Il libro cap.67

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Steve

Appoggio una mano sulla coscia di Cameron.

«Accosta un attimo, devo parlarti e non voglio che ti distrai dalla guida.»

Cam non se lo lascia ripetere una seconda volta.

Parcheggia all'interno di un vicolo cieco abbastanza buio, infatti per poterlo vedere accendo la luce della sua auto.

«Cam...»

«Dimmi tutto!»

«Prima di ogni cosa voglio ringraziarti, hai reso questo giorno speciale, per quanto non mi importi del mio compleanno, me lo ricorderò!»

Gli afferro il collo per indurlo sempre più vicino a me.

«Seconda cosa... ti prego di non dubitare di me. Molto probabilmente non sarò bravo a dimostrartelo, te l'ho detto, non me la cavo molto bene con i rapporti umani. Però penso che ormai hai capito quanto io sia sensibile... non voglio che dubiti dell'amore che provo per te!»

Cameron apre lo sportello e esce dalla macchina, lasciandomi completamente di sasso.

«Vieni, Steve!»

Lo raggiungo.

È appoggiato sulla sua macchina.

Non vedo bene il suo viso dato il buio.

Questo mi disturba parecchio.

Io ho bisogno di vederti sempre.

Cameron mi attira prepotentemente a sé.

E improvvisamente il mio cuore urla.

Strilla.

Emette un suono che fa vibrare le mie orecchie.

La mia anima balla.

E adesso ho di nuovo quei pensieri poco casti per la mente.

«Ascoltami bene!»

Il tono di Cameron è parecchio deciso. Proprio come la sua presa possessiva.

Desidera anche lui sentire la mia pelle sulla sua.

«Tu non puoi capire quanto mi rendi felice quando nel tuo modo, pur essendo impacciato, provi a esternare i tuoi sentimenti. Sì è vero, fai schifo con i rapporti umani. Sei parecchio stressante, permaloso e facilmente irritabile. Ma tu, tu... sei incredibilmente dolce. Così imperfettamente tu.»

Spiazzato.

È così che mi sento.

Sto ingoiando talmente tante volte, che a momenti non ho più salivazione.

Mi sento nervoso, ma in positivo.

E non so più cosa dire, come se avessi perso tutte quante le parole che avevo in serbo.

Cameron mi scarica le munizioni.

«E perché mi hai fatto scendere dalla macchina per dirmi queste cose? Mi sto letteralmente congelando!»

E Cameron ride, ride a crepapelle, stringendomi sempre di più a sé.

«Scusami, mi sentivo bloccato con i movimenti e ti ho fatto scendere...»

E finalmente siamo ritornati a casa.

Dopo quell'intensa chiacchierata, non vedo l'ora di buttarmi a letto insieme a lui.

Ma non perché io sia stanco anzi, sono completamente carico.

E che desidero troppo la pelle di Cameron.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora