Posso sentire la delicatezza del tuo cuore cap. 18

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Cameron

Steve mi guarda dopo avermi chiesto se stessi bene, spero il mio sguardo gli dia delle risposte. Che per una volta preferirei non parlare, perché non serve. Lui però, continua a fissarmi, ha bisogno, deve saperlo con certezza.

E gli direi che sto più che bene, che vorrei che mi baciasse ancora, che mi stringesse, che mi facesse suo, però mi piacerebbe che fosse lui a farlo di sua iniziativa.

«Sto molto bene, Steve.»

Gli accarezzo una guancia, per rassicurarlo, perché stasera vorrei, vorrei che per un volta si lasciasse andare, che mettesse da parte la paura.

Che mi volessi più di ogni altra cosa.

«Sei sicuro? Ti ha infastidito qualcosa? Non so, vorresti andare via?»

Mi viene da ridere per tutte quelle domande stupide e insensate.

La verità è che si sta facendo paranoie che non esistono, che ha paura solo al pensiero di farmi una carezza.

Cosa ti ha fatto così male?

«Steve, questa è una delle serate più belle della mia vita!»

Gli ho stampato un bacio sulla bocca, ha quasi indietreggiato per poi ricambiare sorridendo.

Il tuo sorriso è qualcosa d'inimmaginabile, sei arte.

Si è alzato dal mio corpo e si è messo seduto, distogliendo lo sguardo da me.

Sul suo viso appare una nota di serietà.

«Cosa c'è?»

Spero che da un momento all'altro non mi cacci, spero che non si sia già pentito di quello che è successo.

Perché in questo momento, non sono pronto, non sono pronto ad andare via, è ancora troppo presto. Ho ancora bisogno di contatto, ho bisogno di sentirmi speciale per lui.

Forse domani lo sarò di più, forse fra qualche ora, non adesso, ora mi farebbe troppo male.

«Non lo so, è così...»

«Stupido e insensato.» Lo interrompo, non lo lascio finire di parlare. Perché è così quello che c'è fra di noi, stupido e insensato.

Stupido perché non si può spiegare.

Perché ho pensato che non ci fosse speranza con lui.

Insensato perché è successo tutto così in fretta. Perché mi ha colpito come un fulmine in pieno viso, e non ho capito più niente.

Mi hai offuscato la mente, il cuore, l'anima, tutto, mi hai offuscato tutto.

«Già... stupido e insensato. Ma lo sai perché?»

«Perché»

Ho avuto quasi paura di fargli questa domanda, paura che iniziasse di nuovo con quella cavolata che non può darmi niente.

Perché in realtà mi ha già dato tanto, ma non si è accorto di nulla.

«Perché... io e te non ci conosciamo nemmeno. La maggior parte delle volte che ci siamo visti siamo finiti per discutere. Ma sai cosa? A me sembra di conoscerti da sempre.»

Paura, sempre paura, non lo abbandona mai. La prenderebbe a calci se solo potesse, le urlerebbe addosso, e le direbbe di lasciarlo in pace. Sarebbe inutile, perché Steve vive di ansia costante, e giuro che in qualche modo vorrei colmare questo suo sentimento che lo induce a non vivere realmente come vorrebbe.

Come?

«C'è un ma, vero?»

«Cameron... posso sentire la delicatezza del tuo cuore.» Mette una mano sul mio petto che batte all'impazzata non appena sfiora il mio dorso scoperto.

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