Papà! cap.73

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Steve

«Quel ragazzo è il tuo...»

«Sì, nonna, è il mio fidanzato!»

Lei si avvina sempre di più a me con la sedia. Mi afferra una mano e la stringe con entrambi i suoi palmi.

E io glielo lascio fare.

Anche se mi sembra di prendere una scossa perenne, pronta a uccidermi.

«Mi sei mancato, figliolo!»

Non capisco perché improvvisamente tutti dicano queste parole.

Come se bastasse vedermi per far riaccendere i sentimenti che una volta nutrivano per me.

È successo con Rebeca, sta succedendo con mia nonna.

E poi... mio padre è entrato in casa mia solo per sfiorarmi una guancia.

«Ti ho perdonato sul serio!»

«Va bene, nonna!»

Decido di non dire quello che in realtà sto pensando.

L'assecondo con questa pazzia.

Perché è assurdo che dopo un anno tutti si sentano in dovere di dirmi qualcosa.

Dopo avermi completamente voltato le spalle.

Dopo avermi lasciato da solo ad affrontare la morte di mia madre.

Dopo che tutti quanti, nessun escluso si è dimenticato di me.

Buttandomi tutte le colpe addosso.

Come se io avessi voluto che succedesse.

Non c'è giustificazione per quello che ho fatto.

Non c'è niente che io possa fare per cambiare quella notte.

Perché ormai la stronzata l'ho fatta da un anno.

Ma perché condannarmi?

Perché condannare solo me?

Perché nessuno se l'è presa per quello che ha fatto mio padre?

Perché lui non è stato ripudiato e io sì?

Molte, troppe domande ho ancora in sospeso.

Però nessuno mi darà le risposte.

E quindi continuerò a vivere la mia vita con il rimorso di non averci capito nulla.

Come sempre del resto.

«Vuoi ballare con me, figliolo?»

E anche se in realtà non sono entusiasta di questa cosa, accetto il suo invito.

Nelle note di "You are not alone" (Michael Jackson) balliamo un lento.

E lei mi sorride.

Come se avesse dimenticato tutto.

Ma io in realtà non ho dimenticato.

E non l'ho perdonata.

Ho gli occhi increduli di mio padre puntati addosso.

Evidentemente non si aspettava di vedermi ballare con Annie.

E non capisco se sia felice o arrabbiato per questo.

Come sempre, il suo sguardo non esprime nessuna emozione.

È sempre stato difficile capire cosa ci sia dentro quella testa.

È complicato.

Non si lascia andare mai.

Mia madre lo diceva spesso.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora