Capitolo 7

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Quando comincia a calare il sole e la morsa del caldo che attanaglia la città da tutto il giorno si attenua un po', io e Soru indossiamo i vestiti puliti e passiamo a prendere Puri. Ha già preparato un cestino con dentro la cena per tutti e quattro. Mi offro di portarlo e lei con un sorriso accetta, si carica in spalla una coperta e prende Shereen per mano. Soru ci guida tra le vie del distretto, in un vicolo che non conosco. Dal cestino viene un profumo invitante di cibo. Sono affamato. Seguo la nostra allegra brigata sulla scala di pietra di una casa abbandonata. Dal tetto terrazza della casa, si sentono già le fanfare della festa in lontananza. Saliamo la rampa di scale che costeggia il lato della casa più alta, che è attaccata a questa. Sono tipiche case alcheriane di pietra, con le stanze che si aprono a domino e il giardino nel mezzo. Attento a non scivolare sui gradini lisci lancio un'occhiata al giardino. Le braci di un falò recente ardono in un braciere. Dal portico in ombra si affaccia una ragazza con un fucile a tracolla. Si appoggia alla colonna e mi fa un cenno di saluto con la testa.

"Soru, di chi è questo quartiere?"

"Gente del boss Nandita, non preoccuparti. Tra l'altro penso proprio che non saremo soli stasera."

Mi rilasso un po'. Per un attimo ho creduto ci avesse portato in territorio nemico, ma è stupido, non siamo tanto lontani da casa. Siamo sempre nel nostro quartiere e Soru conosce le regole. Il boss del clan che lo gestisce è Nandita. Non l'ho mai visto e nemmeno ci tengo a incontrarlo. Come tutti vado allo spaccio a comprare il cibo, quello è di sua proprietà. Lui però non ci va quasi mai. Ci andrà una volta al mese per ritirare l'incasso da Apsalara, la ragazza che si occupa di tutto, bisca clandestina nel retro compresa.

Passiamo sui tetti di altri due palazzi prima di giungere alla nostra destinazione. Sono rimasto più indietro degli altri per guardarmi intorno e quando finalmente salgo le scale dell'ultima terrazza, mi accorgo che è pieno di gente. Puri ha sistemato la coperta per terra in un angolo vicino al muro, dove Soru si è già seduto. Shereen torna indietro per venirmi incontro e prendendomi per mano mi porta in mezzo ai gruppi di persone accampati sulle coperte per mostrarmi il panorama.

Quello che vedo è da mozzare il fiato. La porta di Tiamath, che dal basso è così imponente, a vederla da quell'altezza e a una ventina di metri più avanti rispetto a noi, sembra quasi piccola. Dal punto in cui sono vedo uno sciame di gente che nelle strade del quarto distretto si muove in massa verso la piazza del centro, su cui hanno allestito un palco grandioso. È lontano, sembrano piccole formiche che spintonano per accaparrarsi i posti migliori sotto l'impalcatura di ferro. Dietro il tutto, torreggia altissima e imponente la ziggurat del tempio di Marduk, sui gradoni della quale stanno affacciati i sacerdoti in abiti sacri, probabilmente recitando litanie. Sul palco, la figura del dio Nabu, o piuttosto chi indossa la sua maschera terrificante si muove su e giù a grandi passi. I suoi gesti innaturalmente ampi lo fanno sembrare impacciato. Una voce dall'altoparlante grida qualcosa che non riesco a capire. Forse sta narrando la storia del dio, tra grida e pause scandite da due file di enormi tamburi sistemati ai lati del palco.

"Ci capisci qualcosa?" chiede Shereen tra i denti, contenendo appena l'eccitazione.

"No, mi dispiace."

Una voce dal basso ci richiama. È un ragazzo che, seduto con un braccio intorno alle spalle della sua ragazza, ci chiede di spostarci.

"Sta per iniziare. Se state lì ci coprite la visuale."

Vorrei rispondergli male. Non è che si veda granché in ogni caso. Shereen nota il mio cipiglio e scuote la testolina vigorosamente.

"Dai Axer," dice tirandomi il polso. "andiamo a mangiare."

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora