Carne e sangue cap.95

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Steve

Non so che ore siano, e non mi importa nemmeno di saperlo.

Il viaggio è stato devastante.

Anche se ho dormito in aereo e principalmente non avevo sentito tutta questa stanchezza.

Il sesso in piscina è stata la ciliegina sulla torta.

Che poi ci siamo rimasti per pochissimo, abbiamo finito per farlo al di fuori, sul pavimento caldo.

Quella camera è immensa.

Bellissima e accogliente.

Soprattutto se dentro essa c'è il mio Cameron nudo che brama il mio corpo.

I nostro gemiti di piacere rimbombavano per tutta la stanza.

Mi capitava di perdermi nell'eco di quei rumori.

Finendo per immergermi dentro ai nostri sospiri pesanti, per poi eccitarmi sempre di più.

E non solo sentivo i suoi respiri tramite la camera, ma Cam lo faceva anche nel mio orecchio.

Era talmente forte il piacere che ho finito per dimenticare tutto.

Anche me stesso.

C'era soltanto lui che si muoveva dentro di me.-

Solo lui che mi respirava addosso.

E anche se non direttamente, mi respirava dentro.

Perché a un certo punto non ho più sentito nemmeno i miei gemiti.

Ma solo i suoi.

Fino a quando poi, gambe e braccia, non ce l'hanno fatta più di sorreggere il mio corpo.

I miei arti hanno ceduto.

E lui me l'ha lasciato fare.

Non mi ha portato a sollevarmi come prima.

Ha lasciato che cedessi, che perdessi il controllo e le forze.

Del mio corpo non c'era più niente.

Il cervello si era spento e aveva smesso di funzionare.

Mi sono lasciato andare all'orgasmo, al piacere, al mio cuore che batteva.

E solo quest'ultimo funzionava in quel momento.

Sentivo solo il piacere di un sesso fatto bene.

Sentivo di essere stato toccato da lui come sempre nei posti giusti.

Perché Cameron, il mio corpo ormai lo conosce a memoria.

Ma non è mai scontato.

È sempre più bello della volta precedente.

Mi sono lasciato andare a lui che prima che cedessi, mi aveva avvolto il bacino nel suo braccio.

Mi sono lasciato andare a lui che continuava a muoversi dentro di me.

E non sembrava stancarsi.

E quando era arrivato all'apice anche lui... gli avevo chiesto di restare dentro di me ancora per un po'.

E quindi, ho finito per rimanere sotto il suo corpo che nonostante mi stesse schiacciando sul pavimento... non volevo che si togliesse per nessuno motivo.

E Cam quel braccio sotto di me lo stringeva sempre di più, e con l'altra mano mi accarezzava il viso.

Mi lasciava baci dietro il collo, sui miei capelli ancora bagnati.

E poi aveva intrecciato la sua mano sul mio palmo poggiato sul pavimento, e con questo anche una guancia sulla mia.

Credo di essermi perso davvero nel modo in cui percepivo i nostri corpi possedersi.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora