Steve
E la prima cosa che mi arriva non appena siamo fuori, è un suo schiaffo.
Non mi muovo.
Non le do a vedere che mi ha ferito con quel gesto.
Mi mostro disinvolto, impaziente di ascoltarla.
E infatti lei non mi fa aspettare ancora.
«Ti è andato di volta il cervello per caso?! Picchiare mio marito... giuro, mi manda in bestia che tu abbia osato mettere le mani addosso a Claudio. Lui è sempre stato gentile con te. Ti ha sempre rispettato, e tu cosa fai?! Lo offendi in questo modo, vergognati!»
«Davvero non capisci che qui non si tratta di Claudio, ma di nostro padre?»
«Adesso è tuo padre?»
«Tu non sai niente, tu non sai niente di quello che ho passato io. Tu non hai il diritto di giudicarmi, perché tu...»
«Cosa?!»
Mi allontano un attimo da lei.
Appoggio le braccia su una ringhiera, e prendo aria.
«Tu l'hai sempre avuto vicino. Tu non hai mai dubitato di quello che provava per te. Tu non venivi disprezzata per il tuo orientamento sessuale. Tu sei sempre stata la figlia perfetta. Hai sempre avuto le lodi di papà a ogni cosa che facessi. Io prendevo schiaffi, insulti... e lo sai perché?»
«Non era questo di cui volevo parlare, non c'entra niente questo discorso!»
«E invece sì, perché tu ti senti in dovere di schiaffeggiarmi, di giudicarmi, mentre io non lo posso fare perché sono inferiore a te!»
«Cosa stai dicendo?»
«Le cose stanno così. Tu sei sempre stata dieci passi avanti a me. Perché tu venivi ascoltata, avevi il diritto di parlare, mentre io sono sempre stato trasparente. E se mi fossi messo a urlare, molto probabilmente non mi avrebbe nemmeno ascoltato nessuno. E il motivo è uno solo: io sono omosessuale. Perché mi hanno sempre visto diverso e strano. Mentre tu, tu eri perfetta. Una donna etero che sposa il suo uomo. Una donna etero che può avere dei figli in modo naturale. E tu potevi permetterti di sbagliare, papà poteva permettersi di sbagliare, ma io no! Perché ero già sbagliato di mio. Quindi perdonami, perdonami, se ho picchiato tuo marito. Perché sì, io devo chiedere perdono ed essere condannato ugualmente. Mentre tu sparisci, mi lasci da solo dopo la morte di mia madre. Mi tieni nascosta la malattia di mio padre, ma io, io non posso arrabbiarmi. Perché avete tutti quest'ideale che le persone diverse dalla normalità di cui tanto parlate non possano averne il diritto.»
«Steve io non ho mai avuto problemi con la tua sessualità... ti ho sempre protetto.»
«Sì, mi tenevi nascosto, perché sennò paparino si sarebbe arrabbiato pure con te se avesse saputo della mia sessualità. Che poi diciamocelo, papà ne era al corrente, solo che non voleva vederlo davvero.»
«Sei ingiusto, Steve!»
«Anche tu, ma nessuno te l'ha mai detto, ci sono dovuto essere io a fartelo presente!»
E dopo essermi liberato da un altro peso di piombo, torno dentro dal mio ragazzo.
Passano le ore.
E lo so che è un intervento molto delicato.
Ma il pensiero di vedere passare il tempo così velocemente e allo stesso momento lentamente, mi lacera la pelle.
Ho paura che l'operazione non vada come ci aspettiamo.
Ho paura che mio padre non sia abbastanza forte per affrontarlo.
Perché l'ho sentito, l'ho sentito come debolmente il suo cuore lo stava abbandonando.
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"L'Angelo e il Diavolo"
ChickLitE fu così che il diavolo s'innamorò dell'angelo, senza accorgersi che in realtà tutto quell'amore non l'aveva mai provato. Manipolato, avvinghiato a esso. Un po' come il diavolo prova a resistergli, abbagliato da quella luce che non ha mai visto. Un...