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Sunmi's POV
Non so bene come, so solo che, dopo che Minho e gli altri mi hanno scortata a casa, senza farsi vedere dai miei ovviamente, sono uscita di nuovo, tornando al parco giochi abbandonato per assicurarmi che non fosse successo qualcosa di realmente grave.
Ci ho sperato, tanto, ma ovviamente non era così.
Il ragazzo del branco di Namjoon, che ho riconosciuto come Jimin, era lì, steso per terra, ansimante e agonizzante, con una chiazza rosso scuro che continuava ad espandersi sulla maglia lunga e grigia che aveva addosso, mentre il suo telefono, caduto troppo lontano da lui perché riuscisse ad afferrarlo, continuava ad illuminarsi, senza però emettere alcun suono.
Avrà silenziato la suoneria, questo però non significa che quello smetta di squillare.
Ricordo il terrore nel suo sguardo quando mi sono avvicinata, prima di ricordarmi che, probabilmente, lui mi vede ancora come la pazza che ha cercato di ucciderli e, grazie al fatto che fosse ferito, ho avuto il tempo di allontanarmi, prima che mi artigliasse la faccia.
Non sapevo cosa fare.
Avrei potuto almeno tentare di aiutarlo, ma lui non me l'avrebbe mai permesso, in più era qui fin da troppo tempo, ed è strano che il processo di guarigione non fosse ancora entrato in corso, così ho fatto l'unica cosa che so avrebbe potuto salvarlo.

Eleanor's POV
Guardo scioccata la ragazza davanti a me, per poi prenderla per le spalle e scuoterla leggermente.

<< Ma sei completamente impazzita>> sbotto, cercando di tenere comunque un tono basso.

Non serve avere maggiore attenzione su di noi, ce n'è già abbastanza.

<< Cos'avrei dovuto fare? Lasciarlo morire?>> domanda retorica Sunmi.

<< Potevi aiutarlo in altri modi, non portandolo in ospedale>> dico, mentre sento un brutto presentimento impossessarsi del mio corpo.

<< Non si sarebbe fatto aiutare da me.
Sono ancora una minaccia per loro>> mi ricorda.

Scuoto leggermente la testa, poi apro la bocca per continuare, ma vengo interrotta dallo sceriffo Jeon, il quale ci raggiunge con un'espressione fin troppo seria in volto.

<< Eleanor, Sunmi. Potete gentilmente seguirmi?>> domanda, in un tono così formale da mettermi i brividi.

Io e la mia amica smettiamo di battibeccare, per poi seguire lo sceriffo fino alla stanza di Jimin dove scorgo, grazie alla grande vetrata, sua madre piegata sul corpo del figlio, scossa da alcuni singhiozzi, mentre il Beta rimane fermo, disteso, con gli occhi chiusi.
Lo sceriffo sorpassa quella camera d'ospedale, entrando in quella successiva dove, una volta dentro, quel brutto presentimento non fa altro che crescere.
Osservo ognuno dei componenti del branco, tutti presenti all'interno di quella stanza, persino Yoongi è qui con noi, per poi posare gli occhi sulle due persone che mai mi sarei aspettata potessero venire a contatto con gli altri membri, all'infuori di Namjoon.
I miei genitori mi squadrano dalla testa ai piedi, in cerca di qualcosa che non conosco.
Deglutisco, poi sposto lo sguardo, in cerca di quello di mio fratello ma, trovandolo mentre si osserva le scarpe, capisco che devono avergli riservato lo stesso trattamento prima che io facessi il mio ingresso.

<< Bene Jungsu, ora puoi spiegarci tutto>> dice a un tratto lo sceriffo.

Corrugo leggermente la fronte nel sentire il nome del signor Lee, per poi vederlo spuntare qualche secondo dopo da dietro le spalle di mio padre.

<< Non c'è molto da dire>> inizia.

<< Papà?!>> borbotta Sunmi, con un tono alquanto confuso.

Lui le lancia una piccola occhiata, prima che venga interrotto da mia madre.

<< Davvero Jungsu?! Perché io credo ci sia molto da dire>> lo contraddice, alternando lo sguardo da me a Yoongi.

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐍𝐀𝐓𝐔𝐑𝐀𝐋 | 𝐤𝐧𝐣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora