3.

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Namjoon's POV

«Scherziamo?!» urlo, sbattendo con violenza la porta del frigo.

Ognuno di loro ha una casa in cui vivere, eppure è come se mangiassero solo ed esclusivamente il mio cibo.
Esco dalla cucina, incontrando Hoseok, il quale è appena uscito dal bagno.

«Dove sono Jimin e Taehyung?» chiedo serio.

Quei due devono smetterla di spazzolarsi tutte le mie riserve.

«Mi pare se ne siano andati, perché?»

Non rispondo.
Mi volto, uscendo dalla tana e avviandomi verso la mia macchina sulla quale, una volta salito, parto spedito verso il centro città.
Questa è l'ultima volta che esco per tornare a fare la spesa. Diavolo è successo cinque volte in due settimane. La prossima raddoppierò le ore del loro addestramento.
Devo ammettere che sono migliorati molto, ma ancora non basta.
Anche Hoseok deve continuare ad allenarsi, nonostante sia più esperto di me su questo campo, io sono più veloce e abile, mentre lui è ancora troppo lento nel tirare calci e pugni.
Credo che loro tre se la stiano prendendo serenamente perché pensano al fatto che mancano ancora cinque mesi, ma è proprio questo il punto, sono troppo pochi.
E come se non bastasse siamo in svantaggio.
L'altra notte c'era la luna piena e tutti noi ci siamo ritrovati nello stesso bosco a correre per soddisfare il nostro istinto di lupo, Jimin più degli altri dato che non sa ancora controllarsi bene, e mentre correvamo fianco a fianco, ci siamo imbattuti in una scena spaventosa.
Cacciatori.
Cacciatori ovunque.
Intenti ad allenarsi con il tiro con l'arco, con i fucili e le pistole. Saranno stati più di trenta e, devo ammetterlo, ho provato paura.
Siamo tornati alla tana, incatenando Jimin per impedirgli di tornare nel bosco, ed è stato in quel momento che ho realizzato che noi quattro da soli non avremmo avuto nessuna speranza contro Minho e il suo esercito.
Mi servono nuovi Beta a cui insegnare tutto quello che so, addestrarli fino ad essere certo che l'ultimo giorno del sesto mese ci condurranno alla vittoria.
Parcheggio, poi scendo avviandomi a piedi verso il supermercato.
Compro il necessario, pensando già ai ripiani più alti in cui mettere il tutto, per far sì che Jimin non ci arrivi, poi esco tornando verso la mia macchina.
Devo solo svoltare nella prossima via, quando qualcosa attira la mia attenzione.
Corrugo la fronte, permettendo al mio olfatto sviluppato di prevalere sugli altri sensi.
È un odore pungente, ma allo stesso tempo piacevole, un odore che stavo cercando, l'odore di qualcuno abbastanza forte da sopportare il morso, unito a...latte alla fragola?
Non ho il tempo di capire cosa stia succedendo.
So solo che sento un piccolo urlo, dopo che sono andato a sbattere contro una ragazza e, quando si volta, il mio sguardo non indugia a posarsi sul suo seno prosperoso, reso visibile dalla macchia trasparente che si è formata sulla sua camicetta grazie al liquido roseo.

«Scusa» sussurra, riportando la mia attenzione su di se.

Non è stata colpa sua, ma non sono il tipo che chiede scusa.
Corrugo leggermente la fronte, osservando i suoi tratti occidentali.
Porta i capelli raccolti in una coda alta, capigliatura che non si vede spesso da queste parti, e questi ultimi sono di un castano chiaro ma, a differenza delle altre ragazze, non sembrano tinti, sono più che certo sia il suo colore naturale.
Non credo sia di qui, ma sinceramente non mi interessa.
Sono quasi intento ad andarmene, quando quell'odore pungente torna a invadermi le narici, e immaginate la mia sorpresa una volta resomi conto che si tratta di lei.

«Allora? Hai intenzione di dire qualcosa o no?!»

Sposto lo sguardo alla sua destra, notando soltanto ora la ragazza al suo fianco.
Lei, contrariamente alla sua amica, è asiatica in tutto e per tutto.
Fisico, tratti, capelli...

«Oh, si...» mugolo, tornando a guardare la ragazza occidentale.
«Mi spiace, ti pagherò la lavanderia. Vediamoci davanti alla Wash It domani alle undici, okay?» le chiedo.

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐍𝐀𝐓𝐔𝐑𝐀𝐋 | 𝐤𝐧𝐣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora