli occhi e ho visto un volto che non riconoscevo... ho avuto paura, troppa paura di essere solo.

Poi ho sentito un tocco, un tocco molto familiare.

Un tocco che ho voluto tanto nelle prime settimane in cui ho incrociato Steve.

Un tocco che in un modo o nell'altro è arrivato, e da lì a poco, mi sono accorto di non poterne fare a meno.

E l'ho riconosciuto, anche se non lo vedevo.

L'ho riconosciuto, e ho stretto la sua mano, anche se mi trovavo senza forze.

L'ho riconosciuto, perché per me il suo tocco è unico.

La sua mano delicata mi ha dato speranza.

Che forse non l'avevo perso, che sì, la situazione era ancora tragica, ma lui mi stava stringendo la mano.

E questo mi bastava.

E poi è arrivato il momento, il momento in cui Steve si è aperto a me al cento per cento.

E ho sentito tutto il suo dolore.

L'ho percepito nelle ossa.

E ho sentito un forte crack al livello del cuore.

E nel frattempo mi sentivo come se avessi tutte quante le ossa rotte.

E non era per il mio intervento alla testa.

Era il dolore di Steve a invadermi e a distruggermi tutto quanto.

E detto sinceramente, quando mi sono svegliato ero talmente stordito da non capirci nulla.

È stata Erika ieri mattina a raccontarmi di quello che mi era successo.

E io l'ho ascoltata senza dire una parola.

Anche se mentalmente mi sono dato mille volte dello stupido e incosciente.

E quando ho detto a Steve che non potevo togliergli il suo dolore, era vero.

Perché nessuno può levarglielo, nemmeno io che lo amo immensamente.

Posso alleviarlo, ma non posso toglierlo.

E questo... questo per quanto io non ci possa fare niente, mi distrugge ancora di più.

Perché è così.

Se ami una persona più di quanto ami te stesso, vuoi che stia bene, che sia felice, e che niente lo intimorisca.

E io non mi sento all'altezza di quel dolore.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora