Capitolo 107

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"Benvenuti alla festa del mio trionfo." esordisce Uriel sogghignando con un lato della bocca. "Avete perso."


A turno guarda ognuno di noi e mentre lo fa, ci mostra dove siamo in questo istante nel mondo reale. Olivia, stesa a terra, uccisa, sotto le mura del palazzo. Mireu freddato poco distante da lei. I passi degli scarponi che si avvicinano di corsa in corridoio, il bip dell'orologio che non avevo sentito, perché stavo tentando di dire a Kain di mettersi in salvo. Mentre corro verso la soglia per andare ad ammazzare Uriel, mi si staglia davanti un soldato nemico, con la pistola puntata su di me, non perde un secondo. Vedo il colpo che, partendo dalla canna, squarcia il buio che mi sta risucchiando all'indietro, e nello stesso istante mi passa un sibilo vicino all'orecchio. Capisco che Kain ha sparato solo perché il soldato che ha colpito me apre la bocca, indietreggia, il suo corpo è squassato da altri due proiettili che fendono l'aria a pochi millimetri dalla mia testa. Capisco che sono morto e sprofondo nel buio. Dopo di me è il turno di Yashal, nella biblioteca, la visione è sfocata, lo vedo svenire, accasciandosi a terra insieme a Jon e mio padre. La figura di Yashal qui nella savana è la più evanescente di tutte, come se fosse con noi ma non proprio. Mi sta fissando da lontano, mima con le labbra: "Fidati di lui."

Uriel, dopo che ha finito di mostrarci i motivi della sua esultanza, sta per rivolgersi a Soru, con fare minaccioso. Il piccolo sciamano si stringe contro il mio migliore amico, ma prima che Uriel parli, qualcosa gli si scaglia addosso a velocità supersonica. È Yumireu, tenta di atterrarlo e non ci riesce, perché Uriel si sposta di lato, ma il cinese dagli occhi azzurri non demorde. Punta i piedi, si volta e gli sferra un calcio, che il generale prontamente evita con un saltello indietro.

"Uh uh uh... sciocco... e patetico." borbotta ridacchiando, e il pugno superveloce colpisce Mireu nello stomaco. Il cinese indietreggia, piegato su se stesso, stringe i denti in una smorfia di dolore. Subito dopo Uriel deve difendersi dall'attacco di Oliva, che forse pensava di sorprenderlo da dietro ma viene sorpresa a sua volta dalle nocche dure del pugno del generale, che scatta sopra la spalla e la prende in piena faccia. Olivia ricade nella polvere, rialzandosi si passa una mano sotto il naso che gocciola sangue.

"Bastardo, come fai a prevedere sempre le nostre mosse?"

Il sogghigno si espande sul volto del generale, che lentamente si gira da questa parte.

"Uh... io vi conosco. Ho studiato i vostri stili di combattimento nei minimi dettagli. Fin dall'inizio, quando il progetto dei cloni era solo un delirio di quel pazzo di Malak. Presidente di Alchera. Puah. Il parlamento, potere ai nobili. Sciocchezze. Però il progetto dei cloni andava bene. Sapevo che sarebbe stato il mio futuro. Ho fatto bene a nascondere le mie origini agli altri generali."

"Chi se ne frega." ringhio, l'attimo prima di scagliarmi contro di lui. Si sposta, ma non abbastanza in fretta da evitare del tutto il mio affondo, con la mano riesco a malapena a graffiargli la faccia. Recupero l'equilibrio e torno all'attacco ma lui stavolta si aspetta il pugno e, muovendosi rapido, lo intercetta, lo devia con la mano prima che raggiunga la sua faccia. Mi sento agguantare il polso, tirare in avanti e senza rendermi conto di come sia successo, mi ritrovo a sbattere il culo per terra.

Uriel mi scocca un'occhiata furente dall'alto.

"Tu devi essere il figlio di Morad. Combatti come una ragazzina giudea!"

Nel frattempo Olivia si è rimessa in piedi, Mireu con la schiena curva e gli occhi iniettati di sangue blocca la via di fuga a Uriel dall'altra parte. In tre l'abbiamo circondato. Sento il respiro pesante di Olivia, è lei a dare voce a ciò che stiamo pensando.

"Se lo attacchiamo insieme possiamo farcela."

"È inutile." si intromette Soru. Ci giriamo tutti nella sua direzione, compreso il generale Uriel. "Ormai non può farvi più nulla. Siete morti."

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora