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Jungkook's POV
Rimango ad osservarla, mentre mi fissa attraverso il vetro sporco delle porte dell'autobus, intanto che cerco di realizzare ciò che mi ha appena detto.

...dovrò tenere le distanze, sia da te che da Eleanor

Spero per lei che non dica sul serio, perché non mi sono concesso a lei per poi essere buttato via come un oggetto di poca importanza.
Sospiro, decidendo di non pensarci per il momento, e di riprendere il discorso una volta che rivedrò Sunmi, anche a costo di doverci chiudere in una stanza noi due soli nel caso non voglia parlarmi.

Infilo le mani nelle tasche della giacca della squadra che sto indossando, mentre cammino verso la mia jeep, intanto che i ricordi di questa notte mi tornano alla mente.
Oggi non ho fatto altro che pensarci, ma provate a biasimarmi.
Non mi era mai successo di sentirmi così a posto con me stesso. Non credevo di poter riuscire a provare tanto piacere tutto in una volta, e credo che sia dovuto anche alla persona con cui ero, ovvero Sunmi.
Non mi pento assolutamente di aver deciso di perdere la mia verginità con lei, perché la amo.
Si, me ne sono reso conto mentre i nostri corpi erano uniti l'uno all'altro. Mi sono reso conto che, anche per tutto il tempo che abbiamo sprecato credendo di odiarci, in realtà ci desideravamo e basta.

Salgo sulla mia jeep, mettendo in moto per poi avviarmi in strada.
Guido tranquillo verso casa mia, pensando al fatto che dopo mangiato potrei passare in ospedale a vedere come sta Jimin.
Nessuno mi ha più detto nulla dall'ultima volta che ho lasciato il Memorial Hospital di Ilsan e, per quanto possa sembrare che non mi importi, non è affatto così.
Jimin è stato molto importante nel mio percorso per mantenere il controllo del lupo.
Mi ha aiutato ad allenarmi quando Namjoon era troppo preso da Eleanor, e mi ha motivato ogni volta che non riuscivo a svolgere qualche esercizio.

Sospiro, abbassando il finestrino con il tasto posato sul lato interno della portiera, godendomi l'aria fresca che adesso mi accarezza il viso.
Riporto entrambe le mani sul volante per svoltare a destra, quando sento il mio telefono squillare.
Allungo una mano, afferrandolo dal portaoggetti e, quando leggo il contatto di Taehyung, corrugo leggermente la fronte.

<< Pronto?>> rispondo, convinto che abbia sbagliato numero

<< Devi passare a prendermi>> dice schietto

<< Ehm...>> esito qualche istante
<< Tae, sono Jungkook...>> lo informo, più che convinto volesse chiamare Namjoon, o Hoseok

<< Lo so>> ammette
<< Allora? Tra quanto arrivi?>> continua

<< Io...non...>> balbetto, guardando le indicazioni e rendendomi conto che, se al prossimo incrocio svolto a destra, posso tranquillamente arrivare in meno di cinque minuti a Villa Kim
<< Perché dovrei venirti a prendere?>> gli chiedo

<< Devi portarmi in un posto>> afferma
<< Ti aspetto>> è l'ultima cosa che dice, prima di riattaccare.

Sospiro, riponendo nuovamente il telefono nel portaoggetti, per poi svoltare a destra una volta all'incrocio, rinunciando all'idea di pranzare.
Percorro la strada poco trafficata del quartiere più ricco di Ilsan, osservando le ville enormi di tutte quelle persone che non sanno dove mettere i soldi, fino ad arrivare alla fine della strada, dove trovo Taehyung vicino al grande cancello di ferro di casa sua.

<< Ciao>> mi saluta salendo al posto del passeggero

Lo osservo qualche istante, confuso dal suo outfit.
Ha indosso una camicia e dei pantaloni a righe blu, con dei cuoricini rossi stampati sopra, mentre al collo porta una cravatta azzurra, decorata con un paio di coni gelato.
Apro la bocca, per chiedergli come mai sia uscito di casa con quello che ha tutta l'aria di essere un pigiama, poi però mi ricordo di chi si tratta, perciò decido di rimanere in silenzio, tornando in strada.

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐍𝐀𝐓𝐔𝐑𝐀𝐋 | 𝐤𝐧𝐣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora