Dillo ancora cap.38

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Cameron

Io e Kloe abbiamo deciso di cambiare un po' aria, di uscire per qualche giorno dalla città. Magari cambiare per un po' zona ci aiuterà a colmare questo malessere che tortura le nostre menti.

In realtà, Kloe voleva andare da sola, ma io ho insistito che mi facesse venire con lei.

Sono passati otto giorni da quando mi sono dichiarato a Steve. Non mi sono più fatto vivo, ho passato tutto il mio tempo sul letto, a rimuginare sull'accaduto, pensare a come sarebbe stato bello se fosse andato tutto diversamente.

Purtroppo so benissimo che Steve sarà lo stesso con me, che non serve a nulla cambiare città quando una persona ce l'hai conficcata nel cuore, e su tutto il corpo.

E ho sempre sperato che mi venisse a cercare, anche in questo momento che sto sistemando le ultime cose per la partenza.

«Camy bello, puoi ancora sistemare la situazione, non devi venire con me!» La mia migliore amica non vorrebbe che andassi con lei, perché dice che c'è ancora qualcosa qui in sospeso.
Ma io penso che se non mi ha cercato in otto giorni non lo farà certo adesso.

Non riesco a risponderle, perché a un tratto il suono del campanello attira la nostra attenzione.

Sia io che Kloe siamo parecchio confusi, perché chi può essere alla porta a quest'ora della mattina?

«Aspettavi qualcuno?» Chiedo alla mia amica.

«Sì, a tua sorella... ma ti pare, a chi devo aspettare io?»

«Che sei simpatica! Vado a vedere chi è.»

Mi dirigo all'ingresso, lasciando la roba che stavo sistemando sul letto.

Apro la porta senza guardare dallo spioncino.

E non appena la spalanco mi pietrifico.

Steve è davanti a me, sembra parecchio scosso e che abbia fatto una bella corsa dato il fiato corto.

«Ma che ci fai qui?»

«Ciao pure a te!»

«Sei venuto per scherzare e continuare a prenderti gioco di me?»

«Stai zitto per una volta...»

Si avvicina a me, occhi contro occhi, mi si ferma il cuore. La voglia di prenderlo a botte e baciarlo allo stesso momento è tanta.

Mi appoggia una mano sul petto, e io lo lascio fare, perché non riesco più a muovermi, tutto questo mi sembra un sogno, uno di quelli che ho fatto in questi giorni, quando riuscivo a riposare almeno un po'.

E Steve era pure nel mio sonno.

«Camy bello, chi è alla porta?»
Kloe si avvicina, lo capisco dalla sua voce che pian piano è sempre più alta. Ma io non distolgo lo sguardo neanche per un secondo da Steve.

«Va bene, io vado di sopra, fate pure.» In quel momento mi volto verso la mia amica, ha indietreggiato vedendo Steve proprio davanti la nostra porta.

«Camy bello?» Sembra deridere il nomignolo che mi ha dato Kloe da anni, ma non sembra però deridermi con malizia, ma bensì con dolcezza. Ma non mi lascerò abbindolare molto facilmente, perciò assumo uno sguardo sempre più serio.

«Smettila!»

«Va bene, scusa...»

«Steve mi sto stancando, se hai qualcosa da dire fallo adesso!»

Lui si guarda un po' intorno, tira all'indietro i capelli, sembra parecchio ansioso e confuso.

«Ora io proverò a dirti un paio di cose, ma tu devi lasciarmi finire, non mi devi interrompere per nessun motivo al mondo!»
Si ferma, mi guarda e io adesso non so se dire qualcosa o starmene in silenzio.

«Va bene.»

«Ti ho detto di non interrompermi.»

«Non avevi ancora iniziato...» Per l'imbarazzo mi scappa una risata isterica. Steve, però, è molto serio, così cerco di smetterla e di rilassarmi.

Prende un respiro profondo, mi punta gli occhi addosso, e lì io mi sento come se già la mia anima si fosse un po' scongelata.

«Allora... da dove inizio.» Sussurra, a malapena non lo riesco a sentire.

«Ti ho pensato molto, Cam. E ho pensato a quello che è successo, a quello che mi hai detto. E mi sono mille volte dato dello stupido, e sai perché? Perché in realtà ho molte cose da dirti... non voglio che vai via, sono venuto fin qui con l'auto di Erika, e tu sai benissimo quanto per me sia difficile solo mettere piede in una macchina, l'hai visto con i tuoi stessi occhi. E sai anche quanto sia complicato esprimere quello che provo...»

Non riesco completamente a credere che Steve si sia messo a guidare, solo per me...

«Sto cercando di dirti che... quello a non saper parlare sono io, non tu. Che per me sei più che importante. Che mi metterei su quella dannata macchina altre mille volte, Cam, perché io... non voglio perderti!»

Rimango completamente sbalordito dal suo discorso, perché quello che ho davanti non mi sembra affatto il ragazzo di poche parole che ho conosciuto, ma c'è quello che ho sempre pensato che fosse. Steve sa anche parlare benissimo, invece.

«Sono un imbecille, un emerito deficiente, lo so, so benissimo che adesso mi odi, che ti ho fatto soffrire, che sono stato indelicato, poco sensibile. Ho avuto paura, Cam, paura di farti del male per così tanto tempo, che alla fine sono riuscito a farlo. E quando ti ho detto che volevo che restassi con me nonostante il mio casino ero sincero, perché io ti voglio esattamente vicino a me, ma di più, io ti voglio addosso, ti voglio dentro le ossa, ovunque. Voglio fare tutto con te, perché Cam io...»

Steve all'improvviso si ferma, mi guarda, si avvicina sempre di più, le nostre bocche si sfiorano, i nostri cuori sono nuovamente incastrati fra di loro. E le nostre anime si stanno spogliando, per poi avvinghiarsi come due anime dannate, e con passione, con possessione e desiderio assoluto, stanno facendo l'amore. Si stanno mangiando a vicenda, di un amore incondizionato che quasi fa paura.

«Cam io te lo dico adesso, e spero di riuscirlo a dire sempre, per quanto stupido e insensato possa essere, freghiamocene, perché io... mi sono innamorato di te dal primo momento che ti ho visto...»

E lo so che mi aveva detto di non interromperlo, di farlo finire, è stato più forte di me. L'ho stretto forte e gli ho divorato la bocca con un bacio intenso e forte, proprio come l'amore che ci ha unito.

«Dillo ancora, barista!»

Steve mi sorride, mi ha scongelato l'anima, ha affrontato la sua paura di guidare per venire da me.

Steve mi ha scelto.

«Ti amo, Camy bello!» Scoppiamo a ridere entrambi, lo afferro dalla mano e lo porto dentro il mio appartamento.

Spazio autrice:

Oooooh, fuochi d'artificio, e dopo 38 capitoli, Steve ce l'ha fatta!

Siamo ufficialmente nel vivo della storia, ne leggerete delle belle e brutte, tenetevi forteeeeeeeee!

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora