L'angelo e il Diavolo siamo io e te cap.36

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Steve

"Amore di mamma, così vado bene?"

Mi trovavo seduto sulla poltrona del salotto di casa di mia madre. Avevo voglia di disegnare e lei ne era felice.

La mia mamma è sempre stata la mia musa ispiratrice, è grazie a lei se ho iniziato a fare i ritratti.

Lei era super orgogliosa di quello che sono capace di fare. Diceva che avevo del talento sprecato, perché non volevo far vedere a nessuno di esperto i miei disegni.

Per il semplice fatto che, secondo me l'arte non sempre va mostrata e io preferisco tenere per me i miei disegni, perché li sento troppo intimi.

Si era preparata, messa in ghingheri. Indossava un vestito celeste aderente, le metteva in risalto le sue gambe snelle e il suo seno prosperoso.

Era parecchio scollato, ma lei non lo portava in modo volgare, perché non è il vestito a fare una donna. E lei era elegantissima, per il semplice fatto che in mia madre non c'è mai stata malizia di nessun genere.

Mi ricordo che portava una collana e il ciondolo richiamava un cuore argentato che si apriva e dentro si trovava una foto di me bambino.

"Mamma, tu sei sempre bellissima!"

E io quella collana l'ho sempre portata con me. Da quando lei non c'è più la tengo sempre in tasca, un po' come se fosse il mio portafortuna.

In un certo senso la sento più vicina a me. Lei amava quella collana, la indossava sempre.

"Perché tu sei il mio cuore, Steve."

Mi diceva, e io ogni volta l'amavo sempre di più. Mi si riempiva il vuoto e non provavo nessuna paura.

Mi sentivo un cielo più azzurro del solito e potevo spiccare il volo, per quanto mi facesse sentire libero e spensierato.

E quel ciondolo l'ho portato con me pure oggi, ce l'ho sulla tasca posteriore del mio jeans. Mentre con tutto l'amore sto cercando di rendere il più bello possibile quel tatuaggio, riportandolo su un muro che molto probabilmente racchiuderà quello che siamo.

Perché come ho detto in precedenza... c'è sempre un senso a quello che dice Cameron.

"Io e te siamo l'angelo e il diavolo."

Questo significa che in me c'è un po' un angelo, e in te un po' un diavolo. Che non abbiamo nessun ruolo definito a questa storia. Io e te siamo la metà mancante di quella mela avvelenata. E dolce è il succo, ma amaro e il destino che ci ha voluti vicini. Che sia incertezza, che sia dolore o frustrazione, tu sei quella parte che mi è sempre mancata. Che non cercavo, ma inconsciamente lo stavo facendo, e adesso che ti ho trovato sono intenzionato a farti combaciare ancora e ancora a me.

"Resta con me." Gli avevo detto.

E lui me l'ha promesso, ma non è colpa sua se io non l'ho saputo tenere.

«Steve...»

«Erika!»

«Fai una pausa, mangiamo qualcosa. Tu non l'avevi detto, ma io ho portato anche da mangiare.»

«Non posso fermarmi adesso, perdo il ritmo!»

«Va bene, va bene mister artista, vorrà dire che me ne starò qui a mangiare il mio panino tutta sola!» Posso capire dal suo tono di voce che questa cosa non le sta affatto bene, dato che ha marcato le ultime parole in una maniera impressionante.

Sbuffo un po' e scendo dalla scala. Lei non appena vede il mio gesto batte ripetutamente le mani, come una bambina a cui vengono date delle caramelle.

Mi siedo vicino a lei su una tovaglia che ha sistemato per terra e mi passa un panino.

"L'Angelo e il Diavolo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora