Cameron
Quando finalmente l'aereo tocca terra, lascio andare un respiro di sollievo.
È buio fuori.
È sera credo, non so esattamente che ore siano.
Non ho mai capito come funzioni il fuso orario.
Ma immagino già che sarà difficile abituarsi.
In Italia il clima è diverso.
Gli orari sono diversi.
Non ci sono mai stato.
E non so bene come sia starci, ma Steve mi ha parlato di quanto sia stato complicato per lui abituarsi a questo cambio improvviso.
Mi slaccio la cintura, e chiamo Steve che continua a dormire indisturbato.
Non si è completamente accorto di nulla.
Apre gli occhi lentamente, per poi richiuderli non appena la luce dell'aereo lo colpisce in pieno volto.
«Steve siamo arrivati!»
«Hai ancora la nausea?» Biascica sottovoce.
«Mi sento ancora frastornato, ma su, alzati non vedo l'ora di prendere aria!»
Si stropiccia ripetutamente gli occhi, e per coprirli dalla luce fastidiosa appoggia una mano sulla fronte, come da copertura.
Nel frattempo metto giù la mia valigia, e afferro anche la sua di roba.
Steve ha portato anche un borsone a parte con il materiale da disegno.
Staremo via una settimana, ma lui proprio non riesce a farne a meno.
Lasciamo passare della gente, e poi ci prepariamo a scendere.
Mi toglie la sua valigia dalle mani, nonostante abbia un po' insistito nel portarla io.
Quando siamo fuori dall'aereo, sembra essersi sollevato anche lui.
«Siamo a Firenze!»
«Già, siamo a Firenze, ma non hai ancora visto il pezzo forte, Steve!»
«In che senso?»
«Lo vedrai, intanto usciamo da quest'aeroporto!»
Dopo essere riusciti a uscire completamente, ci troviamo del tutto all'esterno.
C'è un traffico assurdo.
«E adesso che si fa?»
«In che senso, Steve?»
«Dove andiamo?»
«A casa!»
«A casa?»
«Sì, proprio così!»
«Non ti capisco...»
«La smetti di fare domande?!»
Mi siedo su una panchina, e Steve mi osserva incredulo.
«Cam che cosa stai facendo?»
«Sto cercando di capire come si va a prendere la macchina!»
«Ma quale macchina? Ah sì, ora capisco, è solo l'effetto del dopo viaggio...»
Si avvicina a me e comincia a toccarmi nervosamente il viso.
«Steve, sto bene! Ho noleggiato una macchina, ma devo capire come andarci.»
«Hai pure noleggiato un auto?»
«È normale, come credevi di girarla Firenze?»
«E sai come andarci?»
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"L'Angelo e il Diavolo"
Chick-LitE fu così che il diavolo s'innamorò dell'angelo, senza accorgersi che in realtà tutto quell'amore non l'aveva mai provato. Manipolato, avvinghiato a esso. Un po' come il diavolo prova a resistergli, abbagliato da quella luce che non ha mai visto. Un...