MAGNUS BANE

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Pubblicato 18 gennaio 2022

Da quando quel quadro è tornato a New York, Magnus ha preso l'abitudine di andare alla mostra in cui è esposto almeno una volta alla settimana.
Riportando alla mente ricordi sempre diversi ogni volta.
Il suo vecchio amico sarebbe felice di sapere che la sua arte viene finalmente apprezzata.
Ma questa volta l'attenzione di Magnus viene catturata da altro.
I colori del quadro fanno da sfondo a quelle spalle così familiare, i capelli di quel colore unico.
Lo sguardo di Magnus scivola lungo la figura.
Non può essere lei, eppure eccola qui.
I suoi piedi lo portano davanti il quadro, al fianco di lei.
Il tuo sguardo è fermo sul quadro davanti a te.
Qualcuno si è fermato al tuo fianco ma non ci fai caso, i colori ti ipnotizzano, le forme ti incantano.
Magnus sorride.
<sembra incantato> dice, il suo sguardo davanti a sè.
Giri il viso verso l'uomo che ha appena parlato, Magnus volta il viso verso di lui.
<è ipnotizzante> confessi, le guance rosse e un sorriso timido.
Magnus ti guarda.
Sei uguale a lei.
<Magnus Bane> ti porge la mano.
<y/n>
<solo y/n?> chiede lui quando stringi la sua mano.
<per ora sì, non parlo molto con gli sconosciuti> ribatti facendogli l'occhiolino.
Magnus sorride, sei uguale a lei anche nel sarcasmo.
<posso invitarti a prendere un caffè e una fetta di torta?> ti chiede lui, sperando di poter passare anche solo un'istante in più in tua compagnia.
Lo guardi sorridendo.
<caro Magnus, se mi proponi una fetta di torta non posso che dirti di sì>
Lui sorride, e mentre uscite dalla mostra, si volta un'ultima volta verso il quadro dell'amico.
Amico che hai tempi gli aveva fatto conoscere lei.
<non posso fare a meno di notare una certa somiglianza tra te e quel quadro> confessi appena vi sedete al tavolo del bar dall'altra parte della strada.
<ma non è un ritratto> ribatte Magnus.
<non intendo quel tipo di somiglianza, emanate la stessa energia, lo stesso calore, lo stesso carisma, non so se mi spiego>
Magnus sorride, il suo caro amico aveva dipinto quel quadro proprio pensare allo stregone.
<ti credo> risponde con un sorriso caldo.
<allora Magnus, offri a tutte le donne che si fermano in quella mostra un caffè e una fetta di torta o sono speciale?> chiedi con un sorriso furbo.
<di solito mi fermo al caffè> risponde Magnus, con tono divertito.
Entrambi ridete.
<confesso che è la prima volta che lo faccio> aggiunge poi quando le risate si sono calmate.
<allora sono specale?>
Magnus sorride, e dentro di sè sa che la risposta è "sì".

<perchè mi dovrei arrabbiare?> chiedi guardando Magnus.
Lui sembra quasi mortificato.
<ehi> gli prendi il viso tra le mani.
<assomiglio ad una tua amante di chissà quanti secoli fa, e quindi? vuol dire che hai un tipo ben specifico> lo prendi sul ridere ma Magnus sorride a malapena.
<non sono arrabbiata, non sono scandalizzata e di certo non mi sento usata se è quello che ti preoccupa, men che meno sento che mi paragoni a lei>
Magnus ti guarda negli occhi.
Poggia le mani sui tuoi fianchi, ti fa avvicinare a lui.
Il suo sguardo scivola sul tuo viso, fino alle tue labbra.
Ogni dettaglio di te, così simile eppure così diverso, ama tutto di te.
<tu non sei lei, y/n, e io ti amo, come non ho mai amato nessuno> sussurra, la sua fronte contro la tua.
<e questo è quello che mi importa Magnus> rispondi, lo baci con calma.
Appena senti che si è calmato lo guardi, un sorriso timido sulle labbra.
<e ti amo anche io Magnus Bane>

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