L'insegna al neon con la scritta lampeggiante che campeggia sulla facciata del locale è la cosa più psichedelica che abbia mai visto. Si illumina di colore verde, che si spegne e poi di rosa e si spegne pure quello, solo per lasciare spazio al blu. Tenendo ferma la moto per fare scendere Yashal, la fisso, spaesato. Non riesco a distogliere lo sguardo e solo quando mi richiama all'attenzione schiarendosi la voce, mi rendo conto che si è staccato da me e quasi mi dispiace che non mi sta più abbracciando. È in piedi e si guarda intorno con aria annoiata.
"Sei sicuro di trovare Sorush in un posto come questo?" mi domanda, storcendo il naso. Mi stringo nelle spalle. No, in effetti. Non mi aspetto di trovarlo subito, ma se è stato qui, forse qualcuno lo ha visto.
"Posso provare a chiedere in giro."
"Sì, ma fallo con discrezione. Le informazioni circolano più rapidamente di quanto immagini."
"Grazie del consiglio."
Prima che possa aggiungere altro, si avvicina una ragazza, muovendosi con eleganza. Indossa una tunica di lino bianco dalla scollatura generosa, che le fascia le cosce tornite nella minigonna, un set di bracciali dorati a forma di serpente le adorna il bicipite di un braccio e con quei tacchi vertiginosi è alta come noi. Ci accoglie con un sorriso, facendo ondeggiare le treccine della pesante parrucca dalla foggia egizia.
"Benvenuti al Serif. Siete in due? Io sono Alinai. Permettete che vi accompagni al tavolo.»
Yashal le sorride e comincia a seguirla. Per forza di cose io resto dietro. Al centro del locale c'è un ampio palco dalla forma ovale circondato da un fossato intorno al quale corre il bancone, dove i baristi sono intenti a prendere le ordinazioni urlate sopra la musica. Ne conto almeno cinque o sei, che si muovono rapidamente da una parte all'altra per raggiungere i clienti.
Alinai ci guida verso una zona periferica e ci indica un tavolo vuoto accanto al muro.
Yasha si infila per primo nello spazio tra il tavolo e il divanetto. La ragazza invece aspetta che mi accomodi anch'io, poi si siede davanti a noi. Non è raro per un'alcheriana fermarsi a conversare con degli sconosciuti e mi fa notare con dispiacere quanto nel terzo distretto, dopo la guerra, anche le tradizioni sociali si siano ridotte all'osso sotto il giogo della fame e della povertà.
"Siete clienti abituali? Non vi ho mai visti qui dentro."
Mi sporgo sui gomiti per rispondere.
"In realtà sto cercando qualcuno."
Alinai sorride amabilmente come se non mi prestasse molta attenzione, prima di voltarsi a fare un cenno a uno dei baristi dietro il bancone.
"Spero che lo troverai, anche se qui c'è un gran caos. È così tutte le sere, sapete? Io non c'ero abituata." Ridacchia. "Sono tornata in città da pochi giorni. Prima abitavo in Egitto con il mio ragazzo."
"Siete tornati per vedere la parata?" si intromette Yashal, interessato.
Lei annuisce.
"Non posso sbilanciarmi troppo con voi ma abbiamo sentito da fonti sicure che quest'anno sarà..." affila gli occhi mentre dice: "spettacolare."
"In che senso?" domando, sospettoso. Lei raddrizza la schiena contro il divanetto ridacchiando.
"Ora devo tornare al lavoro. Vi manderò la cameriera. Spero che resterete a guardare lo spettacolo."
"Che tipo di spettacolo?" chiede lui.
"Uno show di magia." risponde la ragazza, gli fa l'occhiolino e sorridendo si alza e si allontana ondeggiando sui tacchi.
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Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)
AventuraAxer, appena diciottenne, vive con Sorush, il suo migliore amico, per cui ha una cotta segreta. Si prostituisce per mantenere entrambi e deve guadagnare abbastanza soldi per il passaporto che gli permetterà di entrare nei distretti alti e cominciar...