Il mio posto cap,45

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Steve

Cameron non ha più fiatato dopo.

Lo tengo ancora stretto a me. Il suo cuore sembra si sia del tutto calmato.

Lo posso sentire battere tramite la mia mano ferma sul suo petto.

È uno dei suoni più belli.

Appoggio la testa sulla sua schiena, facendomi cullare dalle sue spalle che per me sono come un rifugio.

Perché non riesco a sentire nient'altro che tranquillità quando i nostri corpi si toccano.

Improvvisamente Cam butta fuori un respiro che sembrava stesse reprimendo da parecchio ormai.

È devastato.

«Lo sai cosa?» Sprezzante è il suo tono di voce, rotto. Come se fosse ancora arrabbiato, deluso e frustrato.

Ma nonostante ciò, cerca comunque di rimanere calmo, per me.

E io lo percepisco dalla sua domanda, dalla voce stridula che ha usato, che dentro essa si cela tanta di quella frustrazione...

E mi salgono di nuovo i brividi.

Mi si gela il sangue.

Perché in Cam sembra tutto cambiato, come se fosse più forte di lui smettere di essere così fuori controllo.

E io alzo il viso, l'osservo. Aspetto che continui il suo discorso, nella speranza che possa darsi un contegno e calmarsi del tutto.

«La cosa che più mi fa incazzare è... che si è approfittato della tua vulnerabilità.»

E quel tono non è ancora cambiato, anzi, sembra sempre più disgustato.

E faccio silenzio, perché non saprei cosa altro dire.

Perché ha ragione.

Tyler sapeva benissimo che non avrei reagito, e quindi ne ha approfittato.

Per sfogare la sua frustrazione, su qualcosa che in realtà non è concepibile.

Perché deridere qualcuno per il suo orientamento sessuale è una di quelle mosse più disumane che possano esistere al mondo.

Perché non è divertente.

Perché nessuno decide di chi innamorarsi.

Nessuno decide da chi provare attrazione.

È natura.

Come un bambino che viene al mondo.

Come una mamma che ama un figlio.

«E tu mi chiedi calma. Come si fa a rimanere calmi davanti a queste ingiustizie?»

«Ricominci?»

E lui si volta verso di me, con quegli occhi infuocati che mi bruciano le viscere e ogni tessuto della mia pelle.

«Non puoi davvero chiedermi di rimanere inerme...»

«Perché no?»

«Perché penserebbe che può rifarlo.»

«Non lo rifarà.»

Si volta anche con il corpo verso di me.

Incrocia le gambe e mi fissa con uno sguardo irrequieto. Non capisce, sembra davvero non capire il motivo per la quale non voglio che faccia niente...

«Steve, tu non lo sai questo.»

«Fidati di me!»

«Non posso...»

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora