Due anime cap. 10

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Steve

«Scusi, ho avuto un attimo di debolezza.»

Tyler è corso subito a fare la spia al proprietario del lido. Come se non bastasse ce l'ho qui, proprio davanti a me, mentre il signor Torres mi sta rimproverando per essere scappato via ieri sera.

Posso intravedere il suo ghigno soddisfatto, se la ride sotto i baffi, non mi innervosisce, sono del tutto impassibile al riguardo. Il mio intento è solo quello di scusarmi con il capo per il mio errore.

«Questa è la prima volta che ti riprendo, Williams. Spero sia l'ultima!» Torres è un signore di bell'aspetto, indossa sempre camicie. La barba grigia, curata alla perfezione. Capelli brizzolati. È un uomo molto severo quando si tratta di lavoro, infatti mi aspettavo di peggio, ero quasi convinto che mi licenziasse senza lasciare che provassi a spiegargli.

«Non succederà più!» Vorrei dirgli che non mi trovo bene con Tyler, che ha da ridire anche quando in realtà non c'è nessun motivo. Non lo faccio, mi prendo tutte le colpe, mi sono sempre preso la responsabilità delle mie azioni, e per quanto Tyler mi abbia messo sotto pressione, ho deciso io di mandare il mio lavoro al diavolo.

Torres non annuncia più parola, va via facendo un cenno con la mano per poi scompare dietro di me.

«Ti è andata bene.» Tyler mi dà una spallata, non mi sopporta proprio, non so per quale motivo. Non l'ho mai calcolato, non gli ho detto o fatto niente, semplicemente lui mi disprezza e mi vorrebbe fuori da qui il prima possibile.

Nello stesso momento che Tyler si allontana da me, Cameron si affretta a entrare, va incontro all'altro ragazzo, non mi ha completamente visto.

È arrabbiato, ha i pugni stretti, la vena del collo pulsa, e i suoi muscoli sono contratti. Lo afferra dalla maglietta e lo spinge al muro, ce l'ha con Tyler.

«Bastardo!»  Posso sentire solo questo.

Sta per sferrargli un pugno in pieno viso, quando un altro ragazzo afferra il braccio di Cameron per poi tirarlo verso di lui.

Cameron spinge via il suo amico, e torna ad afferrare la maglia di Tyler. Con violenza lo costringe a uscire fuori dal lido.

Tyler è sulla sabbia, si guarda intorno, sembra consapevole del perché l'altro ragazzo ce l'abbia con lui.

Nel frattempo si è creata confusione nella spiaggia, io sto osservando tutto dalla porta rimasta aperta.

Cameron sferra il pugno mancato di poco fa, Tyler viene steso completamente, ma al ragazzo che pensavo fosse solo sorrisi e allegria, non basta. Lo incita ad alzarsi, non appena è in piedi, sferra un altro pugno con più forza.

Sul viso di Tyler cola parecchio sangue. Alcuni ragazzi provano a separarli, più che altro a far smettere Cameron, dato che l'altro non prova nemmeno a difendersi.

«Cameron, basta!» Lui si ferma, si guarda un po' intorno per capire da dove proviene la mia voce.

Poi li sento i suoi occhi addosso, mi ha trovato, mi ha notato finalmente.

Il suo corpo sembra essersi rilassato, sul suo collo la vena non pulsa più, e adesso riesco a riconoscerlo. Posso ritrovare quel ragazzo sorridente che ho conosciuto quel pomeriggio in spiaggia, quello che è riuscito a conversare con me anche con la scusa più banale che potesse esserci.

È bastata la mia voce a far in modo che tornassi in te.

Cameron mi viene incontro, le persone che si erano accerchiate lì per godersi lo spettacolo vanno via, rimane solo Tyler sanguinante, ma ancora cosciente per terra, e il ragazzo che ha cercato in tutti i modi di farlo calmare.

Io quell'abbraccio non me l'aspettavo, lui mi stringe forte, posso sentire il suo cuore impavido battere sul mio rotto, si incastra fra esso alla perfezione, ma fa male, malissimo.

Non si rende nemmeno conto che fino a poco fa stava letteralmente picchiando a sangue Tyler, invece adesso è avvinghiato al mio petto.

Il suo collo si unisce con il mio, posso risentire quel profumo dolce, il suo. Uno di quegli odori che può competere con l'aroma di pittura fresca, il mare di notte, delle pagine di un libro.

Il tuo è decisamente il più bello.

Non ho ancora fatto niente, non ho ricambiato la stretta, ma non l'ho nemmeno scansato.

Per quanto io possa essere freddo, quest'abbraccio mi serviva più di quanto adesso servisse a lui.

Questo contatto mi rilassa e mi uccide allo stesso tempo. Ritorna la vulnerabilità, la corrente elettrica, il fuoco che mi tortura la pelle, poi lo stringo.

Scossa, fuoco, diavolo, inferno, adesso mi sembra di attraversare davvero tutto questo, per poi trovarmi davanti a un angelo, Cameron.

Abbasso lo sguardo, lo guardo, e lui ricambia, adesso è tutto ancora più difficile.

Guardarlo, ignorarlo, non posso farlo più. Perché ora, proprio in questo momento, mi manca il respiro, si è preso il mio cuore, lo ha portato con sé. E per quanto non voglia farlo, devo tornare a riprendermelo, anche se in realtà non vale tanto, vale meno di zero.

Mi sei entrato dentro, completamente.

Lascio la stretta, la pelle ha bruciato troppo, lo spingo via con delicatezza.

Non voglio ferirti.

Almeno per oggi, non voglio farlo. Continuo a detestarlo, perché con un solo abbraccio mi ha praticamente smontato tutto quello che credevo di poter fare con lui.

Lo detesto, perché mi ha fatto provare delle emozioni estranee. Non le conosco, questo mi terrorizza, mi mette del panico dentro che non riesco a controllare, nemmeno respirando piano, nemmeno tenendo sotto controllo i battiti del cuore.

Io non parlo, lui neanche, ma nel frattempo le nostre anime si sono ritrovate, si sono innamorate e stanno facendo l'amore. Mentre noi stupidi per quale siamo, continuiamo a farci la guerra, continuo a fargli la guerra.

Siamo due anime, Cameron. Due anime destinate a scontrarsi sempre, due anime follemente fragili. Due anime sbiadite, che insieme si colorano di un colore bellissimo. Due anime che si cercheranno sempre, in qualunque modo, perché due corpi puoi tenerli lontani, ma quando sono le anime ad essere più attratte, niente e nessuno le separerà mai!

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