Capitolo 50 [ intermezzo ]

582 40 14
                                    

Ciao e grazie per seguire la storia, spero che vi stia piacendo! È il 3 agosto 2018 e sto per andare in vacanza. Questo lunedì non riuscirò ad aggiornare perciò vi lascio con una scena corta e dolce tra Axer e il suo Capitano.

Alcherian Boys torna tra dieci giorni, a presto!

-----------------------------------------------------------------


"Posso entrare?"

Jonath si affaccia alla porta della mia stanza. Ho sentito gli altri che passavano in corridoio chiacchierando e poi il rombare delle moto fuori dal garage, perciò credo che siamo soli alla base. Devo ancora abituarmi alle buone maniere dei giudei. Non si accontenta dello scatto delle sopracciglia. Sta aspettando sul serio che gli dia il permesso.

"Certo." E mentre si avvicina mi ricordo di aggiungere "Entra pure, Capitano."

Lui sorride, incrociando le braccia possenti.

"Yumireu mi ha parlato del tuo piano per intrufolarti nel palazzo del boss Nandita."

Annuisco, un po' offeso dal modo quasi scherzoso con cui lo dice.

"Sei sicuro di sapere quello che fai?"

"Devo trovare Soru. Ad ogni costo."

"Okay." Considera spingendo le labbra in avanti. "Ti auguro di riuscirci. Però ricordati che abbiamo una missione da compiere e che dovrebbe venire prima di tutto il resto."

"Non l'ho dimenticato, Capitano."

"Bene, allora ho finito. Domani sera ti presenterai al Bar Serif. Ti mischierai con gli altri dipendenti e vi porteranno alla festa in pullman. Qualunque cosa succeda laggiù, il mattino seguente ti ritroverò in questa stanza. Sono stato chiaro?"

Annuisco una volta abbassando gli occhi, irritato dal suo tono pragmatico. Capisco che voglia assicurarsi che non scappi, una volta trovato Soru, ma la sua costanza nel ribadirlo sta diventando fastidiosa.

"Capitano."

È quasi sulla porta quando si gira di nuovo verso di me.

"Sì, Axer?"

Faccio due passi avanti, per diminuire la distanza tra noi.

"Tu faresti lo stesso... per Olivia?"

La sua espressione cambia di colpo. Si avvicina, mi prende una mano.

"Certo che lo farei." Sorride teneramente "Di cosa hai paura?"

"E se... lo trovassi ma lui non... oppure io..."

"Shhh."

Spalanco gli occhi sentendo il suo indice calloso che mi si posa sulle labbra. Jonath le accarezza, fissandole intensamente, dall'alto verso il basso, mi passa sul mento prima di staccarsi da me.

"Uno studio di Mirza dimostra che se pensi troppo ti si frigge il cervello."

Scoppio a ridere e lui, approfittando dell'attimo in cui ho gli occhi chiusi, si china e mi bacia. Le sue mani mi risalgono lungo le braccia. Aspetta che sia io ad approfondire il bacio, vuole sentire che sono io ad aver bisogno di stringermi contro di lui e ha ragione. Gli scorro le dita sulla schiena, segnando ogni muscolo che incontrano, per esplorarlo sotto la maglietta, imprimermi nella mente il calore della sua pelle. Si stacca da me giusto il tempo di leccarmi la punta del naso e ridacchiare della mia smorfia contrariata.

"C-Capitano!" mugolo quando mi appoggia una mano sul cazzo da sopra i pantaloni. Mi affonda la testa nel collo e la vibrazione delle sue labbra tra un bacio e l'altro mi scuote con un brivido delizioso.

"Smettila di pensare tanto. Te l'ho detto," soffia sulla zona sensibile sotto l'orecchio, che ha appena leccato "ti stai facendo del male."

Istintivamente, mi sposto all'indietro vedendolo inginocchiare, ma lui mi trattiene per la stoffa dei pantaloni. Grugnisce mentre si dà da fare per slacciare la fibbia della cintura e quando alla fine me lo prende in bocca tutti i pensieri svaniscono in una nuvola bianca. E mi ritrovo nella savana.

In un flash vedo lo sciamano senza nome, un lampo di denti sulla pelle scurissima. Abbasso lo sguardo sulle mie mani che accarezzano alla cieca i capelli di Jonath e mi si schiarisce la vista. La sua lingua mi percorre dalla base dell'asta, risale a leccarla, fa un giro intorno alla punta, che ormai è perennemente scoperta e un po' meno sensibile di quanto ricordi. Non mi importa di nulla. Tutto ciò che conta è il movimento della bocca che mi avvolge. L'uomo che me lo sta succhiando. Vorrei soltanto che si alzasse perché ho bisogno di baciarlo di nuovo e non capisco. Prima d'ora non ho mai sentito un desiderio tanto potente da essere spaventoso. Il cuore mi martella nel petto per l'eccitazione. Voglio di più, ho bisogno di aiuto e non so come dirglielo. Allora me ne sto zitto, ad ansimare, finché lui unendo la carezza della mano al tocco infuocato delle sue labbra, amplifica le sensazioni all'infinito e mi fa venire.

Ho la testa ovattata, le gambe deboli. Jonath capisce al volo che se non mi appoggio da qualche parte ora potrei cadere. Scatta in piedi e mi trascina sul letto, dove cade sopra di me e riprende a baciarmi. Con dolcezza, piccole leccate languide, mentre mi accarezza il fianco con una mollezza quasi dolorosa. Non sono abituato alle coccole, lo ammetto, un po' mi stranisce, ma è così bello che vorrei quasi non smettesse. Sento il calore duro del suo cazzo contro la gamba e penso che potrei anche farci qualcosa, se non mi sentissi così pigro.

A un certo punto la sua mano dal fianco mi scivola sul sedere. Accarezza la chiappa, arriva nel solco, dove il mignolo mi lambisce l'apertura con uno sfioramento stuzzicante. Mi allungo per cercare le sue labbra e lui mi bacia, ritraendo la mano.

"Fallo, Capitano."

"È meglio se non ti scopo stasera."

"Ma lo voglio."

"Anch'io, ma non oggi."

"Perché?"

"Hai detto che Yashal ti ha fatto stare sopra, vero?"

Sento avvampare le guance e distolgo lo sguardo dal suo. Lui mi prende il mento tra le dita per farsi guardare in faccia.

"Significa che sei vergine, Axer. Volevo dire solo questo."

"Io?" abbozzo una risatina.

"Con questo nuovo corpo sì." Specifica lui, tornando ad accarezzarmi pigramente il fianco nudo. "Ti conviene esserlo ancora domani, alla festa di Nandita."

Roteo gli occhi e sposto le mani sul bozzo duro che gli deforma i calzoni.

"Non capisco che c'entri adesso." Sussurro contro le sue labbra. "Basta che all'inizio fai piano, paparino e andrà tutto bene."

"C'entra, perché non sai che tipo di festa è. Io sono il tuo Capitano, so queste cose e ti dico che-"

"Dai, non importa." gli sorrido, mentre strappo i bottoni della patta senza fatica. Sospirando perché in fondo, cullato tra i fumi goduriosi del rilassamento, speravo di farmi scopare senza muovere un dito e invece ora devo darmi da fare, gli prendo l'uccello duro in mano. "Quante storie per farti fare un pompino. Potevi dirmelo."

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora