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Eleanor's POV
Allungo le maniche della mia felpa lasciando scoperte solo le dita, mentre osservo la città scorrere fuori dal finestrino.
Quando Namjoon si ferma a un semaforo, guardo alcune ragazze attraversare, con addosso le loro divise scolastiche e lo zaino in spalla, dirette verso la struttura dentro cui dovranno stare per le prossime cinque ore.
Sinceramente un po' le invidio, vorrei essere anch'io così spensierata mentre mi avvio a scuola, piuttosto che con un macigno sul petto diretta in biblioteca.
Namjoon sospira, poi riparte non appena scatta il verde.
Giro la testa, posando il mio sguardo sul suo profilo stanco.
Saranno giorni che non chiude occhio, infatti sono certa che neanche questa notte abbia dormito.
Io al contrario, non sono riuscita a resistere alla stanchezza e sono crollata, anche rassicurata dal fatto che lui fosse al mio fianco.
Speravo che la Banshee mi avrebbe lasciata tranquilla sentendo la presenza di un lupo accanto a lei, ma mi sbagliavo.
Torno a guardare il paesaggio, mentre i ricordi del sogno di stanotte invadono la mia mente.
Mi sono ritrovata nuovamente in ospedale, questa volta però ero dentro la camera di Jimin.
Lui era sempre lì, steso inerme su quel lettino, pronto a farmi sentire tremendamente in colpa, senza un motivo ben preciso.
Ho provato a distogliere lo sguardo e a chiudere gli occhi, ma la Banshee mi costringeva a guardare il suo corpo senza vita, impedendomi addirittura di sbattere le palpebre.
Cercavo di prendere dei grandi respiri, ripetendo a me stessa che era solo un sogno, ma la Banshee deve avermi sentita, perché si è avvicinata al lettino su cui era sdraiato Jimin e, dopo aver sollevato un mio braccio, mi ha fatto posare la mano destra sulla sua caviglia.
Ho sentito una sensazione di vuoto invadermi nel momento esatto in cui la sua pelle è entrata in contatto con la mia.
Credevo sarebbe successo come con sua madre, che la mia mano lo attraversasse, non che si scontrasse con lui.
Sono riuscita a tirarmi indietro per un momento di distrazione della Banshee, credo, prima che i miei occhi si riempissero di lacrime.
Ero convinta fosse realmente un sogno, ma ora che ho toccato Jimin, tutta questa situazione sembra molto più reale.
Cerco di distrarmi guardando il paesaggio, ma non funziona.
Ricordo di quando sono riuscita a riacquistare il controllo del mio corpo, senza sapere bene come, fino a quando non ho sentito le braccia di Namjoon circondarmi, per poi stringermi a se.
Mi sono sentita al sicuro per qualche istante, e credo sia per questo che la stanza ha iniziato lentamente a svanire.
Il primo che ha iniziato a sbiadirsi è stato Jimin, per poi sparire nel nulla, come un ricordo lontano.
Quasi fosse una conferma di ciò che sta per succedere.
Poi è stato il turno di tutte le cose all'interno della stanza.
Ricordo di essermi guardata intorno, mentre osservavo tutti quegli oggetti diventare trasparenti, e poi invisibili, fino a quando il mio sguardo non si è posato su un grande libro, posato sul comodino accanto al letto di Jimin.
Aveva la copertina rilegata in pelle, sembrava molto antico e aveva l'aria rovinata, quello che però ha realmente attirato la mia attenzione, sono stati i fiori nel vaso posato sopra al libro.
Avevano i petali di un luminoso giallo sole, un colore troppo felice per quella stanza ormai così tetra che, a dirla tutta, stonavano non poco con il resto.
Poi è sparito tutto e solo allora sono riuscita a dormire tranquilla.

<< El...>> sento la voce di Namjoon chiamarmi.

Mi volto verso di lui, il quale è gia sceso dall'auto.
Fa un cenno con la testa davanti a se e, quando torno a guardare frontalmente, scorgo oltre il parabrezza la biblioteca di centro città.
Scendo dall'auto, chiudendo la portiera alle mie spalle, poi mi metto accanto a Namjoon.
Sento il suo sguardo su di me, intanto che camminiamo verso la nostra meta, ma io tengo gli occhi fissi sui miei piedi.

<< Eleanor...>> sussurra qualcuno di cui non riconosco la voce.

Alzo la testa di scatto, bloccandomi sul posto, mentre dei brividi mi percorrono tutta la schiena.
Mi volto, cercando con lo sguardo la fonte di quella voce, senza però vedere nessuno.
È la stessa voce che mi ha chiamato stamani in camera mia ma, dato che Namjoon mi ha guardato confuso quando gli ho chiesto se avesse sentito qualcosa, ho pensato fosse un effetto collaterale del sogno appena fatto.
Invece è reale...
Mi guardo attentamente intorno, ruotando su me stessa così da essere sicura di osservare bene tutto il perimetro della strada, fino a che i miei occhi non incontrano quelli seri e sospettosi di Namjoon.

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐍𝐀𝐓𝐔𝐑𝐀𝐋 | 𝐤𝐧𝐣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora