L'ho ucciso cap.79

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Steve

Un'altra ora è passata.

Non ho più rivisto mio padre.

Dopo averlo portato in camera, i medici si sono accertati che si fosse risvegliato per bene prima di cominciare a tenerlo sotto osservazione.

Sarà un percorso lungo.

Ma almeno una cosa è stata fatta.

Mio padre è uscito vincitore da quell'intervento.

In serata, decido di ritornare in ospedale.

Perché dopo l'intervento non l'hanno fatto vedere a nessuno.

Solo quei pochissimi secondi in corridoio.

E infatti ho aspettato proprio lì fuori con la speranza che me lo facessero vedere, ma niente.

Cameron si è accertato che mangiassi subito qualcosa, dato che ho saltato il pranzo.

E poi mi ha riaccompagnato.

Quando varco la porta della camera, mia sorella è dentro.

Ma questo non mi impedisce di entrare.

Mio padre sembra più rilassato dall'ultima volta che l'ho visto.

Non ha la mascherina, anche se per sicurezza la tiene proprio vicina a sé.

Sicuramente è ancora stressato.

È stato operato a cuore aperto.

Però mi sembra di vederlo più rosso in viso.

Mi avvicino al letto, e mia sorella abbassa lo sguardo.

E poi mi concentro su mio padre, che sembra proprio aspettare che io dica qualcosa.

«Come ti senti?»

«Respiro sicuramente meglio, ma ovviamente non sono ancora neanche passate ventiquattro ore, Steve.»

«Sì, hai ragione, ho fatto una domanda stupida...»

Mi scruta per qualche secondo, poi si volta verso Rebeca che ha ancora lo sguardo basso.

«Che cosa avete?»

E mio padre non capirebbe mai in realtà come io mi senta.

Quindi sarebbe fiato sprecato provare a spiegargli cosa c'è stato fuori da questo ospedale.

«Niente...» Gli rispondo.

Mentre lei continua a guardare il pavimento.

«Vado un attimo in bagno, papà.» E senza lasciare che Luis replichi si chiude dentro la toilette.

«Che cosa hai fatto!?» Mio padre ha improvvisamente cambiato tono ed espressione.

Lo riconosco quello sguardo.

Quello che mi faceva venire brividi fastidiosi per tutto il corpo.

Quello che mi faceva tremare le gambe e battere il cuore dalla paura.

E anche adesso succede.

Lui mi farà lo stesso effetto.

Lo temerò sempre.

«Perché presumi già che sia stato io a sbagliare?»

«Perché il combina guai sei sempre stato tu!»

«Certo... lei è perfetta...»

Mi allontano nervosamente dal letto.

Non ho assolutamente voglia di discutere.

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