IL MANDALORIANO

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Pubblicato 26 marzo 2022

<dovresti mangiare> dici attirando l'attenzione di Mando.
Lui si gira, ancora seduto sulla sua sedia.
Se non indossasse la maschera saresti quasi sicura che abbia un sorriso furbo in viso o un sopracciglio alzato.
<ci penso io qui, tu va a riposare e a mangiare> aggiungi con calma.
<hai cucinato?> la sua voce roca ha sempre lo stesso effetto su di te.
<sì, Grogu sembrava affamato e devo ammettere che anche io avevo un certo languorino> dici con un mezzo sorriso.
<ora Grogu sta dormendo, puoi riposare anche tu o insomma, fare quello che vuoi>
Mando si alza.
<grazie y/n> dice con calma, e se non fosse per la sua voce modulare e meccanica sentiresti anche la nota di dolcezza nel suo tono.
<sono qui apposta> rispondi con un sorriso.
Non puoi vederlo ma lo sguardo di Mando si sofferma sul tuo sorriso, come sempre.
Poi abbassa la testa, casco compreso, e lascia la cabina di pilotaggio.
Pensi sia colpa dello spazio ristretto ma quando Mando passa, la sua mano guantata sfiora la tua. Ed entrambi in quel momento vorreste solo che quel guanto sparisse.

Nemmeno te ne sei resa conto che Mando è tornato nella cabina di pilotaggio.
Rimane a qualche passo da te, il suo sguardo sulla tua figura.
Se solo sapessi che sei l'unica persona a cui ha volontariamente lasciato le redini della sua navicella.
<y/n> appena senti la sua voce chiamarti ti giri.
<non ti avevo nemmeno sentito arrivare> dici portandoti un mano al petto.
<non volevo spaventarti>
Gli sorridi.
<non ti preoccupare Mando, ci sono abituata>
Stavi per dire altro ma Mando ti interrompe.
<Din>
<scusa?> chiedi confusa.
<il mio nome è Din> ripete lui facendo un passo verso di te.
<Din> mastichi il suo nome, ti piace poterlo pronunciare.
Ti fa sentire più vicina a lui, come se aveste bloccato un nuovo livello di intimità.
<mi piace> confessi, le tue guance tinte di rosa.
Mando, Din, sotto il casco sorride.
Piace anche a lui sentire il suo nome pronunciato da te.
<ti lascio alla tua navicella, fino ad ora tutto normale>
<grazie y/n>
<di nulla, Din> dici con un sorriso che rimane sulle tue labbra anche quando ti allontani.
Ma prima che tu possa scendere le scale per portano al resto della nave Din ti chiama.
<y/n aspetta>
Ti fermi sui tuoi passi, girandoti verso di lui.
<sì?>
Din si avvicina a te, tanto vicino che vedi benissimo il tuo riflesso nella t nera sul suo casco.
<Din?>
Lui alza una mano, non porta il guanto.
Lo guardi sorpresa.
Din ti accarezza la guancia, e senti un suono provenire dal casco un sospiro filtrato dal modulatore.
La sua mano è calda, la pelle ruvida come quella di un meccanico.
Ti lasci andare al suo tocco, guardandolo e senza saperlo incontri il suo sguardo attraverso la visiera.
<chiudi gli occhi> mormora Din.
Ti fidi di lui, quindi non esiti a seguire le sue parole.
Quando i tuoi occhi sono chiusi Din toglie la mano dalla tua guancia, si toglie il casco e ti guarda.
L'istinto di aprire gli occhi è forte, ma resisti.
Senti i suoi movimenti, poi la sua mano torna sulla tua guancia.
Si avvicina, senti il suo respiro sul tuo viso.
<Din> sussurri.
<y/n> risponde lui, e per la prima volta senti la sua voce senza il casco di mezzo.
Din si è tolto il casco.
Ma ancora prima che tu possa processare l'informazione le sue labbra si poggiano sulle tue.
Un filo di barba ti pizzica, ma ti piace la sensazione.
Così come ti piacciono le sue labbra morbide sulle tue.
Una tua mano si ferma sul suo petto, Din la prende nella sua e se la porta al viso.
Lo puoi toccare, accarezzare.
Puoi sentire i suoi capelli sotto le dita, corti e morbidi.
Puoi accarezzare la sua guancia, calda come la mano, segui le sue labbra che hai appena baciato e finisci sulla mascella.
Sorridi.
<Din>
<sì?>
<scommetto che sei bellissimo>
Din sorride.
<mai quanto te mesh'la> mormora a sua volta prima di baciarti di nuovo.

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