Capitolo 92

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Vedo la testa del giudeo voltarsi nella mia direzione. Non appena mi avvista da lontano la sua espressione cambia. Mi corre incontro e non mi sono neanche ancora rimesso in piedi che le sue braccia muscolose mi abbrancano e mi stringono in una morsa stritola-ossa.

"Sei vivo! Oh, Signore." esclama, ridacchiando per il sollievo, e senza curarsi dello sguardo torvo di Dimash, qui accanto, mi pianta un bacio sulle labbra. Ho appena il tempo di dare un'occhiata alla sua faccia rubizza prima di farmi abbracciare di nuovo, stavolta con meno violenza di prima. Jonath sfrega la guancia contro la mia, grattandomi la pelle con la barba. Mi bacia dietro l'orecchio. "Grazie al cielo." dice, come fosse deciso a non lasciarmi più andare. Un po' restio a ricambiare le sue effusioni, nonostante sia contento di vederlo, maledico per l'ennesima volta di avere perso la memoria. Vorrei ricordarmi di lui, di quello che c'è stato tra noi, com'è evidente che lui si ricorda di me. Invece ogni volta che Jon mi tocca, per qualche istante mi assale una sensazione di sgradevole rancore, che non so nemmeno da dove provenga. Passati i primi secondi, il mio corpo da clone però riconosce il Capitano, accetta di entrare in intimità con quest'uomo, anche se sono sicuro che la mia mente abbia perso qualcosa lungo la via; qualcosa di importante. Superata la barriera mentale, sbatto le palpebre e soffio fuori la sensazione strana in un sospiro, mentre lui mi accarezza la nuca con le dita callose, guardandomi intensamente negli occhi, gli sorrido. Dopotutto, il sollievo è reale. Siamo tutti qui. La missione è fallita, ma perlomeno siamo vivi.

Sento, più che vedere, Dimash che sposta il peso da una gamba all'altra, e poi si schiarisce la gola, e solo adesso Jon decide sia ora di separarsi da me. Il Capitano gonfia il petto e si piazza davanti a lui.

"Graz-" comincia, ma Dima lo interrompe subito con un:

"Fottiti, bastardo."

Si fissano in cagnesco poi, dopo qualche secondo, sotto il cipiglio di Jonath affiora un sorriso, che rispecchia quello dello zingaro. Dimash solleva la mano aperta tra loro, in segno di pace, Jon la afferra e tira. Lo abbraccia, gli batte una pacca dietro la schiena, sussurrandogli quanto sia felice che stia bene.

E vedo l'unico occhio buono che ha spalancarsi, fissandosi in un punto, dalle parti della terrazza. Dima deve spingerlo all'indietro perché si è dimenticato di sciogliere l'abbraccio, ma quando lo fa, Jon resta a bocca aperta, con la fronte aggrottata. Non ho bisogno di seguire la linea del suo sguardo per capire cosa stia fissando.

La donna fa un passo verso di noi, incerta, mentre Dimash si toglie dalla scia invisibile che scorre tra loro dal momento in cui si sono visti. Dall'altro lato della sala, noto Kain che, sempre appoggiato con la schiena alla colonna, digrigna i denti. Alinai seduta tra le sacerdotesse che sorride. Olivia non prova più ad avvicinarsi, è lui che la raggiunge. Si guardano in faccia a lungo, nessuno dei due sbatte le ciglia. Poi Jon allunga una mano verso quella della donna, distesa lungo il fianco e lei gli permette di sfiorarle le dita, di eliminare del tutto la distanza che li separa da troppo tempo. Vedo lui accigliarsi di fronte all'espressione stoica, in attesa, di lei, ma non come se fosse arrabbiato; piuttosto in cerca di una concentrazione che sembra sfuggirgli mentre si specchia nei suoi occhi.

"Per otto anni," comincia con voce roca. "ogni notte ho sognato questo momento."

"Jon."

"In questi otto anni," Il senso d'urgenza lo spinge a interromperla. "non ho fatto altro che prepararmi il discorso. Ho studiato tutte le poesie antiche in alcheriano per trovare le parole giuste. Ci ho messo un sacco di tempo e alla fine, mi ero preparato qualcosa, anche se non ero soddisfatto del tutto."

Le sopracciglia della donna si incurvano. Forse sta cercando di capire dove voglia andare a parare, ma non si intromette nella piccola pausa di Jon.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora