Capitolo 56

538 39 19
                                    


Dimash è seduto davanti ai suoi pesciolini di legno, con la schiena rivolta alla porta, come al solito. Ha finito di dipingerli e ora che sono asciutti li sta infilando nello spago, si prende tutto il tempo che gli serve per fare i nodi in maniera che la collana abbia esattamente la forma che desidera. Sentendo la mia presenza sulla soglia, dice ad alta voce:

"La lascerò a mia zia, che la darà a Marlee in caso non potessi partecipare al matrimonio."

Capisco subito a cosa si riferisce e mi rattrista.

"Non morirai, Dima." Faccio un passo avanti "So che è una missione difficile ma non permetterò a nessuno dei quattro generali di uscire vivo dal tempio. Se i soldati fuori saranno pochi, come ha previsto Jon, dovreste cavarvela alla grande."

Lo vedo annuire distrattamente e siccome non mi piace essere ignorato, vado vicino a lui e gli dico di farmi spazio per potermi sedere sulle sue gambe. Dimash sospira attraverso la maschera antigas, essendo costretto a posare la collana sul tavolo per prestarmi attenzione e quando gli allaccio la braccia intorno al collo, incontro i suoi occhi verdi, infoscati da una cupa intimidazione.

"Che vuoi?" chiede, quasi spazientito.

Gli sorrido, felice, fingendo di non vedere la scontrosità.

"L'ho trovato, sai? Ho trovato Soru. È alle dipendenze di un pezzo grosso dell'esercito." ricordarlo mi fa storcere la bocca. "Uno dei quattro generali."

Le sopracciglia di Dimash guizzano in alto per la sorpresa ma non dice niente.

"Quando la missione sarà compiuta lo riporterò a casa. Penso di andarmene da Alchera in ogni caso, sparire per un po', forse per sempre. Tu l'hai mai visto, il regno di Giuda?"

Adombrandosi di più fa cenno di no con la testa.

"Comunque, sono un cittadino giudeo adesso, non mi rifiuteranno l'ingresso."

Sbuffa, scuotendo il capo con più vigore di prima.

"Semmai ti accoglieranno con tutti gli onori. Tu non ti rendi conto di niente, vero?"

"Perché dici così?"

Un sospiro, più forte degli altri e poi Dimash si slaccia la maschera. La appende allo schienale della sedia dietro di sé e torna a guardarmi. Chissà perché continua a indossarla anche adesso che la sua faccia è tornata intatta. Deve esserci talmente abituato da sentire che manca qualcosa, quando non ce l'ha. Io mi sento così da quando mi hanno strappato Soru. Rivederlo oggi pomeriggio è stato come rimettermi la maschera. E adesso sono di nuovo senza. Ma va bene. È per questo motivo che sono in camera di Dimash. Stare in braccio a lui mi calma. I pensieri smettono di vorticare, il cuore rallenta, riesco a concentrarmi. È davvero la mia fonte di pace, anche se adesso non ne ho più bisogno come prima. Sto imparando a controllare le emozioni violente del clone, io e questo corpo stiamo diventando una cosa sola, un po' di più ogni momento che passa.

I nostri occhi si incrociano e lo vedo deglutire.

"Dovresti smetterla, Axer."

"Eh? Di fare cosa?"

"Io non credo che tu sia così ingenuo; non dopo quello che mi hai fatto una settimana fa."

"Oh."

Immagino stia parlando di quando, subito dopo l'operazione che mi ha trasformato in quello che sono, mi sono svegliato in preda al panico e alla rabbia e sono venuto qui, nella sua stanza per... con l'intenzione di tramortirlo e scappare, invece ho finito per fargli una sega e dormire nel suo letto abbracciato a lui. In quel momento ho scoperto che toccarlo era per me una fonte di pace, che mi calmava dal caos che sentivo rimestarmi dentro; non ho pensato che avrebbe potuto sentirsi usato.

Alcherian Boys --(Distopico, Sci-fi, Gay, R-17)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora