Spingo Dimash verso il letto, incontrando la resistenza dei suoi piedi piantati a terra.
«Tu non hai sonno?» ringhio, spazientito. Quando gli afferrò un avambraccio, però, intenzionato a trascinarlo con me, sento ancora la sensazione di pace che mi avvolge e la furia che minacciava di nascere si placa all'istante.
Dimash indica il bagno con un cenno della testa e siccome non afferro, deve specificare: «Il kajal.»
Già, che sbadato. E immagino che voglia anche lavarsi i denti. Senza lasciare la cintura che gli stringe i polsi, comincio a dirigermi lì.
«Axer, puoi slegarmi adesso?»
«No.»
«Perché?»
«Stai bene così.»
«Puoi almeno tirarmi su i pantaloni, allora?»
Faccio spallucce. A me piace tanto com'è, anche se in effetti non è in una posizione felice. Okay, mi abbasso per raccogliere i pantaloni caduti a metà coscia e li tiro su lentamente. Chiudo il bottone e lo guardo in faccia, soddisfatto.
Dimash rotea gli occhi ma forse ha capito che non è il caso di tirare troppo la corda con me stanotte e, ubbidiente, mi segue nella sua stanzetta da bagno. Per me è pericoloso interrompere il contatto fisico tra noi, ora l'ho capito. Tuttavia mi costringo a lasciarlo in modo che possa prendere il rametto di legno sfrangiato che in Alchera usiamo per spazzolarci i denti e lo osservo farlo con vigore. Per qualche strano moto d'orgoglio patriottico, sono contento che non abbia assunto completamente le abitudini dei giudei. Chissà loro, come si lavano i denti. Con qualche tecnologia proibita di sicuro. Chissenefrega.
Sbuffando tra me, noto la boccetta di polvere nera sul ripiano. La prendo e la apro. Intanto lui ha finito. Sputa nella bacinella e mi scocca un'occhiata infastidita.
«Anche quello devo mettermelo con le mani legate?»
«Te lo metto io.»
Ormai è rassegnato a ricevere il trattamento. Sospirando profondamente dal naso si lascia cadere seduto sulla tazza chiusa del water. Mi avvicino sorridendo, con la boccetta in una mano e la minuscola stecca di vetro imbevuta nella polvere nell'altra. Ogni tanto lo mettevo a Soru, perciò è una cosa che mi dà un po' di nostalgia. Gli stiro leggermente la palpebra di un occhio e faccio scorrere l'asticella nella fessura tra le rime con un gesto fluido. Lui strizza l'occhio e quando lo riapre è contornato di nero. Mi lascia fare la stessa cosa con l'altro. Gli sorrido. Avrei quasi voglia di mettermelo anch'io, ma per farlo dovrei girarmi verso lo specchio e guardarmi in faccia e al solo pensiero mi sento rabbrividire. Ho bisogno di toccare subito la spalla di Dimash. Gli scorro il pollice all'attaccatura del collo. Lui gentilmente mi prende la boccetta di mano. Senza dire niente intinge l'asticella nella polvere. Mi inginocchio davanti al water in modo da trovarmi alla sua altezza e anche se ha le mani legate, mi mette il collirio, con gli stessi gesti precisi che noi alcheriani impariamo da piccoli.
«E adesso?» mi chiede sogghignando, come se si aspettasse un'avventura o l'ennesima marachella da parte mia. Sbadiglio, e forse resterà deluso.
«A letto, piccolo.»
«Non sono piccolo, io.»
«Facciamo finta che...» mi blocco in tempo. Sarebbe troppo crudele dirgli di fingere di essere qualcun altro perché stanotte mi manca tanto il suo corpo da stringere tra le braccia e nel mio letto voglio soltanto Soru. D'altro canto, se sto dietro, anche lui può fantasticare su un'altra persona.
Dimash non mi chiede di continuare la frase. Aspetta. Con gli occhi mi indica l'interruttore della luce. Senza dire più niente, tirandogli le mani dalla cinghia, lo porto verso il suo letto. Mi sistemo, poi lo faccio sdraiare davanti a me e lo abbraccio, nella posizione del cucchiaio. Respiriamo insieme nel buio. Deve essere una reazione magica, se ogni volta che gli sfioro la pelle nuda mi assale un senso di calma profondissima, che rimette i pensieri imbizzarriti in prospettiva. È Dimash che sto abbracciando. Mi aspettavo più ostilità da parte sua, che non ha più provato a scappare o avvisare gli altri. Il mio arnese gli spinge contro il culo coperto dai pantaloni e non sa quanto preferirei che non mi avesse chiesto di tirarglieli su. Beh, si possono sempre sbottonare di nuovo.
«Che fai?» trattiene il respiro nel buio. Con urgenza porta le mani sulle mie dita che trafficano con il bottone. La zip è già abbassata da prima.
«Shhh.»
Docilmente, lascia che lo scopra, che glielo prenda in mano. Era da tanto che volevo farlo e potrebbe essere l'unica volta che me lo permette. Ora che lo tocco sembra ancora più grosso. Quando stringo il suo palo liscio tra le dita, sento la schiena di Dimash inarcarsi contro il petto e lo prendo come un incoraggiamente, che aumenta solo la voglia di accarezzarlo.
«Sei bellissimo Dima. Dalla faccia fino alla punta di questo.» faccio scorrere la pelle vellutata all'insù, partendo dalla base della sua asta per dare consistenza alle parole che mi escono di bocca. Lui non risponde ma il cazzo è più sincero e prende a pulsarmi nella mano che va su e giù.
Mugolando, gli passo la lingua sul collo da dietro e lo sento ansimare. «Ti piace?» il suo sudore ha un retrogusto dolce. Sento che trattiene il respiro. Faccio scorrere il pollice sulla punta, freme quando gli sfioro il buchino da cui spilla una goccia di liquido.
«Rilassati.» gli dico nell'orecchio. Lui gira la testa all'indietro, con le mani strette insieme mi cerca la testa e quando le sue dita raggiungono il mio mento, mi prende e mi bacia. Lo sento mugolare in bocca mentre continuo a pomparlo. Non me l'aspettavo. L'assalto della sua lingua giunge all'improvviso e me lo fa drizzare ancora di più. Mi stacco da lui per ansimare come un animale dopo una corsa.
«Lo senti come me lo fai diventare duro?»
Vedo i suoi occhi scintillare nel buio. Ha un'espressione tesa, nonostante stia godendo del trattamento della mia mano, che non si è mai fermata. Deglutisce. Strizza le palpebre e sento che sta per venire. Gli chiudo la bocca con un bacio aggressivo mentre la mia mano si bagna di liquido bollente e gli mordo il gemito che tenta di trattenere direttamente dalle labbra.
Silenzio.
La notte è di nuovo oscura.
Poi lui: «Prendo un fazzoletto.»
«No. Stai qui. Pulisciti con il lenzuolo.»
Lo trattengo per il bacino. Strofino la mano sporca del suo fluido sul letto. Dimash grugnisce e con le mani legate sento che solleva un lembo del lenzuolo e fa come gli dico.
Silenzio.
L'unica cosa che sento il suo respiro pesante.
E ho la certezza di aver fatto la cazzata del secolo.
Passano i minuti, il suo respiro si placa. Il mio cuore no. E sono sicuro che lo senta battere contro la schiena. Mi tiro indietro, per puntellarmi sul gomito. Lo guardo dall'alto.
«Certo che potevi opporre un po' più di resistenza.»
Ridacchia nel buio.
«Che bastardo che sei.»
«Shhh, dormi.» gli do un bacio leggero sulle labbra. «Voglio solo dormire e stare calmo ma se vado di là ho paura che potrei fare del male a qualcuno.»
I miei occhi si sono abituati abbastanza alla mancanza di luce da vedergli aggrottare le sopracciglia.
«Slegami.» inspira e trattiene l'aria «Per favore.»
Gli passo il braccio libero sopra il fianco per raggiungere la cinghia, slaccio la fibbia. Non so perché, credo di potermi fidare di lui. Se decidesse di alzarsi e andare a chiamare gli altri mentre dormo, non potrei evitarlo. Certo, sono più forte e veloce di ognuno di loro, ora che ho il corpo del clone. Tuttavia, se mi cogliessero di sopresa, tutti insieme, forse non riuscirei a contrastarli. E cosa mi farebbero? Anche a questo non so dare risposta. Mi ucciderebbero classificandomi come un esperimento mal riuscito? Dimash dà voce ai miei pensieri sussurrando.
«Mirza ha detto che potevi essere... confuso dopo l'operazione, diverso dal solito. Ci ha messi in guardia.» sogghigna «Non mi aspettavo un cambiamento del genere però.»
«Non mi tradire, Dima.» gli dico sentendomi trascinare nel sonno.
«E tu vinci la confusione. Dissipa le ombre che ti annebbiano la mente. Torna com'eri.» sento dire prima di addormentarmi, insieme alla lieve pressione delle sue dita contro il palmo. Le infila tra le mie «Mi piacevi da impazzire, prima.»
L'ultima frase, credo di essermela sognata. Non può averlo detto sul serio.
STAI LEGGENDO
Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)
AdventureAxer, appena diciottenne, vive con Sorush, il suo migliore amico, per cui ha una cotta segreta. Si prostituisce per mantenere entrambi e deve guadagnare abbastanza soldi per il passaporto che gli permetterà di entrare nei distretti alti e cominciar...