L'aquila bianca cap.41

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Steve

Respiri affannati, sudore sparso per tutto il corpo, mani strette talmente tanto forte che diventano bianche data la troppa pressione.

Cameron che si muove dentro di me a ritmo di cuore. E i nostri corpi sudati che nonostante ciò non si stancano di rimanere attaccati.

Occhi contro occhi, naso contro naso, mani intrecciate, potrei anche morire adesso.

Del fuoco inonda la stanza, mi sento nel nostro inferno.

Ricoperto di luce e calore.

Perché con Cam dentro anche gli inferi cambiano sfumatura, si trasformano in qualcosa di più semplice da sopportare.

E quel fuoco adesso l'abbiamo conficcato in tutte le viscere di noi stessi.

Testa all'indietro, bocca aperta, sento di arrivare all'apice.

Cerco di trattenermi, ma non ce la faccio. L'ultimo gemito, quello più piacevole, l'orgasmo più bello che io abbia mai provato!

Guardo Cam, sperando che possa lasciarmi una mano, perché voglio toccarlo.

Ma lui le stringe ancora di più.

Per poi abbandonarsi sul mio corpo completamente devastato dal piacere.

Finalmente mi lascia le mani, ed è così che lo stringo forte a me. E mi rendo conto che fra le sue braccia mi sento protetto, a casa, fra le nuvole.

Come l'aquila bianca che vorrei essere, e lui è con me, voliamo insieme.

Esploriamo il mondo.

«Steve...» Ha ancora la testa appoggiata sul mio petto, non mi sta guardando, e dato il suo tono di voce, ho paura che mi stia per dire qualcosa di brutto.

«Dimmi, Cam.»

«Come ti senti?»

«Perché mi fai questa domanda?»

«Perché ho paura che tu ti sia sentito forzato a farlo...»

Con le sue parole mi ha ammutolito.

Perché io in realtà non mi sono sentito forzato a fare niente, tutto quello che ho fatto me lo sentivo, e se tornassi indietro lo rifarei.

Era da tanto che non mi sentivo così vivo.

«Cam, ma cosa dici... mi sento benissimo!»

Lui continua a non guardarmi, sembra nascondersi il viso nel mio petto.

Un po' questo mi fa male.

Perché abbiamo passato un bellissimo momento, e l'unica cosa che vorrei adesso è che mi guardasse, che mi parlasse di tutto quello che vuole.

«Cam, mi guardi per favore?!»

Alza leggermente lo sguardo verso di me, e finalmente i miei occhi trovano i suoi.

Gli accarezzo i capelli, sorridendogli leggermente.

Cameron in queste vesti è ancora più bello.

Capelli arruffati, occhi dolci, e il respiro va diventando più regolare.

«Ti sembro uno forzato?»

«Non sembrerebbe, ma ti conosco, ti tieni le cose dentro...»

«Non mi sto tenendo nulla dentro, Cam, mi sono lasciato andare. In un giorno solo sono riuscito a fare tante cose. Ho guidato, ho dato voce ai miei sentimenti e... ho fatto l'amore con te, non vado a letto con chiunque, se l'ho fatto è perché mi sentivo pronto!»

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora